Sibari-15/02/2017:SPAVENTOSI INCIDENTI ALLA RIAPERTURA DEGLI SCAVI DI THURII NELLA PIANA DI SIBARI.

L’elicottero con la Bianchi al decollo da Lamezia

SPAVENTOSI INCIDENTI ALLA RIAPERTURA DEGLI SCAVI DI THURII NELLA PIANA DI SIBARI.

 

Alla notizia di stampa che ci sarebbe stata un’inaugurazione per la riapertura degli scavi di Thurii (e non di Sybaris come falsamente annunciato), i principali artefici della precedente sommersione sotto i fanghi del fiume Crati, si sono attrezzati per essere, ciascuno, primo al taglio del nastro.

Scartata subito la possibilità di mettere non uno, ma una ventina di nastri tricolori sul traguardo all’entrata, si è deciso per il “vinca il migliore!”, con un solo nastro.

Ciascuno dei contendenti è partito da casa con un proprio paio di forbici nella mano destra ed un nerbo di bue nella sinistra (il regolamento impediva l’uso di scimitarre o revolver di grosso calibro).

Oliverio, astutamente, puntava tutte le sue chance sull’invisibilità; anche se gli altri concorrenti, sapendolo, controllavano qualsiasi forbice galleggiante nell’aria, accompagnata da un paio di occhiali e dalla colonna sonora di frasi sconclusionate e prive di senso logico.

Papasso, invece, oltre che terrorizzare i rivali con le sue stesse fattezze, accompagnava la corsa con terrificanti ed efficaci sgrammaticature verbali, congiuntivi sballati e verbi all’infinito.

La Bianchi, partita da Roma con un volo charter dedicato, e poi a Lamezia imbarcata su di un elicottero Apache armato con missili al Napalm, contava, una volta sfoltito il numero dei concorrenti con bombe intelligenti ad personam, di sopravanzare i superstiti rivali utilizzando, per compensare la ridotta statura, un paio di forbici lunghe 15 metri (nel regolamento ci si era dimenticati di fissarne la misura).

La corsa, che si sarebbe dovuta svolgere in piano, si è trasformata, a causa delle innumerevoli vittime (assessori, portaborse ecc.) stese a terra, in una tragica, e scivolosa (a causa del sangue fresco), corsa ad ostacoli.

La direttrice del Museo, e due Soprintendenti archeologici, che attendevano trepidanti accanto al nastro, sono rimasti infilzati come salcicce dalle smisurate forbici della Bianchi, la quale, con i malcapitati ancora vivi ed ululanti tra le lame, è riuscita, con un’abile manovra, a tagliare comunque il nastro per prima.

Visto il successo di pubblico (sono accorsi i numerosi miracolati dal PD), si è deciso di ripetere annualmente la pittoresca manifestazione.

Per le prossime edizioni della sfida, si è anche deciso di aprire le iscrizioni ad altri, pur se meno agguerriti, contendenti: aderenti all’Isis, tombaroli, ‘ndranghetisti, ergastolani e serial killer.

Maurizio Silenzi Viselli