Amendolara-16/03/2018:       Hanno rapito Moro! (di Salvatore La Moglie)

Rubrica letteraria a cura di Salvatore La Moglie

 

In occasione del 40° anniversario della strage di Via Fani e del sequestro di Aldo Moro la Redazione de La Palestra propone ai suoi lettori un racconto di Salvatore La Moglie che cerca di sintetizzare la giornata più tragica e lunga della nostra Repubblica, sulla quale tuttora permangono zone d’ombra e punti oscuri.

 

 

                                  

            

  

      Hanno rapito Moro!

    Giovedì, 16 marzo

 

Caro diario, sto per scrivere pagine di una giornata certamente particolare, di quelle destinate a rimanere storiche. Stamattina, dopo le 9, le Brigate Rosse hanno eliminato i cinque uomini della scorta e poi sequestrato l’on. Aldo Moro, uno degli uomini politici più importanti del nostro paese. Tutto questo è avvenuto a Roma in pieno centro, in pieno giorno e in tutta tranquillità. Le BR hanno avuto tutto il tempo per ammazzare, per rapire e darsi alla fuga. Sembra tutto così impossibile, incredibile, irreale e anzi surreale. Moro stava andando in Parlamento per il nuovo governo guidato da Giulio Andreotti, con i comunisti nella maggioranza parlamentare dopo decenni di conventio ad excludendum.

Io ho saputo la notizia stamattina a scuola dal professore di “Italiano e Storia” Enzo Desantis, il quale ha anche fatto una sintesi della storia del dopoguerra per far capire meglio alla classe la cronaca che stiamo vivendo. Sono d’accordo con lui su tutto. Per es., sui brigatisti: gente usata e manipolata, lasciata fare e non compagni che sbagliano come tanti nel Movimento li considerano. Questo fatto qui, cioè questa confusione mentale, sulla natura delle BR, non può che danneggiare tutta la Nuova Sinistra. Non sono pochi a credere che i brigatisti siano dei puri e dunque gli unici rivoluzionari italiani che credono per davvero nella lotta di classe e nella rivoluzione comunista, sbagliando, però, nel metodo. Io non nego, comunque, che tra di loro possa esserci qualche idealista convinto di servire la “causa” uccidendo oggi un poliziotto e domani un magistrato…

L’obiettivo, lo scopo – da Piazza Fontana ad oggi – è quello di creare caos, disordine, tensione. Ecco, appunto, la strategia della tensione, la quale equivale, praticamente, a un golpe strisciante, permanente, infinito, mai attuato veramente ma sempre minacciato, diretto a impedire al nostro paese spostamenti a sinistra e, quindi, cambiamenti politici in senso democratico e progressista. Il mio caro prof  Desantis, che se ne intende davvero, ci ha fatto capire oggi molte cose, cose che in gran parte conoscevo ma che adesso ho assimilato meglio e che intendo approfondire. È proprio vero: bisogna conoscere la Storia, il passato se vogliamo capire e “leggere” il presente e, anche, fare previsioni sul futuro. «O italiani, io vi esorto alle storie…», aveva detto il Foscolo in un suo famoso discorso accademico. È vero la Storia è la registrazione dei delitti, delle follie e delle sventure dell’umanità, come dice Gibbon, ma senza la Storia non capiremmo nulla di noi stessi. Come pure capiremmo poco senza la Letteratura. Oggi pomeriggio, pensando alla strage di via Fani, mi sono subito venute in mente le prime pagine dei Promessi Sposi, che abbiamo terminato da poco. Don Abbondio passeggia per le stradine di campagna, legge a tratti il suo breviario e, a un certo punto, davanti a sé, vede due «individui della specie de’ bravi» che gli intimano di non maritare Renzo e Lucia: «“Or bene questo matrimonio non s’ha da fare, né domani né mai”»… Minacce da prepotenti, al servizio di gente potente e arrogante. Oggi mi sembra che qualcuno stia dicendo – in maniera poco garbata – alla Democrazia Cristiana e a Moro: «Questo “matrimonio” tra Dc e PCI non si deve fare, né oggi né mai».

Chi è questo qualcuno? Chi è il don Rodrigo, chi è l’Innominato di turno? Chi è l’Innominabile grande appaltatore di delitti? E chi sono i nuovi bravi mandati a impedire, a fermare? Personalmente sono convinto che l’Innominato o gli Innominati-Innominabili vengano dall’estero ma che abbiano grossi appoggi interni, di quello che il prof Desantis definisce il partito del Gattopardo o partito dei brigatisti senza mitra. È vero che l’America odia la parola stessa “comunismo” in sé e per sé e che vede la Russia dietro il nostro PCI (cioè, non si fida delle sue dichiarazioni sulla democrazia e sul filoatlantismo) ma è vero anche che i più filoamericani, i più filoatlanticamente oltranzisti, i più realisti del re li abbiamo in casa. E in casa ci sono i capitalisti, la Confidustria, le logge massoniche, i gruppi di pressione, i neofascisti, la destra democristiana, i liberali, i socialdemocratici e c’è anche una parte del Vaticano, la più conservatrice e anche reazionaria, che non digerisce i progressi del più grande partito comunista dell’Occidente. Insomma, se dovessi dire la mia, direi che siamo di fronte a un gigantesco complotto che vede interessati italiani e stranieri. Non solo gli USA, ma anche la Germania autoritaria di Schmidt non vede di buon occhio la nostra situazione politica, mentre  ostilità certamente ci sono anche in altri paesi amici dell’Europa (Inghilterra e Francia, per esempio…) e la stessa URSS non è certo molto soddisfatta dell’eurocomunismo di Berlinguer, Marchais, Carrillo e Cunal. A proposito, questa strage avviene, fra l’altro, proprio alla vigilia delle decisive elezioni politiche francesi e non porteranno certo bene al PCF e all’insieme della sinistra. Da noi, invece, ci sarà un minitest elettorale amministrativo già il 14 maggio… Saremo forse costretti ad assistere alla prima sconfitta elettorale del PCI dopo il grande balzo in avanti del ’76 (con tutta la paura che suscitò nei ceti medio-alti…). Eppure, il PCI è da sempre un partito moderato e democratico, e lo è soprattutto quando si trova in situazioni di potere. Togliatti spaventava De Gasperi col suo moderatismo… eppure questo PCI fa paura e qualcuno vuole ridimensionarlo per fare arretrare la classe operaia di almeno trent’anni…

Soffermandomi ancora un po’ sui possibili e probabili Innominati-Innominabili che oggi hanno voluto fermare Moro, il pensiero va alla massoneria che, in verità, rappresenta una lobby potentissima, un potentato che, se vuole, può decidere anche la sorte di un Paese, può condizionare in senso reazionario la vita politica ed economica. Sui giornali ho sentito parlare anche del potente Licio Gelli, “maestro venerabile” della segretissima e misteriosa Loggia Propaganda 2. Egli è politicamente vicino all’ideologia fascista e sembra essere un personaggio con le mani in pasta nella politica, nell’economia e chissà ancora in cos’altro e, pertanto, ipotizzo e mi pongo atroci dubbi. Come questo: e se la massoneria e/o la loggia P2 avessero un loro ruolo nella vicenda anticomunista che riguarda l’on. Moro? Nella P2 ci sono anche magistrati e generali. Mi chiedo, tra questi, c’è anche qualcuno che, da oggi, indagherà sul caso Moro? Sarebbe davvero interessante saperlo…

 Il prof Desantis è convinto che a fronte  dell’esistenza di un partito di brigatisti col mitra ce ne stanno altri o anche uno soltanto (ma è più probabile che ce ne siano più di uno…) senza mitra e in doppio petto, che finiscono per costituire, appunto, quello di cui parlavo più sopra e cioè il partito del Gattopardo o partito dei brigatisti senza mitra o definibili pure con altre armi, i quali sono ancor più pericolosi in quanto sono loro i veri ma occulti eversori, che stanno, appunto, dietro le quinte del Potere, che tramano nell’ombra e fanno da mente pensante, da cervello che progetta il Male e che poi arma le braccia della manovalanza, cioè gli esecutori delle grandi provocazioni, di delitti e stragi che devono fermare, bloccare un certo corso politico o l’avanzata delle masse lavoratrici e degli studenti rivoluzionari… Tutto questo per tenere ferme le lancette della Storia o per spostarle indietro … Pura dietrologia? Credo proprio di no, perché, sulle BR,  io non me la bevo …

  C’è da dire che, inizialmente, la notizia-bomba di stamattina è apparsa falsa, da fantapolitica. Poi la realtà costringe alla riflessione su un terrorismo che ha osato tanto: chi c’è dietro, chi manovra, chi è interessato (all’interno e all’estero) a destabilizzare il nostro paese e a fermare il nuovo corso politico costruito pazientemente da Moro? Non è un caso che l’attentato avvenga in coincidenza con il processo alle BR “storiche” a Torino e, soprattutto, che avviene lo stesso giorno del voto alle Camere per il nuovo governo che coinvolge il PCI nella direzione del paese. E, infine, non si deve dimenticare che Moro è (era?…) il candidato numero uno per il Quirinale dopo Leone…

Nel paese c’è stata la mobilitazione spontanea e immediata dei lavoratori e nelle grandi città le piazze si sono riempite di centinaia di migliaia di persone. Folle impressionanti in difesa della democrazia, non certo di questo Stato…E le bandiere rosse si sono mescolate a quelle bianche della Democrazia Cristiana, partito così poco abituato alla piazza… PCI e sindacati (Cgil in testa) hanno dimostrato la loro grande capacità di mobilitazione delle masse popolari…

Le immagini dei cinque agenti massacrati in via Fani sono terribili, di quelle destinate a rimanere scolpite nella mente. Le vittime sono il maresciallo dei carabinieri Oreste Leonardi (51 anni, che, si dice, era l’ombra di Moro, quasi una sorta di alter ego e ormai prossimo alla pensione);  l’appuntato dei carabiniere Domenico Ricci, 43 anni, l’autista preferito di Moro che era nato a San Paolo di Jesi, nelle Marche; il brigadiere Francesco Zizzi, 30 anni, di Fasano, in provincia di Brindisi; la guardia Raffaele Iozzino, di Casola, nel Napoletano, il più giovane della scorta coi suoi 23 anni; infine, l’agente Giulio Rivera, 24 anni, nato a Guglionesi, in provincia di Campobasso. Quasi tutti del Sud e figli di povera gente, vite brutalmente spezzate perché qualcuno l’ha deciso e non fa nulla se Leonardi o Ricci lasciano i loro figli (entrambi due) su questo mondo senza più l’affetto e il sostegno dei loro padri… Intanto, sui muri di qualche grande città, per es., Milano, sono apparse due scritte filobrigatiste che esaltano il sequestro e la strage: 10, 100, 1000 Aldo Moro, con accanto la “famosa” stella delle BR a cinque punte dentro un cerchio, e, più in là, la falce e il martello. Quindi: Ieri Schleyer oggi Moro con accanto stessa stella nel cerchio… Il fenomeno imitativo è forse ineliminabile in certi casi e, poi, si sa che gli imbecilli non mancano mai…

Per quanto riguarda le forze di polizia è normale e ovvio che siano tese e nervose e che non ci tengono alle lapidi piene di retorica sul dovere e il sacrificio per la patria. Lo stato d’animo dei poliziotti (come degli altri militari) si può sintetizzare così: rabbia, paura, tensione, sfiducia e frustrazione, anche per una riforma della polizia che si aspetta da anni e non si fa mai… Stato d’animo che è, poi, quello di un po’ tutti gli italiani…

In Vaticano c’è molta angoscia per Moro. Paolo VI lo conosce da quasi quarant’anni e la notizia l’ha certamente molto colpito. Naturalmente, non manca il messaggio di solidarietà e vicinanza espresso alla famiglia…

Partiti e sindacati hanno invitato alla calma e alla difesa dello Stato democratico e delle sue istituzioni. Berlinguer e Lama in testa. Da più parti si invocano misure eccezionali, stato di pubblico pericolo e leggi marziali con pena di morte. C’è chi vorrebbe il ritorno di Scelba, “uomo forte” degli anni del centrismo. Da più parti si lamenta anche il fatto che i nostri servizi segreti sono stati resi poco efficienti dalle critiche della sinistra per le “presunte” deviazioni sulle stragi fasciste da ’69 ad oggi. I servizi, però, esistono, c’è il Sisde, c’è il Sismi, che, quando vogliono, riescono ad essere efficientissimi. In questa vicenda, naturalmente, debbono apparire inetti e impreparati, non all’altezza del compito, mentre le BR debbono apparire efficientissime, preparatissime e addirittura, più forti dello stesso Stato… Del resto fino a poco tempo fa non c’era pure il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa così bravo ed efficiente nella lotta al terrorismo? Perché non lo si chiama a fronteggiare la situazione? In questo clima irreale e da paura sul mondo sembra che il destino del paese debba essere nelle mani dei militari, così come vorrebbe il partito di Almirante… Il governo ha disposto che tutti i permessi e le licenze ad agenti e militari delle varie armi siano sospesi (lo sono da ieri!) e, anzi, sono stati richiamati in caserma tutti quelli che si trovano in licenza; si pensa anche a mobilitare l’esercito in tutto il paese, proprio come se fossimo in guerra …

Il freddo e imperturbabile Andreotti ha invitato gli italiani a stare calmi e a solidarizzare con lo Stato e il governo. Il suo è stato un vero e proprio appello d’emergenza, in nome dell’emergenza. Ai cittadini italiani poco affezionati allo Stato e alle sue istituzioni ha chiesto praticamente il consenso e la collaborazione in nome della paura e del ricatto del terrorismo. La paura fa consenso: questo sembra essere la ricetta – vecchia o nuova che sia – che il Potere usa per l’occasione…

Le indagini sono a senso unico, cioè contro i militanti della Nuova Sinistra, Autonomia Operaia ed ex-sessantottini soprattutto. Posti di blocco in tutto il Paese, mentre nella capitale vengono perquisite le abitazioni di cittadini che con le BR non hanno nulla a che fare. Disagi e paura per tutti, mentre i brigatisti se ne stanno a sghignazzare comodamente seduti in un appartamento magari non lontano da via Fani…

Centinaia sono le telefonate di mitomani e sciacalli: tutti sanno qualcosa, dicono di aver visto questo o quell’altro… Certamente qualche testimone, qualcuno che ha visto tutto o quasi tutto ci sarà, ma verrà fuori? Avrà il coraggio di parlare e di esporsi al pericolo di essere ucciso qualora il suo nome venisse a galla? Intanto, per accontentare l’opinione pubblica e dimostrare che non si brancola nel buio più totale, oggi sono stati effettuati quattro fermi. Si sa il nome di uno dei fermati: Gianfranco Moreno, 32 anni, impiegato di banca. È probabile che non c’entri nulla, ma qualcuno va pur preso… In tutta fretta il Ministro degli Interni, Cossiga, ha fatto sfornare dal proprio cervello elettronico, cioè dal computer del Viminale, una lista di 20 presunti pericolosi brigatisti da ricercare quali possibili autori della strage di via Fani. Ha lanciato il suo bell’appello agli italiani affinché collaborino (telefonate al numero 475.69.89…) con questo Stato, cioè con le forze di polizia e, insomma, si facciano delatori (magari del vicino di casa che sta sul groppone…), e si è appellato anche alla stampa affinché sia equilibrata (cioè si autoncensuri…) nel dare le notizie…

L’analogia tra “caso Schleyer” e via Fani è davvero impressionante, tanto che a Bonn si è detto subito che è come essere di fronte a un secondo caso Schleyer. Naturalmente, i contatti tra le polizie e i servizi dei due paesi sono sempre attivi e si sono rafforzati dopo una recente visita di Cossiga (evidentemente il nostro capo della polizia ha una grande passione per certe cose…) alle efficienti “teste di cuoio” teutoniche (per reprimere meglio gli estremisti di sinistra…). Si dice che esperti dell’antiterrorismo tedesco siano già a Roma (magari chiamati dal buon Cossiga…) per dare consigli… Intanto, una voce, a dir poco inquietante, dice che i servizi segreti tedeschi sapevano già che in Italia ci sarebbe stato un attentato ad un importante uomo politico e lo avrebbero segnalato. Se fosse vero, sarebbe gravissimo… E c’è il fatto che uno del commando si sarebbe rivolto in tedesco ai suoi complici…

In merito al black-out telefonico organizzato ad arte dalle BR o chissà da chi, pare che la SIP ha negato ogni possibile sabotaggio: si sarebbe trattato di un blocco dovuto solo a sovraccarico di telefonate: tutto è tornato alla normalità verso le 10, cioè a strage e sequestro avvenuti…

Naturalmente, da tutte le parti del mondo sono stati subito espressi sdegno, esecrazione, solidarietà ma anche preoccupazione. Negli “States”si spera che Moro possa tornare presto in libertà. Viene citato il messaggio alquanto generico di Carter, un commento “addolorato” del machiavellico Kissinger (che si augura che, l’«“episodio indegno”» che ha colpito l’illustre leader, possa «“concludersi felicemente”»…) e quello della CBS che parla di democrazia colpita al cuore… Infine, per gli “esperti” del Dipartimento, il governo italiano deve, d’ora in avanti, «“puntare il riflettore”» sul problema «dei possibili “legami internazionali”» del terrorismo che, sottinteso, per gli USA sono sempre con il mondo sovietico, con il mondo dell’Est comunista… Dal canto suo, la superpotenza sovietica lancia le sue accuse alle potenze occidentali…: la strage e il sequestro di un politico come Moro sono una gigantesca e pericolosissima provocazione, un’operazione delle forze reazionarie per impedire il cambiamento e, soprattutto, l’ingresso del PCI nel governo; operazione che rientra in quella strategia della tensione che non riguarda solo l’Italia e che si sa a chi giova (cioè agli Stati Uniti, sottinteso…).

C’è chi chiede (giustamente, in effetti…) le immediate dimissioni di Cossiga ma, in questo momento, sarebbe un errore. Tra qualche giorno, però, si  dovrebbe operare un cambio al Viminale…

Da notare è che l’unico tra i politici che abbia espresso la necessità di fare di tutto per cercare di liberare Moro è stato Bettino Craxi…

La scena di oggi in Parlamento è stata una scena non proprio esaltante per le sortite a caldo di certi uomini politici importanti e meno importanti… Insomma, la nostra classe politica ha dato uno spettacolo non proprio all’altezza della situazione. Ci sono state scene isteriche e prese di posizione preoccupanti come, per es., quella di gente non estremista come La Malfa e di moderati come l’on. Tina Anselmi e di altri che hanno subito sostenuto che lo Stato accetta la sfida dei brigatisti  e che non deve assolutamente trattare per salvare Moro…: lo Stato non scende a patti, lo Stato non tratta con i criminali, lo Stato non cede… E tutto questo quando non si sa ancora se Moro è vivo o morto…

L’irascibile e sanguigno Ugo La Malfa dovrebbe essere in buona fede. Non è certo un fascista ma finisce facilmente, suo malgrado, per essere avvicinato ai fascisti nelle sue invocazioni bellicistiche, da guerra civile: dire che si debba rispondere con pena di morte, coprifuoco e guerra e cioè con le leggi marziali care ai fascisti significa gettare il paese nel caos, nella guerra civile (che, in effetti, non c’è…) e anche finire per dare un riconoscimento, di fatto, come esercito nemico, ai quattro gatti delle BR…

Il clima di tensione ricorda quello dell’attentato a Togliatti, ma c’è chi ha ricordato Giacomo Matteotti, il coraggioso socialista rapito e ucciso dai fascisti nel 1924. Certo, se si pensa a Moro già oggi ucciso o che potrebbe esserlo a breve, il pensiero va a Kennedy e, andando più indietro nel tempo di quasi 2000 anni, anche a Giulio Cesare, alle idi di marzo e al Bruto di turno…

Sul paese è calata come una cappa di piombo. C’è un clima che fa paura, un clima “tedesco”, un clima da colpo di Stato. La sensazione è quella del colpo di Stato. Anche i commenti della gente fanno paura e fanno capire il grado di confusione, di smarrimento, di sfiducia nella politica e anche di qualunquismo in cui gli italiani sono stati fatti piombare tra tentativi di golpe filofascisti, stragi nere e rosse che dir si voglia e scandali senza colpevoli e senza puniti. Delitti senza castigo. Ecco perché oggi su una parte dell’opinione pubblica, su tutti quelli che sono poco politicizzati e seguono il buon senso comune, la strage di via Fani e soprattutto il sequestro di Moro sono fatti che non li riguardano da vicino, sono un fatto di potere che riguarda solo loro, solo i potenti e, anzi, dovrebbero prenderne uno al giorno di quelli, così, finalmente, pagherebbero… Partecipazione, piazze piene, dunque, ma anche qualunquismo e indifferenza da assuefazione, con richiesta, da più parti, della pena di morte e di leggi più severe… da Stato autoritario, insomma…

Nel primo pomeriggio sono uscito  e sono andato all’edicola che da anni è, ormai, la mia edicola. C’era gente di ogni ceto che discuteva della strage e del rapimento di Moro. Ho sentito i commenti più disparati.

«Ve lo dico io: secondo me a fare questo sono stati Andreotti, Fanfani e Carter», ha detto con agitata convinzione l’anziano signor Luigi, il giornalaio per eccellenza del paese.

«Ma che dici!… secondo me, dietro c’è la Russia. Voi non conoscete i russi!…», ha ribattuto don Franco, il farmacista, sempre sicuro di avere la verità a portata di mano.

«Io sono d’accordo con Luigi: sono gli americani e la Democrazia… Sì, proprio il partito di Moro!…», ha replicato a sua volta mastro Ciccio, il ciabattino.

«Io dico che c’è di mezzo anche il Vaticano. Voi li fate così santi quelli lì?…», ha sostenuto il ragioniere Perrone.

«Ma scusate, non potrebbero essere semplicemente terroristi nostrani?.. Io li vedo un po’ come i carbonari dell’Ottocento o, se volete, come i partigiani…», ha precisato con sicurezza don Biagio, il cassiere della banca.

«Ma che carbonari dei miei stivali?! Ma stiamo scherzando?!…», ha quasi urlato il giornalaio. «Questi sono dei criminali all’ordine di gente potente. Credete davvero che si possa fare quello che è stato fatto senza che ci siano forti appoggi e grosse complicità?…».

«Io… A me non frega proprio niente di quello che è successo a Moro…Mi dispiace solo per quei poveretti, gente del popolo come noi… che sono morti per pochi soldi al mese come cani… Per quelli mi dispiace… Per Moro… che paghi!.. È venuto anche il loro turno. Dovrebbero prenderne uno al mese», ha infine affermato Giuseppe, detto Scirocco, perché ritenuto da tutti lo scemo del paese che, però, è sempre presente in edicola e legge gratis i giornali.

«La pena di morte!… Ci vorrebbe la pena di morte, ecco cosa ci vorrebbe!… Così la finirebbero di ammazzare i padri di famiglia!… Tu hai ucciso? E allora fai la stessa fine… Allora sì che le cose cambierebbero!…», ha detto il geometra De Salvo, uno sulla cinquantina, al quale ha fatto subito eco il vecchio maresciallo dei vigili urbani in pensione: «Sì, ci vorrebbe la pena di morte!… leggi più severe… Altro che la legge Reale!…».

«A me non frega niente di niente. Li ammazzassero!… Io so soltanto che se la notte non sforno i miei pani non so come guadagnarmi da mangiare… A me, l’importante è che non mi rompono i coglioni, a me, questi brigatisti…», ha affermato Vincenzo, il panettiere, con la sua disarmante logica.

Il giornalaio, che mi conosce da una vita, mi ha chiesto: «E tu… Tu studente marxista, cosa ne pensi?».

«Io…», ho risposto a un certo punto, «io credo che ci sia qualcosa di poco chiaro dietro questo fatto. Un fatto che poteva accadere solo in un paese orribilmente sporco come l’Italia. Un paese dove può accadere di tutto, dove tutto viene dimenticato  e dove i veri colpevoli non pagano mai…».

«Ma stai zitto!», mi ha risposto a voce alta e con tono contrariato il farmacista. «Sono quelli come te che stanno rovinando l’Italia: comunisti, leninisti, castristi, stalinisti, maoisti, brigatisti dei miei coglioni… Siete voi comunisti, insieme alla Russia, che state spargendo il sangue nel paese per permettere al PCI di governare con la scusa dell’emergenza…».

«Non so cosa dirvi», ho replicato brevemente non volendo scendere in polemica con un nostalgico del Duce.

«Per forza, non sai cosa rispondere!… Ma ora», ha aggiunto con soddisfazione malcelata, «la risposta ve la daranno la polizia e i carabinieri…».

«Scusate», non potei fare a meno di dire, «ma cosa c’entriamo noi? Non siamo mica brigatisti noi dell’estrema sinistra!..».

«Se non siete brigatisti», replicò, «siete comunque quelli che li fiancheggiano, quelli che simpatizzano…».

«Io, veramente, li detesto perché ci stanno distruggendo… Domani avremmo dovuto manifestare contro le cose che non vanno e invece già oggi e poi domani e ancora chissà fino a quando… siamo costretti a scendere in piazza per “difendere lo Stato e le sue istituzioni”…».

Detto questo ho salutato e me ne sono andato…

Adesso smetto di scrivere, ho la testa che mi pesa… La giornata è stata lunghissima e caotica, di quelle fuori dall’ordinario. Certamente i fatti di via Fani sono destinati a cambiare il corso degli avvenimenti, a segnare la storia del nostro paese.

Sogni la Rivoluzione, sogni un mondo migliore per tutti ed ecco, invece, che ti trovi davanti un’ennesima strage e le Brigate Rosse, che sembrano messe apposta lì per avvelenarti e spezzarti ogni sogno… «Ci hanno avvelenato le sorgenti del sogno, a noi che non avevamo altro che il sogno a consolarci», diceva Dino Campana, il poeta pazzo…