Trebisacce-26/01/2012: Su”il concetto di volto nel figlio di Dio”- di Gianni Mazzei

 

 

 

 

 

 

 

 

ll teologo vito mancuso, recensendo oggi su repubblica lo spettacolo
teatrale “il concetto di volto nel figlio di Dio” dice che l’opera è
mediocre artisticamente per smentirsi subito dopo dichiarandola
portatrice di pietas e tensione morale. nella mia esperienza di cultore
dell’arte in tutte le sue manifestazione nno mi sono mai incontrato in
un’opera che avendo una tensione etica e facendoti percepire la pietas
fosse poi debole a libello estetico. e viceversa. pur non essendo
l’arte intrinsicamente legata alla morale( basta citare kant) ha sempre
in sè elemento riflessivo e didattico, in senso lato, tale da portare
all’anelito morale. l’opera mediocre essendo scissa da una vita sua
propria non ha in sè tale elemento. dall’articolo si evince perciò la
carenza strutturale in mancuso di una teoria solida dell’arte e si ha
il sospetto che il suo articolo sia nato solo per porre critiche al
vaticano che aveva invitato, pacatamente, nno certo a manifestare
violentemente, ma solo a tener conto della sacralità che non è solo
simbolo , ma per chi crede( e mancuso se è cattolico dovrebbe
crederci), realtà storica vivente,oltre l’umano, nel connubio umanitù-
divinità. ma tant’è, anche a repubblica fa comodo una voce critica
verso il vaticano,pur se senza forza persuasiva, mentre si sentirebbe,
e giustamente, offesa ( come lascia per altro intravedere lo stesso
mancuso) se si tenesse uno spettacolo basato sul negazionsimo
dell’olocausto. in ultimo, proprio il primo aspetto di mancuso, quello
giuridico per cui si dovrebbe permettere o no una rappresentazione è il
più debole. non bastano le parole a fare un teologo o un filosofo o un
poeta se oltre ad un’intima convinzione di vita non si ha in sè
qualcosa che ti brucia dentro. in mancuso nota solo acredine, forse per
vicende che oltrepassano i termini intellettuali di un problema posto.
o mal posto come lui ama fare

gianni mazzei
trebisacce