Villapiana-06/09/2017:PD: SS.106 ,nessuno remi contro!

bty
bdr

VILLAPIANA Bisognerà aspettare altri 7 anni (2024) per lo svolgimento di tutte le procedure e per il completamento dei lavori, ma ora la strada per il 3° Macrolotto della S.S. 106 è tutta in discesa e nessuno, considerato che sono passati circa 20 anni dal primo progetto, dovrà mettersi di traverso per non sciupare lo sforzo sinergico compiuto finora dal presidente Oliverio, dai sindaci e dalla deputazione calabrese regionale e nazionale. E’ quanto hanno sostenuto all’unisono, nel corso di un incontro su sul tema “Ammodernamento della S.S. 106 e prospettive” svoltosi ieri sera a Villapiana organizzato dal PD locale insieme a “Zona Dem” e coordinato da Roberto Rizzuto, il segretario cittadino del PD Domenico Filardi, l’ing. Giancarlo Luongo dell’Anas, il presidente di “Basta vittime sulla S.S. 106” ing. Fabio Pugliese e inoltre l’on. Mimmo Bevacqua presidente della commissione regionale Ambiente e Territorio, l’assessore regionale ai Trasporti Roberto Musmanno ed il Sen. Salvatore Margiotta, lucano, responsabile nazionale Infrastrutture del PD. Tutti gli intervenuti si sono trovati d’accordo nel sostenere che la S.S. 106, per la quale il Governo ha investito oltre un miliardo di euro, è un’opera strategica sotto l’aspetto della mobilità pubblica e della sicurezza stradale non solo per lo Jonio ma per l’intera Calabria e per tutto il Mezzogiorno ed è per questo che bisogna evitare le contrapposizioni e remare tutti nella stessa direzione per evitare altri ritardi e altre vittime. «Siamo stati molto coinvolti – ha dichiarato a nome degli altri sindaci il primo cittadino di Trebisacce Franco Mundo intervenendo nel dibattito, parlando di un bicchiere mezzo vuoto e provocando perciò una reazione stizzita da parte dell’assessore regionale Musmanno – ma poco ascoltati! Noi – ha aggiunto – avevamo proposto soluzioni che coniugavano la sicurezza stradale e la tutela del territorio ma alla fine ci è stato imposto un tracciato che, abolendo le gallerie artificiali e sostituendole con le trincee, finisce per deturpare le terrazze marine dell’Alto Jonio e arrecare un danno ambientale al territorio».

Pino La Rocca