Oriolo-02/07/2018: Il Comune gira le spalle all’Oriolo Cult Festival

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ORIOLO “Sapere quando andar via è saggezza. Essere in grado di farlo è coraggio. Andare via, a testa alta, è dignità”. E’ con questo messaggio, coniato da Luca Frongia scrittore e poeta napoletano, che esordisce Antonella Accattato, una Laurea in Beni Culturali, ideatrice dell’OCF (Oriolo Cult Festival) in quanto specializzata nella programmazione e organizzazione di eventi culturali, nel suo legittimo “sfogo” nei confronti del Responsabile dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Oriolo che ha interrotto la collaborazione dopo due anni di intensa ed efficace collaborazione culturale. «Ho curato buona parte della programmazione dell’Oriolo Cult Festival (dalla sua nascita nel 2014 al 2017, anno dell’ottenimento del finanziamento regionale per gli eventi culturali calabresi) – ha scritto la dr.ssa Antonella Accattato contestando forma e contenuti della decisione assunta dal Responsabile dell’Assessorato – avendo sempre a disposizione budget esigui, ma con una costante attenzione ai requisiti di qualità, coerenza programmatica, connessioni tra luoghi e contenuti, in un’ottica di restituzione dei beni alla collettività e con una convinzione come motore di tutto: la bellezza DEVE essere portata all’attenzione degli altri, anche se si tende a considerarla di “nicchia” e la qualità dei progetti culturali può e deve prescindere dal numero degli abitanti di un luogo o dalla sua dimensione più o meno periferica. E’ questo il compito della cultura: i contenuti prima dei numeri. Secondo noi la cultura può e deve osare, laddove l’intrattenimento non sempre può permettersi di farlo. In questi anni sono stati coinvolti molti partner locali e regionali, attori qualificati e qualificanti del mondo della cultura, dell’artigianato, dell’editoria, del mondo digitale, che si sono distinti per innovazione e professionalità, con i quali si sono condivisi obiettivi e azioni. Cito Coccole Books, eccellenza dell’editoria per ragazzi, la Liuteria Jonica Corrado, partner di Nuvole a merenda, rassegna nata con l’intento di riportare i bambini a giocare con la terra e ‘nda Terr; La Guarimba, partner di caratura internazionale in una operazione culturale delicata: proiettare cinema indipendente in un luogo in disuso, LUCA Film Commission, grazie alla quale è stato possibile realizzare un evento site specific sui riti arborei di Calabria e Basilicata, in collaborazione anche con la Pro Loco di Oriolo, ancora Cool Frame, media partner del festival, collettivo di professionisti del territorio dell’arte e della comunicazione. Abbiamo lavorato così. Il risultato ottenuto è stato frutto di azioni congiunte e NOI a ogni partner riconosciamo il contributo apportato. Quest’anno avremmo voluto realizzare un Festival dal tema chissà com’è visto da te: confronto, ascolto, accoglienza, uno sguardo su ciò che è altro da noi. Vicino e lontano. Il nostro progetto non è stato neanche letto. A programmazione quasi ultimata, dopo aver vagliato numerose proposte – tenendo conto delle richieste dell’Assessorato, sulle quali ci siamo confrontati – che rispondessero a requisiti di qualità, notorietà, accessibilità di costi, ci è stato chiesto di disdire tutte le date da noi scelte, bloccate e confermate, cestinando così, su due piedi, il lavoro di mesi, adducendo motivazioni legate al costo delle stesse, pur rientrando queste ampiamente nel budget a disposizione. Evidentemente, ad oggi, risultano poco chiare le vere intenzioni programmatiche dell’Assessorato. È invece ben chiaro che se il contributo di un collaboratore non era più gradito, guarda caso, il primo anno in cui si ha a disposizione un budget più cospicuo, il modo con cui “lo si fa fuori” fa la differenza, di sostanza e di stile. Se oggi abbandono l’OCF, e con me i partner più stretti, è perché non intendo più collaborare con un Assessorato alla Cultura che non ha volutamente e intenzionalmente riconosciuto il contributo del lavoro svolto in quattro anni per la conquista di un finanziamento di ben 90mila euro, del quale usufruirà chi resterà e chi verrà, per altri due anni. Se abbandoniamo un progetto, in buona parte da noi ideato e curato, è perché rifiutiamo il modus operandi dell’Assessorato di competenza, poiché tutto questo si è dibattuto su un terreno di divergenze sui contenuti e (cosa assai grave!) a colpi di offese gratuite verso la mia persona, verso il mio lavoro e dei miei collaboratori, con l’utilizzo di espressioni irrispettose, offensive, opposte alla valorizzazione delle risorse che tanto si millanta dai palchi delle pubbliche conferenze. Tali espressioni, raccontano, purtroppo, di miopie imbarazzanti quando si guarda alle professionalità legate alla Cultura, raccontano molto e bene di una cultura del favore, del “devi dire grazie a me”, di una cultura del non lavoro, e molto, dei vizi culturali e sociali di questo territorio, che non a caso ancora arranca».

                                                        Antonella Accattato