Alessandria del Carretto-10/02/2018: Ritorna lo storico Carnevale

Carnevale Aless. d. C.

ALESSANDRIA DEL CARRETTO Anche quest’anno nel “borgo autentico” di Alessandria del Carretto ritorna l’atteso appuntamento con il Carnevale, una festa antica che riunisce la comunità del paese e numerosi visitatori attorno alla tradizione delle maschere dei 2 “Połëcënellë”. L’appuntamento quest’anno è per sabato 10 e domenica 11 febbraio. Sabato sera, alle 21.00, è infatti in programma il “ballo in maschera” che si svolge presso Palazzo Chidichimo e lo spettacolo riprende domenica alle 14.00 con la “vestizione” a cui farà seguito, alle 16.00, la sfilata e la presentazione delle caratteristiche maschere dei due “Połëcënellë”. Si tratta di una tradizione tra le più antiche del Sud-Italia che mette in scena un vero e proprio spettacolo teatrale greco immerso in un clima di festa che prelude all’imminente Primavera. La manifestazione è caratterizzata da una maschera magica, dalla storia controversa, che richiama nel borgo l’attenzione di studiosi, fotografi e semplici curiosi. Si tratta, come si diceva, di “Połëcënellë Bielle” e “Polëcenellë Brutte” che, con il loro colorato e prezioso abito, sfilano per le vie del paese esibendosi in danze propiziatorie e affascinando i visitatori e la stessa comunità. Il corteo delle maschere “brutte” in passato era accompagnato dalle zampogne a chiave. Il loro ballo era disordinato e grottesco ed entravano in scena non appena i “belli” andavano via, sicchè le due figure non entravano mai in contatto. La messa in scena dei Belli e dei Brutti in realtà simboleggia una lotta rituale, tra la povertà e la ricchezza, tra l’inverno e la primavera, tra il buio e la luce, tra l’ordine e il disordine. Poi c’era la maschera dell’Ursë, un uomo nerboruto e camuffato da animale con caratteristiche ed elementi che ne esasperano le fattezze brutali. L’Ursë rappresenta la forza oscura della natura e del bosco, l’entità mostruosa che va domata e infine c’era “Coremmë” che, con addosso l’abito nero del lutto e con il viso tinto di nero-fumo, rappresentava l’incarnazione della Quaresima e rappresentava la fine del periodo carnevalesco. Si tratta insomma di un Carnevale autentico e originale capace di riproporre spaccati di storia contadina del borgo più alto del Parco Nazionale del Pollino. Non solo, questa ricorrenza vuole rappresentare un momento di riscatto del già “paese dei dimenticati” e dei suoi validi giovani che, protagonisti della “resilienza”, si impegnano per dare continuità al Carnevale di Alessandria del Carretto, “il borgo autentico” nel quale tradizioni e leggende spesso si confondono.

Pino La Rocca