Trebisacce-08/03/2016: Ospedale di zona disagiata,solo sulla carta o con contenuti?

Fran.sco Odoguardi
Fran.sco Odoguardi
ospedale_trebisacce
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TREBISACCE Il “Chidichimo” dal 3 marzo scorso non è più CAPT e non sarà più Casa della Salute ma sarà un Ospedale a tutti gli effetti: l’attuale struttura, oggi equivalente a un enorme scatolone vuoto dovrà però essere riempito di contenuti. Ma quali contenuti? E quali i tempi previsti? Per fare chiarezza sulle voci contrastanti in merito al decreto n. 30 del 3 marzo 2016 col quale il Commissario Scura ha sancito la riapertura del “Chidichimo” abbiamo rivolto alcune domande a Francesco Odoguardi nelle vesti di portavoce del Movimento Civico “Pro-Ospedale”, figlio del compianto Gino Odoguardi già responsabile della Radiologia e pioniere dello stesso Movimento. Il figlio Francesco è Odontoiatra e Studente di Medicina all’Università di Catanzaro, segue attentamente la vicenda-ospedale e dimostra di non farlo con gli occhi deformati dell’appartenenza politica ben sapendo, come sappiamo tutti noi, che la salute sta a cuore a tutti e non è da considerare né di destra, né di sinistra.

Il Commissario Scura ha fatto di testa sua o si è attenuto a quanto prevede la normativa nazionale sugli “Ospedali di zona disagiata?”. Ha largheggiato o ha previsto il minimo sindacale?

«La normativa nazionale in realtà dice tante cose, ma la sostanza è che gli ospedali di zona disagiata possono avere… praticamente di tutto tra le specialità mediche e chirurgiche considerate “Salvavita” o di “Primo livello”. Per fare un esempio, non possono avere l’Utic, o la Neurochirurgia…. Le linee-guida nazionali sono riportate nel Decreto 02 aprile 2015 n. 70 “Regolamento recante la definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera.” Un esempio di ospedale di zona disagiata è quello di Lampedusa. Il Commissario Scura, da parte sua, si è attenuto alle linee-guida nazionali assegnandoci… il minimo strutturale possibile. E’ quindi davvero poco ma starà a noi impegnarci per far sì che questo “Ospedale minuscolo” cresca e diventi utile e corrispondente alle nostre esigenze».

Ma che cosa ha previsto il Commissario , almeno per il momento, per far sì che si possa parlare di Ospedale? «Complessivamente 58 posti-letto, a cui si aggiungono gli 11 posti-letto della Lungodegenza così ripartiti: Area Chirurgica: 18 posti letto di day-surgery facenti capo alla Chirurgia Generale di Castrovillari, diretti da un Dirigente-Medico autonomo di struttura semplice; Area Emergenza-Urgenza: un dirigente di struttura semplice di Pronto Soccorso; Area Medica: 8 posti letto di Day-Hospital; 4 Posti letto di Day-Hospital presso l’UOC di Medicina Generale che disporrà di un Dirigente di struttura complessa responsabile anche della Diagnostica e dei Servizi, dotata di 20 posti-letto di degenza ordinaria, più 8 posti-letto di degenza ordinaria in Emodialisi. Inoltre un dirigente di struttura semplice di Farmacia Ospedaliera alle dipendenza della Farmacia dell’Ospedale di Castrovillari e un dirigente di struttura semplice di Direzione Sanitaria sempre facente capo all’UOC di Direzione Sanitaria di Castrovillari».

Da colonia di Rossano-Corigliano ora diventiamo colonia di Castrovillari? «L’ospedale di Trebisacce secondo il disegno di Scura in realtà sarà una “sede staccata” dello Spoke di Castrovillari. Lo Spoke di Castrovillari così ne esce così rafforzato mentre lo Spoke di Rossano-Corigliano ne esce indebolito. Naturalmente, l’Asp di Cosenza, se confermerà il proprio modus operandi… ci relegherà nuovamente a sede staccata di Corigliano-Rossano. Ma sempre tale rimarremo!».

Comunque, ci sembra di capire che tutto questo per ora è solo sulla carta! O Scura ha cambiato idea e ora ci ama?

«Nel suo Decreto Scura fa capire che a Trebisacce si può aprire ad esempio un ambulatorio ospedaliero di Oncologia e fa anche capire che la dotazione minima di medici ospedalieri necessari alla riapertura dell’Ospedale va dai 15 ai 20, mentre non dice niente sul personale paramedico, nè sul personale afferente i servizi di Radiologia e Laboratorio Analisi. Va da sé dunque che la decretazione della riapertura dell’ospedale è solo una tappa, certo la più importante ma, a mio avviso, non è esaustiva poichè non assicura NULLA. L’ing. Scura fa insomma capire di averci riaperto il “Chidichimo” solo perché l’Ospedale della Sibaritide tarderà ad essere realizzato anche perché ora la Magistratura di Catania ha aperto un’inchiesta sulla siciliana Tecnis, ma non perché si sia convertito e oggi ritenga le nostre istanze legittime e sacrosante».

Cosa è previsto per Cardiologia che rappresenta l’avamposto più importante per l’Emergenza-Urgenza? «Per la Cardiologia al momento non è previsto NULLA. L’offerta sanitaria in campo Cardiologico dipenderà dalle volontà del Distretto Sanitario (in pratica quello che già oggi abbiamo come Ambulatori gestiti dai Cardiologi che operano nella nostra ex Cardiologia) o negli Ambulatori del Poliambulatorio. Se il futuro Primario di Medicina Generale che dispone di 20 posti-letto di degenza ordinaria riterrà di istituire un Ambulatorio di Cardiologia aperto agli esterni… o riservato soltanto ai degenti… avremo anche un’assistenza Cardiologica ospedaliera che però al momento non è espressamente prevista. Per istituire un servizio di Cardiologia presso il “Chidichimo”, ci vorrà la volontà dell’Asp di Cosenza che in via sperimentale potrebbe anche attivare qualcosa.. ma dovrà sempre chiedere “il permesso” al Commissario. Se continuerà ad esserci un Commissario».

Appare insomma chiaro, anche da quanto ha sostenuto con grande onestà intellettuale Francesco Odoguardi a nome del Movimento Civico, che sulla questione-ospedale ci sarà da continuare a lavorare a fondo, con la speranza di avere nel Commissario un interlocutore serio e interessato a passare dagli atti formali ai fatti concreti e di continuare ad avere il sostegno incondizionato del presidente Oliverio che, seppure recalcitrante rispetto alla decretazione complessiva del Commissario, si è dichiarato soddisfatto del fatto che aTrebisacce si è posto riparo ad un grosso errore e che alle popolazioni locali è stato riconosciuto, la momento solo sulla carta, il diritto alla salute.

Pino La Rocca