Amendolara-07/08/2017:PRESENTAZIONE DELLA RACCOLTA DI POESIE “FIORI DI MANDORLO”

PRESENTAZIONE DELLA RACCOLTA DI POESIE “FIORI DI MANDORLO” – AMENDOLARA 7 AGOSTO 2017

 

Lunedì 7 agosto, alle 21:00, nel cortile del Castello di Amendolara verrà presentato il libro “Fiori di mandorlo”, una raccolta delle poesie scritte da Francesco e Rocco Silvestri. Un padre e un figlio uniti dalla stessa passione, quella di guardare il mondo con gli occhi della poesia. Una passione che ognuno dei due ha vissuto in modo originale: più ironico e sognatore il padre (pure nei momenti drammatici della guerra di trincea), più aulico e pacato il figlio, ma entrambi capaci di commuoverci, di farci sorridere, di farci sognare.

 

 

 

Alcuni giudizi sul volume

 

Amendolara, immagine poetica ed evanescente, realistica e oggettiva, è negli occhi di Rocco Silvestri e, insieme, le località viciniori: la Torre Spaccata, le contrade che parlano della Grecia, il mitico Epeo. Amendolara è l’inizio e la fine della poesia e della parabola umana; è l’ambiente nel quale è vissuto: i giochi, il lavoro, la morte.

Amendolara è il tratto comune che assimila Rocco all’aedo paterno, i due cantori inneggiano al paese come a cantare la mamma: l’uno più nei luoghi e nelle persone, l’al­tro nell’atmosfera che si respira tranquilla.

Tullio Masneri

 

 

 

Le sue poesie sono scritte in un italiano approssimato, misto con espressioni dialettali che sembrano, alcune, prestiti di altri dialetti calabresi, se non lucani. Tuttavia si evince che Francesco Silvestri ha letto molto ed ha appreso il verseggiare in endecasillabi, ha imparato a costruire sonetti, strofe in quartine, sestine e ottave. E con questi strumenti autodidattici mette in versi “genuini” gli avvenimenti vissuti nelle trincee, e poi gli episodi salienti della vita quotidiana, politica, sociale e popolare della sua Amendolara.

 

Antonio Gerundino

 

 

I versi di Francesco Silvestri e quelli di Rocco Silvestri sono come specchi che si rifrangono senza sovrapporsi, senza contrastarsi. Anzi sembra che i secondi siano la diretta conseguenza dei primi, nonostante la differenza di epoche e quindi di mentalità e di linguaggio.

Il fatto è che per esprimere i sentimenti che traboccano per la propria terra c’è bisogno di schiettezza, di semplicità, di complicità con parole, espressioni, detti e concetti legati strettamente all’ambiente. Mutare maniera sarebbe un tradimento, come disconoscere le radici e l’identità.

 

Dante Maffia