Roma-02/06/2016:IL CARO LEADER ED OLIVERIO IN BATTAGLIA

Dichiarazione di guerra al No
Dichiarazione di guerra al No

IL CARO LEADER ED OLIVERIO IN BATTAGLIA

Nella splendida cornice di Piazza Venezia a Roma, il caro Leader, dal balcone delle grandi occasioni, con a fianco la statua di sale del presidente Oliverio ed il fido Verdini, si è rivolto all’oceanica folla assiepata a ginocchioni per l’occasione.

«Comitati di terra, di mare e dell’aria! Anime nere della rivoluzione delle banane, delle regioni e dei comuni d’Italia! Ascoltate!

Un’ora segnata dal destino batte nel cielo tempestoso della nostra patria.

L’ora delle decisioni irrevocabili.

La dichiarazione di guerra è già stata consegnata a tutti gli sciagurati parrucconi che si sono dichiarati contrari alla modifica della Costituzione che noje, con il qui presente Verdini, in valorosa attesa di giudizio, abbiamo faticosamente e meritoriamente elaborato.

Scendiamo in campo contro i democratici plutocrati e reazionari, che, in ogni tempo, hanno ostacolato la marcia, e spesso insidiato l’esistenza medesima del nostro valoroso governo.

Alcuni recenti mesi della storia più recente, si possono riassumere in queste frasi: promesse, minacce, ricatti e blandizie. Tutte elargite generosamente dal nostro governo, malgrado l’ignobile assedio perpetrato da più parti.

Oramai tutto questo appartiene al passato.

Se noi oggi siamo decisi ad affrontare i rischi di una guerra, gli è che l’onore, i nostri interessi (personali) ed il nostro avvenire (personale) fermamente lo impongono.

Ora che i dadi (anche se truccati) sono stati gettati e la nostra volontà ha bruciato alle nostre spalle i vascelli, io dichiaro solennemente che tutti i Presidenti delle regioni, come in rappresentanza qui vedete la statua di sale di Oliverio, dovranno attivare in tutti i Comuni le necessarie operazioni militari per sconfiggere il nemico.

In una memorabile adunata, quella di Berlino, io dissi che, secondo le leggi della casta, quando si ha un amico si marcia (e se magna) con lui sino in fondo.

L’Italia obbediente al potere è, ancora in ginocchio (mentale e fisico), compatta come non mai.

La parola d’ordine è una sola, categorica ed impegnativa per tutti i sottomessi.  Essa già trasvola ed accende i cuori dalle Alpi a Lampedusa: Vincere!

E vinceremo!

Per dare finalmente un lungo periodo di riposo a questa stanca nazione, in un lungo sonno della ragione.».

La statua di sale di Oliverio, dopo la dichiarazione di guerra, è stata riportata con un vascello fantasma in Calabria, dove, gli addetti alla scultura hanno prontamente sostituito il disco vocale delle inaugurazioni farlocche con quello nuovo della chiamata alle armi dei comuni calabresi (“Disponiamo di decine di marionette!”). #tuttigiùperterra

Maurizio Silenzi Viselli