Plataci- 05/08/2018: Il ruolo dei giornalisti in una Calabria condannata al degrado / Il giornalismo come strumento di comprensione.

Plataci: 05/08/2018

Il ruolo dei giornalisti in una Calabria condannata al degrado

Il giornalismo come strumento di comprensione.

 

“Il ruolo dei giornalisti in una Calabria condannata al degrado”, su questo tema si è svolto l’incontro di studio, sabato 4 agosto, nell’atrio della scuola Primaria, organizzato dall’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Francesco Tursi in collaborazione con l’Istituto Mezzogiorno Mediterraneo, presieduto dall’On.le Mario Brunetti. L’evento rientra negli ‘Itinerari Gramsciani 2017/2018’, giunto alla sua XX edizione. Nel ruolo di coordinatore il giornalista del Quotidiano del Sud, Franco Maurella, che oltre a presentare i relatori ha introdotto, anche con degli spunti critici, il delicato e complesso tema che ha trattato anche delle emergenze nell’Alto Jonio. Dopo i saluti istituzionali del primo cittadino Francesco Tursi e l’introduzione al tema della delegata alla Cultura, Lucia Brunetti, sono intervenuti con ricchezza di contenuti: Mario Alvaro (Presidente del Circolo dei giornalisti Sibaritide-Pollino), Nicola Bavasso (giornalista), Rizzo Giuseppe (giornalista, storico e scrittore), Gianni Mazzei (scrittore, saggista, poeta e già docente del liceo di Filosofia e Storia) e l’On.le Mario Brunetti che ha relazionato sul tema: ”Antonio Gramsci: l’oriundo Arberesh: Il giornalismo e la questione meridionale”. Presenti tra il pubblico diversi giornalisti, politici e studiosi: Giuseppe Costantino, e  MDP (con il Segretario Giuseppe Salerno e Mario Vuodi di Montegiordano), ecc. Per il sindaco Tursi, tra le altre cose dette, oggi vi è difficoltà a scrivere per un giornalista che si vede tuffato in false notizie che invadono il web e riuscire a raccontare la verità non sempre è facile. Per Lucia Brunetti, oggi non basta scrivere attraverso i comunicati stampa, ma occorre ricercare la notizia. Ieri si emigrava con la valigia di cartone, oggi assistiamo ad una fuga di cervelli e le nostre comunità si impoveriscono. Per Maurella bisogna evitare l’odio raziale e pensare che sono persone che hanno bisogno di aiuto. Lo stesso Vescovo Savino propone un giornalismo di pace. Quindi per il giornalista c’è anche un problema di deontologia professionale. Il giornalista dovrebbe avere sempre la schiena diritta, cosa non semplice. Gianni Mazzei ha parlato degli elementi nel giornalismo di Gramsci, del rapporto tra giornalismo e coscienza e si è posto il problema di come Gramsci avrebbe visto il giornalismo oggi. Il primo aspetto per il giornalista è il sentire-ha detto Mazzei-poi c’è il saper cogliere e il capire. Oggi, secondo Mazzei, Gramsci scriverebbe dello scontro tra Nord e Sud; c’è chi spende e spande e chi vive in difficoltà. Il giornalismo diventerebbe uno strumento di comprensione. Gramsci rimane un gigante ed è sempre attualizzabile. Per il coordinatore Maurella questo è un ruolo affidato agli opinionisti che entrano nella notizia. Giuseppe Rizzo ha ricordato che già nel 1909 il giornalista Cesarini ha fatto del giornalismo d’inchiesta, a proposito dell’eccidio di Plataci e i suoi articoli sono riportati nel libro di Mario Brunetti. Negli anni ’50 sei sociologi e giornalisti hanno scritto sui problemi della Calabria. Il giornalista oggi si dovrebbe mettere dalla parte dei cittadini e scrivere contro il potere politico e le istituzioni. Un tempo il Brigante, la sera, dopo il suo girovagare per le montagne, affidava al proprio diario delle considerazioni: la montagna deve essere fruibile e occorrono delle strade di collegamento che potrebbero sviluppare ricchezza e turismo. Per Mario Alvaro, i giornalisti con orgoglio e sacrifici quotidiani contribuiscono allo sviluppo sociale. Un ruolo sociale delicato che svolgono con professionalità. Costantino nota un bavaglio a livello regionale dei giornalisti. Il tracciato del 3° megalotto è discutibile, ma tutto passa quasi in silenzio. In Calabria si può fare di tutto! Per Mario Brunetti per contrastare il degrado bisogna inserire degli elementi culturali. Con gli “Itinerari Gramsciani” si parla della storia del paese e così intanto di Plataci se ne parla. L’esperienza si fa se c’è la volontà di portarla avanti. In un momento di crisi la volontà di andare avanti è importante. ”Non tutte le piante diventano alberi!”. Gramsci nel giornalista vedeva non l’atteggiamento romantico, ma un intellettuale non subordinato al potere. Il giornalista è un intellettuale complessivo e deve avere indipendenza, volontà nello studio e capacità nella ricerca. Occorre l’idea, la capacità di inviare un messaggio ed essere uno strumento del cambiamento. La coscienza del giornalista dev’essere la capacità di scendere in campo e di correre anche dei rischi. Il giornalista ha un potere e lo stesso potere è riuscito ad usare il giornalista a suo uso e consumo. Era questa l’occasione giusta per la raccolta di firme per la tutela delle minoranze linguistiche. Scrivere al Presidente della Repubblica e riproporre la questione. Oggi tante scuole chiudono e non si consente ad uno studente, ad esempio, di Plataci di poter continuare a studiare la propria lingua. Alla fine dei lavori, la serata è continuata con il Reading Concert “Tue djovasur dhe tue Kenduar” dal romanzo “La Terra di Yll” di Pino Cacozza (Ferrari Editore). Ha conversato con l’autore per rendere agevole la comprensione dei contenuti il Coreografo albanese, Andrea Kokeri.

Franco Lofrano

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