Trebisacce-28/01/2013: Italia Nostra:”Disastro e vergogna per il Sito archeologico allagato”

Disastro e vergogna per il Sito archeologico allagato

 

Il parco archeologico di Sibari sott’acqua: le piogge dei giorni scorsi hanno innalzato il livello del fiume Crati, che ha rotto l’argine all’altezza del Parco del Cavallo, dove negli anni Sessanta dello scorso secolo era stata posta in luce una parte consistente dell’ultima città costruita a Sibari, la romana Copia. Da quegli scavi della città romana, attraverso piccoli saggi in profondità, si ebbe la dimostrazione che Copia, abitata fino all’Alto Medio Evo, era stata innalzata sui resti della panellenica Turi e sulla stessa Sibari, distrutta da Crotone nel 510 a.C.

Oggi a Parco del Cavallo, dove Umberto Zanotti Bianco affrontò nel lontano 1932 una prima, rapida campagna di scavi, si osserva lo stesso paesaggio di allora; ma al posto della palude, si è formato un lago che ha raccolto acqua, fango, pietre e ha reso inutili i miliardi di lire investiti dalla Cassa per il Mezzogiorno per le ripetute campagne di scavi che avevano interessato il Parco del Cavallo e portato all’attenzione mondiale il nome di Sibari.

Quello che dovrebbe essere il fiore all’occhiello dell’intera Calabria, con il suo straordinario patrimonio è nuovamente mortificato. Già in passato il tracciato dell’attuale strada s. 106 ha letteralmente diviso in due l’area archeologica; nel settembre del 2009 l’esondazione del canale Stombi ha provocato l’allagamento del Museo Nazionale Archeologico della Sibaritide, ed oggi l’esondazione del fiume Crati, ha sommerso di acqua, fango e detriti il parco archeologico di Sibari.

Il vero problema è certamente il fango che avvolge i resti delle tre città e dovrà essere rimosso in modo tempestivo perché se ne eviti la solidificazione: a tal proposito, la nostra sezione offre la disponibilità dei propri soci nei lavori di ripulitura.

Purtroppo nella nostra Regione, la vera attività non è quella di programmare la prevenzione, ma rincorrere le emergenze. Considerato che il Crati non è un fiumiciattolo, sarebbe stato opportuno programmare interventi di manutenzione ordinaria (taglio di vegetazione e rimozione di materiale di riporto) per assicurare le normali condizioni di deflusso a mare, verificare l’occupazione abusiva di aree con l’insediamento di agrumeti e la tenuta degli argini.

 

 

arch. Angelo Malatacca

Segretario Regionale

Italia Nostra