Trebisacce-25/05/2012:”Falcone e Borsellino vent’anni dopo-noi non dimentichiamo”

Trebisacce:26/05/2012

“Per sensibilizzare i giovani al rispetto dei valori in cui i magistrati Falcone e Borsellino hanno creduto: il valore delle regole, il rispetto delle leggi, l’importanza della giustizia, il senso della cittadinanza e l’amore verso la Costituzione”, è questo uno dei messaggi educativi inviato ai giovani dal segretario regionale di Italia Nostra nell’introdurre i lavori sul tema: ”Falcone e Borsellino vent’anni dopo-noi non dimentichiamo”, organizzato in collaborazione con il Liceo scientifico “G. Galilei”, lo scorso venerdì 25 maggio, nella sala del Miramare Palace Hotel, nell’ambito del progetto PON-c3-competenze per lo sviluppo. “Quel sacrificio di Paolo Borsellino e di Giovanni Falcone abbiamo bisogno di capirlo meglio. La decisione del Presidente della Repubblica di ricordare i due magistrati vent’anni dopo significa, cari giovani, inviare un messaggio di lotta alla mafia che deve corrispondere ad un risveglio delle coscienze dei cittadini”,è quanto asserito dal sindaco Franco Mundo. “Nella nostra Italia se non c’è un fatto eclatante le coscienze non si svegliano e sono tante le iniziative promosse con le scuole e le Istituzioni allo scopo di creare quella giusta sinergia per lottare contro la mafia per affermare la legalità. Non dobbiamo avere paura, cari giovani, e la primavera della legalità arriverà”,ad affermarlo è il sindaco di Villapiana Roberto Rizzuto. Il giornalista moderatore Franco Maurella apre uno spazio alla lettura ‘elogio del dovere’ eseguita dalla studentessa del Liceo Teresa Altieri. Il dirigente scolastico Tullio Masneri visibilmente contento e orgoglioso dell’ottima riuscita dell’incontro ha spiegato che:”La corruzione si batte a scuola. Il rispetto delle regole manca ed è la caratteristica del nostro popolo. Il progetto su cui abbiamo lavorato è teso ad affermare la legalità. Sono proprio gli esempi degli adulti che fanno da modello ai giovani. Sin da Socrate s’ impone un certo tipo di comportamento teso al rispetto della legge. Serve a noi adulti ricordare cosa siamo e cosa dovremmo essere in termini di dovere”. Ancora uno spazio alla lettura sulla dignità della coscienza morale eseguita dalla studentessa Beatrice Angiò. Francesco Silvestri, ex studente brillante del liceo, oggi scrittore e giornalista professionista in Roma, ha affermato, tra le altre cose, che il nostro territorio è un’isola felice, ma che non dobbiamo abbassare la guardia. Se non si interviene in modo adeguato la mafia diventa Stato. Il magistrato Guglielmo Manera, originario di Montegiordano, ha disquisito sul concetto di stato di diritto e sulla differenza che c’è tra il concetto di Stato e quello di Repubblica. Ha fatto seguito la lettura di una lettera dal carcere di Antonio Gramsci fatta dalla studentessa Rosanna Musacchio. Giampiero Givigliano, docente Unical, ha iniziato la relazione dalla congiura romana contro Cesare, allorquando il senato doveva decidere sul fatto che Cesare era un tiranno e allora bisognava annullare tutti gli atti e i giurati avrebbero perso ogni sorta di beneficio, oppure, seconda ipotesi, quella che Cesare era bravo e allora andavano puniti gli assassini. E Cicerone tirò fuori l’amministia e salvò capre e cavoli. Si inizia dalla scuola a parlare di legalità per far crescere cittadini onesti. Tullio Masneri ha omaggiato i relatori della medaglia di Trebisacce contenente la moneta di Sibari al centro, disegnata dagli studenti del liceo e coniata dalla zecca di Lucca. Infine ha preso la parola il vice prefetto Massimo Mariani che ha spiegato che la cultura della legalità consiste nella capacità di fare gruppo, perché nel gruppo si crea l’equilibrio e si afferma il rispetto delle regole. Ogni uomo, ha concluso, deve agire come se dovesse garantire la legalità all’intera collettività.

Franco Lofrano