Trebisacce-26/07/2013:Uno di Noi – L’embrione è vita? ( di Antonio Lategano)

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Uno di Noi – L’embrione è vita?

Sono uno studente dell’I.T.S. “G. FIlangieri”, ormai diplomato (nell’anno scolastico 2012/2013 ho frequentato la V° A Programmatori), e mi piacerebbe parlarvi dell’importante iniziativa alla quale ho preso parte: l’iniziativa “Uno Di Noi”. Grazie al prof. di religione Salvatore Spezzano e alla prof.ssa di italiano Dilla Carlomagno ho potuto partecipare a questo concorso che prevedeva la realizzazione di un qualsiasi documento, presentazione o dipinto, che trattasse della questione dell’embrione: se esso è da considerare oppure no “vita”. Di seguito vi propongo il tema che ho realizzato sperando che possa farvi riflettere così come questa esperienza è riuscita a creare in me un punto di vista ben definito in merito ad una situazione delicata che molte volte viene “snobbata” considerandola distante da noi.

LA VITA E’UN ATTO DI CREAZIONE

Un figlio è frutto dell’amore

 

La domanda che da anni ormai affligge diversi scienziati, studiosi del diritto e religiosi è la seguente: “l’embrione è vita?”. Prima di tutto occorre comprendere cosa è, o meglio, chi è l’embrione: esso è il frutto dell’unione di due cellule, una proveniente dalla madre (che prende il nome di ovocita) e l’altra proveniente del padre (che si chiama invece spermatozoo). Tale processo di unione si chiama fecondazione ed è da ciò che ha origine la vita di un essere umano. L’embrione si chiama così nelle prime dieci settimane a partire dal concepimento e dopodiché prenderà il nome di feto fino alla nascita.

La Scienza e la Chiesa nelle loro relative sfere di competenza hanno sviluppato diverse tesi per dare una risposta all’interrogativo.

La Scienza afferma che lo zigote, la prima cellula da cui si origina un nuovo individuo è già dotato del proprio patrimonio genetico (DNA) ed è perciò desumibile che sia una creatura a tutti gli effetti, perché già unico ed irripetibile.

La Chiesa accoglie la concezione scientifica ma ritiene che l’uomo fin dal grembo materno, appartiene a Dio, che lo plasma a sua immagine e somiglianza così come ha fatto con Adamo ed Eva, da cui discende l’intera umanità. Dio riconosce l’uomo mentre è ancora un piccolo “agglomerato di cellule”: il suo destino è già scritto nel “libro della vita”; anche quando è ancora nel ventre materno l’uomo è dimostrazione dell’amore di Dio verso l’uomo (si può pensare ad esempio al Vangelo quando Elisabetta, nel momento in cui vede Maria, sente il figlio Giovanni sussultare nel suo grembo).

Un figlio è frutto dell’amore e l’atto della procreazione non dovrebbe essere considerato solo nel senso stretto di ricerca del piacere (edonismo). Dio dona la vita: perché gli altri dovrebbero disporne liberamente? La vita è una ricchezza che deve essere spesa al meglio per seguire le orme del Signore e, alla fine dei tempi, ognuno dovrà infatti renderne conto solo a Lui. Ecco perché l’aborto è considerato come un vero e proprio omicidio; ma anche sprecare una vita alla ricerca dei piaceri terreni (alcol, droga, sesso, etc.) vuol dire in un certo senso “morire”; la vita va vissuta in modo lucido non sotto l’effetto di qualcosa che riesce a far evadere dalle angosce per poco tempo per poi farle ritornare più devastanti di prima.

Molte coppie, ma soprattutto molte mamme, ritengono che il bambino che verrà alla luce sia una loro proprietà: non è affatto così; non è la madre che ha il diritto di “vita o di morte” sul feto solo perché lo porta in grembo per nove mesi. Il bambino è un “pezzo” di essa, fa parte delle sue viscere, ma potrà essere anche un futuro padre o madre a sua volta. La maggior parte degli aborti avviene per ignoranza delle leggi che tutelano il nascituro: quando la gravidanza è indesiderata; ogni donna ha il diritto di partorire in un pubblico ospedale nell’anonimato, i sevizi sociali si penderanno cura del neonato e provvederanno per l’adozione; vi sono tuttavia anche casi di ragazze violentate, ma resta sempre da pensare al fatto che non ha nessuna colpa il bambino che dovrà nascere e allora perché dovrebbe essere lui a pagare il prezzo più alto? L’aborto può avvenire anche nel caso di una situazione sociale difficile, come quella di una famiglia in difficoltà economiche: è compito della società moderna intervenire, prospettando comunque l’adozione come alternativa razionale e logica ad una gravidanza indesiderata, ma non l’aborto. Esistono, poi, migliaia di famiglie che desiderano un figlio e non ne hanno la possibilità.

Tutte queste motivazioni nascondono comunque una triste realtà: il vero flagello da combattere è l’irresponsabilità di chi considera la contraccezione e, in ultima analisi, l’aborto, come i mezzi per soddisfare senza limiti la propria libertà e il proprio piacere, anche a danno di un’altra vita umana.

Il regalo della nascita, l’inizio della vita, è la cosa più bella che esista. La vita è affidata al corpo per far sì che ognuno possa vivere una storia diversa. Ogni singolo individuo la trascorre vivendola a proprio piacimento. Si parla tanto di destino, di fato, in realtà il modo in cui la vita si svolge dipende del tutto dall’uomo. Ogni singola decisione presa può condizionare il corso della sua esistenza, sia che si tratti di scelte banali, sia di altre particolarmente rilevanti. La vita può essere una fantastica avventura per chi la sa trascorrere nel migliore dei modi.

Purtroppo gli individui che la pensano così non sono così tanti: molti si rinchiudono in uno stato di disagio, in un mondo irreale frutto della pura immaginazione e dove proiettano le loro aspirazioni sprecando così tanti istanti che dovrebbero essere, al contrario, vissuti pienamente. Spesso sono gli adolescenti i protagonisti di questo problema, ma anche la gente depressa. Come in un viaggio, ciascuno dovrebbe sempre mirare a raggiungere una determinata meta per evitare di perdersi. Attraverso gli errori si può comprendere a vivere; l’uomo impara in continuazione, ogni giorno. La vita è lunga e dà la possibilità di correggerli. Durante gli anni ognuno ha la possibilità di conoscere persone che cambieranno la sua vita. Se si conoscesse anche solo una persona in meno l’esistenza potrebbe essere diversa perché due destini non si sarebbero mai incontrati.

La mentalità degli uomini dovrebbe essere aperta a capire che ognuno è unico e irripetibile e come tale ha una propria dignità e merita rispetto: l’embrione umano non è qualcosa, ma qualcuno.

 

 

Antonio Lategano