TREBISACCE-17/07/2018: Aria condizionata in avaria: boccheggiano i medici, gli infermieri e soprattutto i pazienti “anziani” della Lungodegenza

TREBISACCE Aria condizionata in avaria: boccheggiano i medici, gli infermieri e soprattutto i pazienti “anziani” della Lungodegenza, le persone che afferiscono all’Ufficio-Ticket e al Poliambulatorio, oltre naturalmente agli impiegati che operano negli uffici amministrativi. E’ quanto si sta verificando da ieri, lunedì 16 luglio, presso la struttura ospedaliera del “Chidichimo” in gran parte della quale la temperatura, molto alta in questi giorni, viene condizionata attraverso un impianto centralizzato nel quale sarebbe andato il tilt il motore principale. Ma l’avaria del condizionamento non è altro che la punta dell’iceberg del degrado e dell’abbandono in cui versano gran parte delle attrezzature, ormai vecchie ed obsolete, che utilizzano gli specialisti del Poliambulatorio e più in generale il personale che opera nella Diagnostica (in particolare nella Radiologia dove c’è il tavolo multidisciplinare perennemente in avaria, che viene condizionato negativamente dalla vetustà e dal mal-funzionamento delle attrezzature. E non è un caso che, dai rilievi statistici pubblicati nei giorni scorsi, nel 2017 il Distretto Sanitario “Jonio-Nord” Corigliano-Trebisacce, nonostante l’impegno e la professionalità degli addetti ai lavori, si sia classificato all’ultimo posto tra i sei Distretti dell’Asp di Cosenza per le performance organizzative e per la produttività. Naturalmente sono in tanti, operatori sanitari, pazienti e sindacati, a lamentarsi ed a segnalare le disfunzioni, a cominciare dai delegati sindacali della Cisl Antonio Ramundo e Domenico Pucci, ma come sempre i tempi di intervento per le riparazioni sono lunghi e spesso diventano biblici. E’ il caso dell’assenza, presso il Poliambulatorio Comprensoriale, dello Specialista Diabetologo che, a far data dal dicembre 2016 in cui è andato in pensione il dottor Antonimo Staglianò, si protrae ormai da circa due anni nonostante le sollecitazioni della Direzione Sanitaria e le proteste delle centinaia di pazienti di tutto l’Alto Jonio, senza che vi sia mai stato un cenno di riscontro da parte dei vertici aziendali. Ma oltre a questo, ci sono diversi altri Specialisti che da mesi si recano sul posto di lavoro ma non possono assicurare le proprie prestazioni ai pazienti perché impediti dalla rottura delle attrezzature: è il caso della “lampada a fessura” che usano gli Oculisti per indagare all’intero dell’occhio; è il caso della poltrona odontoiatrica che usa il Dentista che è rotta da mesi; è il caso della macchina sterilizzatrice usata nell’Ambulatorio di Chirurgia… Si tratta dei cosiddetti “ferri del mestiere” senza dei quali gli specialisti dell’Asp non possono prestare il proprio servizio obbligando i pazienti a rivolgersi al privato e, ancora peggio, a esportare risorse preziose verso la vicina Basilicata la cui sanità si dimostra in tutto e per tutto più efficiente e più funzionale.

Pino La Rocca