Trebisacce-23/07/2017: DALLA PIAZZA DEL “ VAFFA “ AL “ CONFRONTO- DAY “

         DALLA PIAZZA DEL “ VAFFA “ AL  “ CONFRONTO- DAY “

 

Prendiamo le mosse da alcuni articoli dello Statuto del Comune di Trebisacce, approvato nel 1991.

Si tratta degli articoli 16 e 23 sulla “partecipazione popolare”. I citati articoli recitano: “ Il Comune assicura la partecipazione dei cittadini all’attività dell’Ente per il bene comune e il buon governo locale. I cittadini possono rivolgere al Comune interrogazioni, petizioni ed istanze e presentare proposte per esporre esigenze e necessità collettive o per chiedere provvedimenti. Il Comune ha l’obbligo di esaminare e rispondere entro 90 giorni. Il Comune promuove , ogni anno, la Conferenza Cittadina ed il Forum Giovanile. La consultazione può interessare anche i giovani non ancora elettori, purchè abbiano compiuto i 16 anni”.

A noi piace proporre alla nuova Amministrazione Comunale di volere esaminare l’opportunità di istituire un periodico, puntuale appuntamento per il “ Confronto- Day “, cioè il giorno del confronto tra i cittadini e gli amministratori, per analisi, chiarimenti, proposte.

Sarebbe un “ modo nuovo “ di amministrare con un confronto diretto che eviterebbe il tam-tam nelle piazze, sui marciapiedi ove se ne dicono e se ne sentono di cotte e di crude.

Dalla piazza dei “ VAFFA “ al Palazzo per un’attenta, serena valutazione delle problematiche cittadine.

L’Amministrazione Comunale deve mettersi in ascolto e i cittadini devono avere forza propositiva per stabilire un rapporto di fiducia.

I contributi dei cittadini, anche con la critica, possono essere utili agli stessi amministratori.

Si potrà evitare l’eventuale “ grillismo “, anche perché la “ vox populi “, quella della piazza, non sempre è la voce di Dio.

La voce della folla, sotto il Sinedrio, ha chiesto la morte di Gesù e la liberazione di Barabba.

E’ miope camminare senza la collaborazione dei cittadini.

Barker diceva che “ la base e la l’essenza di ogni democrazia è nel governare discutendo”.

Il “ Confronto- Day “ istituzionalizzato, sarebbe una risposta culturale, una forma di educazione civica, con la partecipazione attiva dell’opinione pubblica, per evitare la separatezza tra le istituzioni e la società reale.

Dialogo senza pregiudizio, senza scomuniche. Si eviterebbero tante polemiche strumentali, la bulimia del “ gossip “ e potrebbe crescere il consenso per gli amministratori.

Nelle piazze c’è più spettacolo, ci sono più prediche che confronti sereni, costruttivi. Ci sono i furbi che discettano dei “ massimi sistemi “ e che raccontano di avere tanto lavorato per la vittoria degli attuali amministratori. Ma lo fanno con tanta smania di “ apparire “, forse per ingraziarsi i vincitori.

Sono coloro che fanno ricordare l’ “ eroe ar caffè “ di Trilussa, per presunte battaglie sostenute.

E’ stato ar fronte, sì, ma cor pensiero; però  te dà spiegazioni esatte de le battaglie che nun ha mai fatte, come ce fusse stato per davero “.

Allora è più saggio ascoltare il “ grillo parlante “, cioè chi dà consigli che possono essere utili, anziché farsi allettare da qualche “ gatto” e da qualche “ volpe “ che non mancano mai.

Cicerone diceva di studiare sempre gli argomenti dell’avversario con uguale, se non maggiore attenzione dei propri. Chi conosce solo gli argomenti a proprio favore conosce poco. Essere aperti alle critiche perché tutto quello che può essere detto “ contro “ può servire per mettere a profitto quanto fosse giusto.

E il dialogo non significa arrivare al “ vogliamoci bene “. Ogni soppressione di discussione è una presunzione di infallibilità. Non bisogna ritenersi infallibili, perché persino nei processi di canonizzazione di un Santo, viene ammesso l’ “ avvocato del diavolo “ e viene ascoltato pazientemente.

Accettare il confronto senza pregiudizi, per misurarsi sulle cose e non sulla retorica, a viso aperto, sarebbe un approccio innovativo, per crescere insieme.

Si può imparare non poco da una dialettica anche severa, ma senza aggressione.

Essere critici non significa essere fanatici. Le critiche devono essere ancorate a situazioni concrete per evitare il bla-bla di un criticismo radicale ma che si rivela sempre un gioco artificiale di parole.

Non si ha bisogno di moralismo predicatorio che colpevolizza, sempre e comunque, tutti e tutto.

Siamo sicuri che gli amministratori comunali, anche per dimostrare che non si è “ dilettanti allo sbaraglio “ non avranno timore di affrontare la discussione, le critiche dei cittadini.

Perché dal dialogo scaturisce una crescita democratica e dagli errori riconosciuti si impara di più.

Una “ cultura del dialogo “ può contribuire alla migliore “ produttività “, all’efficienza dell’ Ente comunale.

Il “ Confronto- Day “ può essere utile.

RAFFAELE BURGO