Trebisacce-20/10/2017: Una bella pagina di Cultura

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TREBISACCE «Non commettete l’errore di non studiare, perché c’è chi oggi vi vuole ignoranti, vi vuole cretini, vi vuole dopati, vi vuole sballati, vi vuole rassegnati e buttati sul divano a sonnecchiare, perché ha bisogno di comprare il vostro silenzio e la vostra complicità». Lo ha affermato, rivolto agli studenti che gremivano il Cinema-Teatro Gatto, il Vescovo della Diocesi di Cassano Jonio don Francesco Savino che ha concluso, da par suo, il Convegno su tema “La ‘ndrangheta, l’usura, il principio di legalità: la ribellione, la libertà”, organizzato dalla Fondazione Antiusura Onlus “San Matteo Apostolo” di Cassano Jonio e svoltosi nella cittadina jonica nella mattinata di venerdì 20 ottobre alla presenza di ospiti d’eccezione, tra cui l’ex Magistrato Francesco Marzano presidente Emerito della Suprema Corte di Cassazione, don Giacomo Panizza presidente della Comunità “Progetto Sud” di Lamezia Terme, il dottor Nicola Gratteri Procuratore Distrettuale Antimafia di Catanzaro e S.E. il Vescovo Savino. Al Convegno, oltre a numerosi esponenti politici, rappresentanti del Clero e delle Forze dell’Ordine e della società civile, ha assistito, in religioso silenzio, un’attenta platea di studenti degli Istituti Superiori di Trebisacce accompagnati dai rispettivi Docenti e Dirigenti Scolastici. E’ stata, come ha ricordato lo stesso Presule Cassanese, un’autentica pagina di approfondimento e di formazione culturale, un bel momento di incontro e di riflessione su temi attuali e scottanti che riguardano, checché se ne dica e se pensi, anche la nostra realtà e più in generale la Calabria. Dopo il saluto e l’introduzione del sindaco di Trebisacce Francesco Mundo che ha ringraziato per aver scelto Trebisacce per un appuntamento culturale così importante, ha introdotto i lavori il Presidente Marzano che ha fatto un’approfondita analisi dei mali di una società malata, a partire dalla mafia che, secondo il dottor Marzano, non è solo dentro la società civile ma è dentro lo Stato e dentro le istituzioni. Ha quindi parlato dell’usura come un male odioso, oggetto della nostra Fondazione, spesso appannaggio delle organizzazioni mafiose, molto diffuso nelle nostre zone e di difficile accertamento giudiziario anche per la Magistratura. Ha quindi svolto l’intervento più atteso il dottor Gratteri, uno dei Magistrati più autorevoli e più esperti nella lotta alla criminalità organizzata, il pubblico ministero che in tutta Europa ha intercettato e sequestrato il più alto quantitativo di droga e che proprio per questo è inviso alla delinquenza organizzata e vive quotidianamente sotto scorta. Il dottor Gratteri si è soffermato in particolare su due aspetti del Convegno, l’usura, che il Procuratore Gratteri ha assimilato alla droga perché crea dipendenza. Dall’usura, secondo il dottor Gratteri, non si può uscire, per cui per un commerciante o per un imprenditore, è meglio dichiarare fallimento che rivolgersi all’usuraio perché l’usura, oltre a far entrare l’interessato nel tunnel della disperazione, mette in crisi i nervi della vittima, crea tensioni e destabilizza i rapporti familiari soprattutto con la moglie e con i figli che vedono nel padre un “uomo fallito”. Il dottor Gratteri ha quindi aperto uno scenario ampio e inquietante sul traffico della droga, su quello che ci sta a monte a livello di commercio e di affari, sugli enormi capitali che la droga fa girare e riciclare e, in particolare, sugli effetti devastanti che producono nella testa anche le cosiddette droghe leggere che taluni vorrebbero legalizzare e che non sono più quelle dei “figli dei fiori” perché il principio attivo è ormai geneticamente modificato. Ha quindi parlato e raccontato le sue esperienze sul campo don Giacomo Panizza “il prete bresciano antimafia prestato alla Calabria” che nel 1976 ha fondato a Lamezia Terme “Progetto Sud”, comunità di gruppi autogestiti, di famiglie aperte e di servizi, di iniziative di solidarietà, di condivisione e di accoglienza di soggetti svantaggiati, che dal 2002 vive sotto tutela dopo le gravi minacce di morte del clan Torcasio per aver deciso di prendere in gestione un palazzo confiscato alla mafia e da destinare ai disabili. Dopo gli interventi di alcuni studenti che hanno posto domande e ricevuto esaurienti risposte dai relatori, è toccato al Vescovo Savino tirare le conclusioni del Convegno e lo ha fatto, come al solito, senza mezzi termini. «E’ finito il tempo della retorica, dell’ipocrisia e delle liturgie e, per amore del mio popolo non posso più tacere e far finta di niente». Ha ammonito don Francesco Savino che nella sua spietata analisi dei mali della società moderna non ha risparmiato nessuno e neanche talune disattenzioni della Chiesa. «Non è possibile – ha dichiarato il Vescovo di Cassano Jonio mettendo in guardia contro il fatalismo e l’alibi dell’inefficienza dello Stato – che la Calabria, che è stata la culla della cultura della Magna Grecia sia quella che abbiamo sotto i nostri occhi… e, se vogliamo invertire la rotta, ognuno di noi deve smetterla di cercare alibi, di prendersela sempre con lo Stato ma deve assumersi le proprie responsabilità in quanto persona singola e in quanto cittadino di una comunità». Il Vescovo, rivolto ai giovani, ha quindi parlato delle gravi responsabilità da parte degli adulti per aver lasciato ai giovani un “mondo malato e invivibile” e, dopo averli spronati a studiare per contribuire a rompere il becero rapporto tra economia e corruzione, li ha invitati alla “resilienza”, a resistere quindi ed a rendersi protagonisti del cambiamento.

Pino La Rocca