Cosenza-11/10/2017: Verso Inter-Milan /Domenica c’è il Derby di Milano


Verso Inter-Milan

Domenica c’è il Derby di Milano

C’era un tempo la Scala del calcio, palcoscenico sul quale si poteva ammirare una delle più romantiche partite dello scenario calcistico mondiale. La sfida tra Inter e Milan. Beneamata contro Diavolo, bauscia contro casciavit.

Malgrado sfacciate cineserie e problemi finanziari, le due milanesi, a tutt’oggi, condividono un primato di tutto rispetto: sono le uniche due compagini della stessa città ad aver sollevato Coppa dei Campioni, Champions League, Mondiale per club e Coppa Intercontinentale.

C’era un tempo la Scala del calcio, territorio storicamente rigoglioso di grandi giocatori, e non è detto che le sue luci, vocalizzate dall’interista Roberto Vecchioni, non si riaccendano definitivamente proprio nell’imminente derby numero 219.

Nei confronti in gare ufficiali nella massima Serie è in vantaggio l’Inter con 61 incontri vinti contro i 51 del Milan e 54 pareggi.

La classifica cannonieri del Derby di Milano non presenta, con un velo di malinconia, calciatori in attività, nelle primissime posizioni. In vetta Shevchenko con 14 reti, dietro di lui Meazza (che giocò con entrambe le maglie), Nordahl e Nyers. Bandiere o vecchie glorie pure nella graduatoria delle presenze: con 56 gettoni guida Paolo Maldini, segue Javier Zanetti a 47 e Beppe Bergomi a 44.

Ma domenica sera, dopo lo spritz, torna uno degli evergreen del calcio nostrano che non stufa mai, nemmeno dopo 98 anni di incroci, in campo nazionale e non.

La prima stracittadina in campionato, il 10 gennaio 1909, la decise l’attaccante rossonero di passaporto svizzero Max Laich, con un acuto a due minuti dalla fine. L’ultima, quella dello scorso 15 aprile, è stata una gioia milanista più che nerazzurra grazie alla zampata colombiana, in un finale da libro giallo, di Cristián Zapata al minuto 97, at the last gasp, valsa il 2-2, nel primo confronto in salsa cinese della storia meneghina.

Il posticipo domenicale sarà il battesimo nel derby, come mister della Rinascente Inter, Luciano Spalletti, il pratico che sta zittendo la critica con espressioni e comportamenti giusti. Sta ricostruendo un team ricevuto a frammenti, alcuni di ottima qualità, e sta riordinando l’enigma. Il condottiero toscano ha inculcato mentalità e rigore nei suoi ragazzi, anche con l’ausilio di una buona dose di fortuna (che serve sempre).

Sarà il terzo derby per Vincenzo Montella, uno che ha la raffinatezza e la sensibilità per fare l’allenatore del Diavolo ancora per tanti anni. È potenzialmente un tecnico da ciclo, perfettamente in grado di fare epoca a Milanello. “Si dicono tante cose, si dice anche che non urli. Chi sa insegnare non urla, non si dimostra carattere con l’urlo. Non devo recitare in panchina”. In 27 parole, al tempo dei nuovi tweet da 280 caratteri, ecco di che pasta è fatto l’allenatore campano. Montella sa impartire ai suoi ragazzi l’arte del soffrire e, in fondo, spera che il diamante grezzo Andrè Silva emuli il Kakà di un Inter-Milan proprio dell’ottobre di 14 anni fa. Corsi e ricorsi storici per dirla con Giambattista Vico.

A proposito di Storia, “quando si dice Derby – scrive Francesco Beltrami su iogiocopulito.it – bisognerebbe pensare all’ippica, a quel giorno del 1779 in cui il dodicesimo Conte di Derby Edward Smith Stanley e Sir Charles Bunbury si giocarono, lanciando in aria una moneta, l’onore di dare il loro nome a una corsa che avrebbe opposto i migliori cavalli di tre anni inglesi sulla distanza dei 2400 metri in quel di Epsom, a partire dall’anno successivo. La sorte favorì lo Stanley, Conte di Derby, il quale evitò ai calciofili che, un secolo e più dopo, si appropriarono del nome per definire le sfide stracittadine di assistere al Bunbury di Roma, al Bunbury della Mole e così via. Invece ormai, in Italia quasi tutti, sentendo la parola Derby, pensano al calcio, e pensano a Milano, Roma, Torino, Genova, le grandi sfide tra squadre di Serie A, ognuna col suo simbolo a completarne il nome, la Madonnina a Milano, la Mole a Torino, la Lanterna a Genova”.

Ecco l’augurio è che Inter-Milan sia un Derby degno di questo nome e della sua storia, dato pure l’ippodromo limitrofo allo stadio. Di una cosa si può star certi: i pedatori non si risparmieranno e perfezioneranno ulteriormente il concetto di “Derby” nonostante equilibri non spostati, laureati giapponesi e scrittori mancati. O mia bela Madunina che te brillet de lontan tuta d’ora e piscinina, ti te dominet Milan.

Davide Capano

Università del Calcio

(foto twitter.com
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