Italia-09/11/2017:COLLASSO DELL’ITALIA E DELLA CALABRIA: CAUSE

La storia siamo noi

COLLASSO DELL’ITALIA E DELLA CALABRIA: CAUSE

 

L’Italia sta collassando, e le sue componenti più fragili, come la Calabria, la precedono nel tracollo.

Analizziamo i motivi con due esempi calzanti.

Premetto un’osservazione: quelli che potrebbero sembrare “casi personali” non lo sono, visto che la loro natura è classificabile come “bene comune”, non essendoci in essi nessun tornaconto personale (lo scrivente ha ceduto gratuitamente i diritti editoriale delle ricerche ai cittadini del territorio).

. Caso del 3° Megalotto Sibari Roseto.

E’ stato denunciato, e ribadito più volte dallo scrivente, come il tracciato e la qualità di questa sciagurata opera infrastrutturale, dal costo stratosferico di 1 miliardo e 200 milioni (già solo in preventivo, e, come sappiamo, in esecuzione, destinata a lievitare almeno del 50%), sia stata progettata in dispregio dell’ambiente e della storia del territorio (vedi: “Sibari, questa sconosciuta?”; edito da Club Rotary Corigliano Rossano, Pro Loco di Trebisacce e Sybaris Tour. Trasmessa inutilmente a Franceschini).

Dell’ambiente, perché prevede una straziante trincea a cielo aperto sugli affascinanti pianori marini, già percorsi, a valle, sia da una 106 parzialmente ammodernata, sia dalla vecchia 106, sia dalla linea ferroviaria. Uno sperpero economico, inutile e dannoso, privo di ritorni occupazionali, visto che le imprese interessate, tutte del nord, dispongono di loro manodopera. L’unico “ritorno” potrebbe essere accreditato ad una certa impresa locale fornitrice di cemento (elemento che deve essere fornito “fresco” ai cantieri).

L’Anas e l’amico di Renzi, Lotti (da lui messo a controllo del Cipe), hanno ingaggiato un poraccio perdigiorno, che ho sempre definito “l’avvoltoio della 106”, il quale è riuscito (con la compiacenza di alcune testate on line) ad autoesaltarsi divulgando un suo presunto e peloso interesse sulle vittime di incidenti stradali avvenuti sulla 106. Basti dire che tali incidenti mortali sono tutti avvenuti in tratti diversi da quelli del famigerato 3° Megalotto (già parzialmente ammodernato e più sicuro). Questioni inutilmente elencate a Delrio.

Bene, al disastro economico ed ambientale, come ho evidenziato, nella conferenza poi riprodotta nella suddetta pubblicazione, tenuta proprio nel Museo Archeologico Nazionale della Sibaritide, si aggiungerebbe lo scempio storico costituito dal fatto che tale tracciato passerebbe proprio, oltre che sulla delicata zona archeologica magno greca e romana di Amendolara, sopra le vestigia della città di Sybaris (la più grande città dell’Occidente arcaico).

Voglio anche evidenziare che tali vestigia ricadono nel territorio di Cassano, il cui sindaco, Papasso, presente con il suo assessore alla mia conferenza, invece di dedicarsi ai sondaggi, si sbraccia scompostamente per la realizzazione dell’inutile stradone che (oltre allo smisurato danno archeologico) solcherà, tagliandola in due, come una trionfante muraglia cinese alta dieci metri, la più grande ed incantevole piana calabrese.

Qualunque Stato, Regione od Amministrazione, diverse da quelle ci opprimono con la loro rapacità e pochezza culturale e morale, avrebbe, anche solo per motivi cautelari, analizzato le questioni sollevate dalle mie pubblicazioni (articoli e libri), tenendo conto che il paesaggio e la storia (tutelati dall’articolo 9 della nostra Costituzione), sono fattori di crescita economica e culturale. Qualunque, meno che queste nostre.

. Caso del sito protostorico di Broglio a Trebisacce.

Sybaris caso isolato? Manco per sogno! Dopo avere, sempre in conferenza (tenuta nella Sala Consiliare del Comune), indicato ai cittadini di Trebisacce le potenzialità di un sito protostorico dedicato alla divinità di Dioniso (la più importante del periodo arcaico), e le possibili vaste possibilità operative di valorizzazione turistica ed economica, due sindaci (di opposto orientamento politico) supplicati da un paio di pezzenti ignorantoni, terrorizzati dal perdere l’osso che si rosicchiano inutilmente da quarant’anni, hanno deciso d’ignorare la questione, malgrado si fossero impegnati diversamente (vedi: “Trebisacce svelata”; edita dalla Pro Loco di Trebisacce).

C’è dunque da stupirsi che la Nazione e la Calabria, in mano a simili personaggi d’infinita miseria morale e culturale siano destinate al tracollo?

Non mi pare.

Mi auguro che la magistratura, ultimo baluardo della nostra antica civiltà, vada a indagare sui motivi di tanto accanimento “contronatura”.

Maurizio Silenzi Viselli architetto