Trebisacce-02/09/2012: GLI E-BOOK DARANNO IL COLPO DI GRAZIA AI LIBRI DI CARTA? (di Giulio Burgo)

GLI E-BOOK DARANNO IL COLPO DI GRAZIA AI LIBRI DI CARTA?

 

Il libro elettronico riuscirà a fare uscire dalle nostre case e dalle nostre abitudini il libro di carta?

Secondo l’Istat nel 2011 ci sono stati 723 mila lettori in meno del 2010, meno 20% l’acquisto di libri nel IV trimestre rispetto allo stesso periodo del 2010.

Il 61,08% dei “lettori forti” in passato leggeva più di un libro al mese. Oggi le vendite nelle librerie italiane sono calate del 30%. Intanto sul mercato italiano sono presenti 400 mila dispositivi per la lettura di e-book.

Allora bisogna recitare il “requiem” per i libri di carta?

Vi offriamo un florilegio di citazioni nelle quali si trovano fissate molte delle argomentazioni sul futuro del libro di carta.

Giovanni Sartori: “Il messaggio con il quale la nuova cultura si raccomanda e auto elogia è che la cultura del libro è dei pochi(elitista) mentre la cultura audio-visiva è dei molti. Così viviamo chiusi in una serra senza più nessun vero contatto con la realtà. In Italia un adulto su due non legge nemmeno un libro all’anno.

Siamo in piena e rapidissima evoluzione multimediale con un comune denominatore, il “tele-vedere” e per esso un nostro “video-vivere”.

Il video sta trasformando l’ “homo sapiens” prodotto dalla lettura scritta in un “homo videns” nel quale la parola è spodestata dall’immagine”.

Ferrarotti: “ La lettura richiede solitudine, concentrazione sulla pagina, capacità di apprezzare la chiarezza e la distinzione”.

Jean Claude Carriere: “ Non avrai mai freddo in seno alla tua biblioteca. I libri, una pelliccia calda, ti senti riscaldato, protetto contro l’errore, contro l’incertezza”.

Stefano Bartezzagli: “Italiani, leggete,leggete di più e qualsiasi cosa. Guai a specificare come, cosa, dove. Il libro in Italia è perfettamente invisibile fuori dai luoghi in cui lo si vede o lo si promuove. Il bello è che tutti di libri ne scrivono o almeno ne firmano, ma in quanto a leggere e servirsene, mistero. E la lettura è un’attitudine imitativa, si prende se si vede che gli altri ce l’hanno. Per questo dire che leggere fa bene non serve a nulla se nessuno ci ha mai visto farlo”.

Ma, allora, non c’è niente da fare? Il grande critico Manguel la pensa così: “ naturalmente, come ogni tecnologia, anche i media elettronici hanno i loro inconvenienti specifici: costringono il lettore a curarsi maggiormente della tecnologia in sé e per sé; danno ai lettori l’insana illusione di possedere quasi ogni libro sulla faccia della terra, dal momento che ogni libro può essere evocato con il tocco di un dito, non riconoscono i meriti della complessità intellettuale; leggere lentamente, ragionare su una pagina, ricordarsi certi passaggi e paragonarli mentalmente con altri, memorizzare delle parti per l’insegnamento e per il piacere, classificare e commentare un testo”.

Michael Krugh: “ bisogna avere le orecchie piene di cera per non sentire le grida di Cassandra che annunciano il tramonto della cultura del libro.

Se oggi si chiede a un professore di letteratura di parlarci del livello di capacità di lettura dei suoi studenti, probabilmente lui storcerà il naso. Tutto deve essere “facile”, “filare liscio”, non costare fatica. Per questa predisposizione la rete è il luogo ideale.

Bisogna avere la forza necessaria per proteggere il libro dalla sua scomparsa nella rete”.

Speriamo che non sia generalizzata la diffusione di quanti alla domanda dell’Istat: “ ha letto almeno un libro non scolastico nei 12 mesi precedenti?” Settecentomila persone hanno risposto: “ no, perché ho letto solo e-book”.

Per leggere un libro davvero basta un clic?

Ci auguriamo che per i libri elettronici si debba scrivere: “ hic sunt leones”, cioè si tratta di un territorio ancora, non sufficientemente esplorato.

Chissà!

GIULIO BURGO