San Lorenzo Bellizzi-25/08/2013: Seconda edizione sul percorso dei briganti del Pollino

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Comunicato stampa

Associazione Ragazzi di S.Lorenzo B.

 

Seconda edizione sul percorso dei briganti del Pollino

                                                                

Dopo la serata di sapori e saperi, riuscitissima la seconda edizione per i sentieri dei briganti del Pollino, organizzata dall’Associazione  “Ragazzi di S.Lorenzo Bellizzi”. Nuove adesioni, con i gruppi Firenze, Torino, Roma, Altumura, Trentino, Puglie,  Parigi e Vallouise (Francia).

Hanno aderito, oltre al Comune di S.Lorenzo B., anche quelli di Civita e di S. Severino Lucano, per una comune storia del brigantaggio: i briganti del decennio francese,Giambattista Pace (di Civita), di Carminantonio Perrone (di S.Severino L.), compresi altri cinque briganti di San Lorenzo, imperversarono anche nei paesi dell’Alto Jonio. 

Nel secondo brigantaggio è in azione la banda di Antonio Franco e dei Saracinari: compirono diversi sequestri di persona a S.Lorenzo, Albidona, Alessandria, Canna, Oriolo, Saracena e nei paesi lucani.

La manifestazione è riuscita soprattutto per la ferrea volontà degli escursionisti: giovani, donne, anziani e ragazzini, i quali, per consocere il Pollino e soprattutto la storia dei briganti, hanno affrontato con entusiasmo l’aspra fatica del fantastico e spericolato percoro  La mascotte della squadra è stata la piccola Dora, la bella biondina di un anno di età, che ha voluto rotolarsi sulle verdi radure del Pollino e dissetarsi proprio alla sorgente del Raganello, che sgorga sotto la Grande Porta. Il merito va anche alla meticolosa preparazione dei dirigenti dell’Associazione e del gruppo della logistica: Lorenzo Agrelli, Angelo Armentano, Maria Bruno, Pietro Armentano, Nicoletta Ventimiglia, Pino Santacroce, Giuseppe Ventimiglia, Lorenzo Cersosimo, Nicola Palazzo, Franco Bruno, Vincenzo Lombardi, il Gruppo soccorritori  “Aquile del Pollino”, alcuni dei quali hanno fatto anche i cuochi dei “briganti”.  Tutto il ricettario brigante e del mondo contadino e pastorale: la colazione, fornita da un vicino pastore, con ricotta fresca, latte, marmellata di prugne selvatiche e miele locale; in serata, la grand ecena con una caldaia di minestra fatta con carne di pecora, patate, carota e pomodoro; non poteva mancare il fiasco del miglior vino: i briganti lo sapevano scegliere !

 

Ecco il percorso dei tre giorni e delle tre notti: San Lorenzo, S.Severino Lucano (dove gli escursionisti sono stati ricevuti dal sindaco Destefano). Dibattito sui briganti di S.Severino.

La lunga passeggiata a piedi inizia al santuario della Madonna di Pollino. Si passa per Piano Iannàce e si arriva alla grande porta del Pollino. Dopo una buna ristorazione, si fa la traversata per il versante calabrese del Parco nazionale e si pernotta presso la cappella Sant’Anna di S.Lorenzo.

Qui, i “briganti” si dividono in due gruppi: il primo gruppo, seguito dalla guida ufficiale Antonio Larocca, affronta l’affascinante ma arduo passaggio per i dirupi del Raganello (i passi più difficili, la Scala di barile e la salita del Ponte d’Ilice.  Ce l’hanno fatta anche le donne; anche le signore francesi.

Il secondo gruppo (anziani e bambini), accompagnati da Peppe Rizzo, ha affrontato la discesa del bosco Santa Venere, la vecchia mulattiera che conduceva a Castrovillari e alla Salina di Lungro, fino al Ponte del diavolo. Qui, nel tardo pomerggio, è giunto il primo gruppo e s’è unito al secondo.

Una breve visita nel centro storico di Civita e al Museo etnologico. In serata, ritorno a S.Lorenzo, dove si è proiettato il film “Le quattro volte” del regista Michelangelo Frammartino, al quale il pubblicvo ha rivolto diverse domande. Ecco il titolo scelto dai ragazzi: Natura e cultura, ovevro il Pollino e i i briganti.

Nella serata finale: una riuscita manifestazione teatrale con attori improvvisati del popolo: Peppe Ventimiglia ha impersonato il sequestrato don Pietro Restieri, di S.Lorenzo. Ha raccontato (con un documento trovato nell’Archivio di Stato di Potenza-Fondo brigantaggio) come i briganti di “Scepp’u Nìvero” , nel maggio del 1866 gli mozzarono l’orecchio e quanti soldi ha dovuto versare per non essere ucciso. Altri briganti, nascosti nei balconi del centro storico, hanno raccontato le “imprese della banda di Antonio Franco”. Il prof. Pietro Civale ha recitato una novella sulla brigantessa Serafina Ciminelli (la donna di Antonio Franco), quando una notte di luglio si presentò alla festa della Madonna di Pollino, ballando la tarantella insieme ad altre donne e poi dilegiandosi nuovamente nei boschi.

Il giovane Francesco Agrelli, suonando alla sua chitarra, ha cantato alcune canzoni attinte pure negli archi di Stato. I testi sono stati tradotti in dialetto sanlorenzano, da Domenico Cerchiara.

Le tre giornate dell’escursione si sono concluse con un interessante dibattito su Brigantaggio, Questione meridionale, Risorgimento, Unità d’Italia e tartsformismo ieri e oggi.

Per i vicoli del centro storico, i visitatori hanno potuto ammirare i quadri e gli oggeti d’arte di Lorenzo Gugliotti e di Tonino Pesce.

Diretto dall’architetto Lorenzo Sanlorenzo, nel dibattito sono intrevenuti il presidente dell’Associazione “Ragazzi di S.Lorenzo Bellizzi”  Giustiniano Rossi, il prof. Gianni Mazzei,  il sindaco Antonio Cersosimo,  l’on. Mario Brunetti (il suo ultimo libro La Sinistra perduta parla ancora di questione meridionale, vista anche da Antonio Gramsci), il dr   Leonardo Larocca, il  giovane romano Daniele Campenella,  il vice presidente della stessa Associazione Lorenzo Agrelli e il dr. Raffaele Faillace, il quale  ha espresso la sua “voce contraria”, ha inasprito un po’ la discussione ma ha pure dato lo spunto per chiarire la delicatissima questione brigantaggio, il quale non è stato affatto mitizzato ma spiegato anche con documenti inediti che i ricercatori hanno  scovato nei dimenticati fascicoli degli archivi di Stato.