Trebisacce-20/11/2017: TRADIZIONE E CULTURA

TRADIZIONE E CULTURA

La tradizione non consiste nel conservare le ceneri ma nel mantenere viva una fiamma” (Jean Jaurès)

I giorni scorsi l’Associazione Count-Down, Scuola Arceristica “ la freccia perseverante” è stata artefice di un importantissimo evento tecnico-culturale-scientifico-sportivo-umano di grandissimo spessore, infatti grazie all’impegno del suo Presidente, Dottor Guido Valenzano, si è svolto uno splendido Corso di costruzione dell’arco bastone ArcoUISP, con annesso Seminario MBA Project e  presentazione del Progetto pedagogico denominato “Progetto Kàrman”.

L’accoglienza agli ospiti provenienti da varie regioni italiane, da parte di Guido e della moglie Gina Stan Florentina, è stata fantastica, a dimostrazione che quando si opera con il cuore tutto diventa più umano e coinvolgente dal punto di vista emotivo.

Il Corso è stato tenuto dal Professor Vittorio Brizzi, Docente universitario e vera e propria autorità mondiale nel Tiro con l’Arco.

Il lavoro svolto è stato incentrato sulla costruzione dell’arco lungo a bastone in maniera facile e con semplici strumenti, quindi con la possibilità di realizzare il tutto anche in giardino o sul terrazzo di casa.

La spiegazione diretta e chiara del Professor Brizzi ha consentito agli appassionati presenti di veder nascere dal nulla un attrezzo tradizionale e trasudante storia.

Nel corso dell’incontro si è dato ampio risalto alla costruzione dell’ arco e delle frecce affrontando argomenti come scelta del materiale, “interpretazione” della doga, stagionatura, fasi della lavorazione, test e tecniche di tiro, costruzione di frecce storiche, reperimento materiali, colle naturali, realizzazione di semplici punte storiche, realizzazione degli impennaggi.

Ciò è stato estremamente importante, in quanto non ci si è accontentati di costruire un qualsiasi arco di legno funzionante, ma un arco realizzato con le stesse caratteristiche e filosofia di costruzione di quelli utilizzati in epoche passate dai nostri predecessori.

Un plauso anche a Gionata Brovelli, del Coordinamento Didattico ArcoUISP – Tiro Storico, per la preparazione e per la simpatia.

Il Convegno, svoltosi domenica 19 novembre presso la Biblioteca Comunale di Montegiordano Marina, ha visto la partecipazione attenta ed interessata di tutti i partecipanti al Corso e ha voluto rappresentare un momento di crescita non soltanto tecnica ma, soprattutto, culturale.

Il Progetto MBA ha voluto sottolineare come durante le epoche antiche il modo di tirare frecce con l’arco era completamente diverso da quello attualmente utilizzato nello sport ufficiale. Oggi, la “prestazione sportiva” prevede altissima precisione, costanza del risultato, distanze di tiro standardizzate, alto perfezionamento tecnologico dell’attrezzatura.

Anticamente, dalla preistoria al tardo rinascimento, le doti dell’arciere erano ben altre. La mobilità, la forza e l’adattabilità al contesto (caccia o guerra) erano coniugate con la precisione ed erano doti fondamentali.

L’arco e le frecce erano frutti di una tecnologia a portata “umana” in un connubio virtualmente totale. Il progetto MBA ( My bow ,awake) ha l’obiettivo di dare origine a una nuova attività culturale ludico sportiva con caratteristiche complementari rispetto alle attuali discipline sportive del tiro con l’arco, ispirandosi alla sostanza del tiro storico antico. Questo progetto vuole definire una cornice di riferimento in cui sia possibile evidenziare le “differenze” tra lo stile moderno e quello medievale per aggiungere nuove (antiche) consapevolezze all’attività sportiva e ludico ricreativa di oggi.

Il Professor Brizzi, dall’alto della sua esperienza, ha tenuto un discorso molto preciso e chiaro in ogni suo aspetto, grazie anche a diapositive esplicative.

Subito dopo, Guido Valenzano ha presentato ufficialmente il Progetto Kàrman.

Ma che cos’è questo Progetto? E cosa si propone? Partiamo dalla consapevolezza che è l’arciere che impugna l’arco a fare la differenza. Il suo futuro e su come utilizzerà l’Arco e le frecce, non sono lasciate al caso. Non è uno strano fato o disegno astrale a decidere. Ciò che è e che sarà, ha origine dalla propria mente. Attraverso la cultura, l’arciere influenza e decide il proprio cammino. È solo l’arciere che sceglie la strada da percorrere, e il progetto KÀRMAN ne è altamente consapevole.

Impossibile non avvicinarsi con la mente all’antico concetto di Yin e Yang che sta alla base della filosofia e del pensiero cinese; esso, costituisce il simbolo della dualità esistente in ogni elemento di cui è composto l’Universo: due entità opposte e complementari che formano la totalità (le scienze ci sono arrivate secoli dopo con la teoria della materia e dell’antimateria, o della perfetta simmetria tra protone e antiprotone e così via fino all’infinito)

Il Progetto KÀRMAN vuole essere uno studio sperimentale e operativo, su un diverso e più ampio modo di concepire la formazione dell’arciere. Ha l’ambizioso obiettivo di formare Arcieri più consapevoli e coscienziosi nel proprio percorso di crescita non solo come atleti, ma anche e soprattutto, come persone.

Il progetto si contraddistingue per una sequenzialità ascendente di nozioni, laboratori e operatività attui a garantire all’allievo un bagaglio culturale ed educativo che lo accompagnerà durante tutta la vita.

ArcoUISP basa da sempre i propri insegnamenti sui 4 pilastri (Arkan) dell’arcieria Araba: precisione, destrezza, mobilità e potenza. Questa complessità di pensiero e di percorso, avvicina

sensibilmente l’arciere ArcoUISP al cammino degli atleti delle discipline orientali di arti marziali, i quali acquisiscono competenze ed insegnamenti nel corso di una scansione temporale ed operativa del proprio cammino sportivo e spirituale.

Il Maestro Guido Valenzano, nella sua lungimiranza, ha pensato di creare un vero e proprio percorso formativo, introducendo il colore degli anelli/gradi, per cui possiamo affermare ciò: “Freccia Perseverante….La consapevolezza nel significato degli Anelli. In sintesi: il colore degli anelli più è scuro più è indice di quanto tempo pratichi e di quello che sai…ma non solo!!! Gli allievi si identificano in essi. La vera svolta del progetto non è caratterizzata dalla suddivisione di un Monte nozionistico in gradi (anelli),ma è sicuramente rappresentata dalla “consapevolezza”.

Una qualità spesso trascurata nell’ambito formativo/educativo ma che la pedagogia moderna valuta come mattone cardine della crescita personale. Essere consapevole di ciò che si è, fornisce sicurezza e solidità emotiva. Permette di vivere in serenità con il proprio essere, ma soprattutto ci mette di fronte ai nostri limiti per cercare costantemente di superarli”.

Per portare avanti questo lavoro, il Maestro Valenzano si è ispirato ai gradi delle arti marziali orientali, quindi si partirà dall’anello bianco e si proseguirà con il giallo, l’arancione, il verde, il blu, il marrone, il nero e il rosso, ognuno dei quali prevede un percorso di studio e di crescita non soltanto tecnico-fisica ma anche umano-culturale.

Tutto questo sarà sviluppato con la collaborazione del Granmaster Raffaele Burgo, che trasmetterà le sue conoscenze negli stili “interni” del Kung Fu Cinese, nello specifico nel Taijiquan, per integrare questo interessante Progetto in un discorso tradizionale e ,nello stesso tempo, moderno, considerato che il Tiro con l’Arco avrà la possibilità di sfruttare i princìpi del Taijiquan, quali rilassamento, respirazione, visualizzazione, concentrazione, postura per dare quel quid in più alla sua pratica sportiva.

Il Grandmaster Burgo ha sottolineato l’importanza di mantenere inalterati i valori tradizionali di ogni disciplina sportiva, seppur in un contesto di modernità, al fine di non creare inutili confusioni, sottolineando anche come gli arkan del Kung Fu possono tranquillamente integrare il lavoro del Tiro con l’Arco, se soltanto chi insegna si attiene alla tecnica pura.

Momento molto emozionante si è avuto quando Guido Valenzano, coadiuvato dalle valenti collaboratrici e socie dell’Associazione Count-Down, Stefania Di Martino e Rosita Mundo, ha consegnato a Vittorio Brizzi e Raffaele Burgo uno splendido riconoscimento, onorandoli dell’anello rosso. Ma qual è il significato di questo anello? Il rosso è il colore del sangue. Gli uomini possono appartenere a diverse razze e la loro pelle può essere di colori diversi ma tutti hanno il sangue rosso. Il sangue che scorre nelle vene è l’energia dell’uomo. L’anello rosso è l’espressione della Forza nella Via della saggezza lungo il percorso verso il mondo del significato, nel tempo senza tempo.

Questo anello rappresenta il grado di Formatore Nazionale.

Altro momento emozionante è stata la consegna di un riconoscimento, sempre da parte di Guido Valenzano, a Gaetano Vasta e Samuele Sperduto.

Bellissimo gesto, nel corso della serata, è stato quello degli arcieri dell’Asd Saetta Acri, che hanno voluto consegnare un attestato al Professor Brizzi.

Graditissima la presenza del dottor Antonio Farina, impegnatissimo nel sociale e propulsore di cultura, il quale lotta per offrire un ventaglio di iniziative idonee alla crescita umana di tanti giovani.

Che cosa dire al termine di queste meravigliose giornate? Sono stati momenti di grandissima crescita a 360°, accanto a persone straordinariamente umili e disponibili, a dimostrazione di come determinati valori ripagano sempre.

Permetteteci di ringraziare ancora profondamente Guido e Gina, la cui sensibilità, dolcezza, rispetto e disponibilità travalicano tutto il resto; pensiamo che persone così siano un esempio positivo da imitare e da seguire, in quanto in una società che pare abbia perso di vista i valori profondi della vita, questi due giovani professionisti sono un’oasi nel deserto.

Il loro lavoro permette a tantissimi giovani di non perdersi nei meandri di una vita insulsa, ma li porta ad intraprendere un cammino verso la luce, verso la positività, verso la pulizia morale. E questo è un merito indiscusso di Guido e di Gina che, in un territorio spesso refrattario alla pratica sportiva che non sia quella del calcio e del ballo, lottano con grinta e perseveranza per fare emergere anche attività meno seguite.

Già questo basterebbe per premiarli ed apprezzarli.

Dobbiamo essere grati alle persone che ci rendono felici, sono gli affascinanti giardinieri che rendono la nostra anima un fiore” (Marcel Proust).

Noi siamo grati a Guido e Gina perché sono i giardinieri che, di certo, faranno sbocciare tantissimi bei fiori nel cuore e nell’animo di tanti appassionati.

RAFFAELE BURGO