Torre di Albidona-19/06/2012: Il Laboratorio Territoriale dell’Alto Jonio discute sul tracciato della nuova SS.106 (E90)

Comunicato stampa

Continuano gli incontri al Laboratorio Territoriale dell’Alto Jonio a Torre di Albidona sui problemi della zona,  mentre cresce la preoccupazione per la principale ricchezza da valorizzare per il futuro, l’ambiente, e si prospetta una nuova, pesante aggressione al territorio dell’Alto Jonio con il realizzando tracciato della nuova SS.106 (E 90).

Nel  tempo il territorio dell’Alto Jonio è stato vittima di interventi infrastrutturali devastanti (tracciato ferroviario in alcuni tratti a ridosso della battigia , vecchia SS.106 realizzata negli anni trenta a ridosso della ferrovia,  nuova superstrada costruita negli anni 70-80 a lato della vecchia SS.106),  che hanno compromesso  il primo tratto dell’area costiera.

Si pensava che tali scempi dovessero essere solo un ricordo di tempi lontani, invece, apprendiamo che l’ANAS sta predisponendo la progettazione di un nuovo tracciato della SS. 106 (cosiddetta E 90) che, abbandonate le aree a valle già compromesse dalla stessa ANAS per la realizzazione dei precedenti tracciati, andrà a costituire un ulteriore diaframma stradale più a monte di circa 300-400 m., che ,  invadendo il primo pianoro marino, completerà l’opera di devastazione dell’intero paesaggio costiero, interessando, anche, importanti siti archeologici e paesaggistici protetti da appositi vincoli.

Già in precedenza, con riferimento all’anno 2004,  alcuni Consigli Comunali si espressero sulla proposta dell’ANAS di nuovo tracciato della SS 106, eccependo la necessità primaria ed inderogabile di salvaguardare il territorio con  la riduzione degli svincoli,  con la sostituzione dei tratti in trincea ed in rilevato con le gallerie, con la destinazione di opportune risorse per il recupero ambientale e la bonifica dei tratti di superstrada non più utilizzabili, nella chiara consapevolezza sociale che realizzare una strada di tale rilevanza non è più soltanto una questione meramente infrastrutturale, ma coinvolge il “paesaggio” sociale, economico, ambientale e culturale del contesto di riferimento.

 

Ciò premesso,  è indispensabile ribadire che il territorio, l’ambiente, le risorse climatiche, le risorse storiche ed archeologiche del  contesto in oggetto, costituiscono l’unica ricchezza, in prospettiva, anche l’unica risorsa produttiva per lo sviluppo e che, pertanto, questi beni comuni devono essere massimamente tutelati e conservati per le generazioni future.

 

Va da sè che nessuno è contro la realizzazione di una rinnovata arteria stradale in termini di volume di traffico, velocità, sicurezza stradale, sviluppo economico,  anche in particolare  con riferimento agli esiti occupazionali che ne derivano, ma si chiede che le scelte in ordine al tracciato ed agli interventi migliorativi e di bonifica dei siti precedentemente interessati da sedi stradali siano partecipate e condivise dalle popolazioni  e dalle Istituzioni locali, nel pieno rispetto dei valori paesaggistici ed ambientali e della consapevolezza sociale della comunità.

Maria Rita Acciardi

Rinaldo Chidichimo