Trebisacce-20/01/2013: “Qualcuno con cui correre”

 

“Qualcuno con cui correre” è uno dei capolavori di David Grossman, autore di molte opere riguardanti il conflitto israelo-palestinese. Parla di due storie in parallelo che si incontrano, da un lato quella di Assaf, sedicenne timido e impacciato, dall’altra quella di Tamar, ragazza giovane e coraggiosa, amante del canto, strumento che userà per realizzare il suo piano. Tutto inizia quando a lavoro, Assaf viene a conoscenza di Dinka, cagna ritrovata da sola per le strade di Gerusalemme e  che bisognava riportare al legittimo proprietario per fargli pagare una multa. Appena Dinka viene legata con un guinzaglio ad Assaf,inizia la grandissima ed entusiasmante corsa della sua vita. La cagna, infatti, scappa portandolo da molte persone, tasselli che contribuiranno al completamento del puzzle, che è la vita di Tamar. Contemporaneamente ci viene presentata Tamar, ragazza tranquilla e apparentemente simile a molte altre. Tutto cambia quando riceve una telefonata dal fratello maggiore Shay, tossicodipendente con una richiesta di aiuto. Così, pur di salvarlo rinuncia a tutto e idealizza un piano. Si finge una ragazza di strada che si guadagna da vivere cantando, sempre con Dinka al proprio fianco. Viene così notata da una coppia di anziani, apparentemente innocua, che la convince ad andare nel centro del figlio, insieme a tanti ragazzi come lei. Il fratello le aveva parlato di un posto del genere. Qui lo rincontrerà, ma dovrà far finta di non conoscerlo e nonostante i mille problemi e le minacce organizzerà la fuga. Riuscirà cosi a portare il fratello in un luogo sconosciuto per disintossicarlo. Intanto Assaf riuscirà a trovarla e ad aiutarla, ed entrambi capiranno di aver trovato la persona con cui voler correre per tuta la vita. Secondo me è un romanzo bellissimo che affronta vari tempi importanti da vicino. Anche il fenomeno viene visto diversamente, focalizzandosi sulla difficoltà della “rota”, e quindi come sia difficile smettere specie se da soli. È un inno al coraggio e fa capire che è possibile uscire anche dai peggiori incubi perché “l’uomo può essere ciò che vuole” (L.Da Vinci).

 

 

Raffaella Lofrano

Liceo classico “A.  di Turi”