Cerchiara di Calabria-23/08/2018: Antonio De Rasis non c’è più!

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Cerchiara di Calabria:23/08/2018

Antonio De Rasis non c’è più!

 

Antonio De Rasis, 32 anni, volontario e guida del Soccorso Alpino, è uno delle 10 vittime del torrente Raganello, una tragedia che ha sconvolto il territorio e in particolare la sua Cerchiara che oggi si è stretta attorno ai suoi familiari per l’ultimo saluto. Un fiume di persone si è portato in Piazza della Fontana Vecchia per porgere l’ultimo saluto ad Antonio. I genitori Francesco e Lucia, il fratello Giuseppe, la sorella Amelia con il marito Andrea, la fidanzata Lucia, il nonno Antonio, gli zii,i cugini, gli amici, i conoscenti, i parenti tutti erano lì immobili e affranti dal grande dolore per la perdita del loro Antonio che aveva fatto dare loro fondo anche alla riserva di lacrime. Al centro della piazza la bara con sopra la foto di Antonio e la maglia col n.4 del Cerchiara calcio e accanto al feretro lo zaino e gli scarponcini da trekking che indossava quel tragico lunedì pomeriggio 20 agosto quando un fiume di fango e di detriti lo ha travolto rovinosamente. Del suo gruppo solo lui è volato in cielo, è rimasto indietro per mettere in salvo quante più vite possibili, ma era troppo violenta la furia dell’acqua che ha sorpreso il gruppo di escursionisti che stava visitando il Raganello. Ecco perché tutti i sopravvissuti hanno sottolineato che Antonio è morto da eroe. La Santa Messa è stata presieduta da S.E. il Vescovo Francesco Savino che ha invitato tutti a riconsiderare il nostro rapporto con la natura: ”Non c’è libertà senza verità e giustizia. Quello che è successo alle Gole del Raganello dovrebbe farci riflettere sulla necessità di riconsiderare il nostro rapporto con Madre Natura che quando viene sfigurata diventa matrigna”. Il parroco Mons. Giuseppe Ramundo ha esternato che: “Noi viviamo per celebrare il mistero dell’Abbraccio di Dio. Noi viviamo nell’Abbraccio di Dio, l’Abbraccio battesimale, l’abbraccio che ci fa arrivare a quello finale. E’ l’Abbraccio di Cristo sulla croce, nel suo grande dono di vita per la nostra salvezza. E’ l’Abbraccio, dice Papa Francesco, il simbolo autentico della fede cristiana”. Il sindaco di Cerchiara Antonio Carlomagno ha elencato il nome delle 10 vittime e dei sopravvissuti e ha inviato un augurio alla piccola Chiara ricoverata al Policlinico Gemelli di Roma. Ancora ha ringraziato tutti i volontari e le forze dell’ordine che hanno partecipato alle operazioni di soccorso. Toccante la testimonianza del Presidente del Soccorso Alpino Luca Franzese che ha chiesto perdono ai familiari di Antonio per non essere riuscito a salvare il suo amico del cuore Antonio. Ha tracciato per sintesi un quadro della figura di Antonio che ha definito uragano per le molteplici attività a cui si dedicava. ”Non riservavi rancore per nessuno. Non trascuravi le persone e hai concluso la tua vita terrena da eroe e ciò deve inorgoglire tutti noi”. Una compagna di scuola (Antonio ha frequentato l’ITS “Filangieri” di Trebisacce) ha ricordato che:” Eri tu il nostro leader. Eri sempre tu il primo della fila. Non hai mai escluso nessuno. Eri generoso, eri spontaneo, pieno di vita e di bontà. Ha ricordato le uscite insieme perché Antonio amava stare insieme in gruppo…’veglia su di noi’ e soprattutto sulla tua mamma”. E’ toccato alla sorella Amelia ringraziare la sua comunità che ha stretto in un abbraccio simbolico la famiglia colpita dall’immane tragedia. Gli amici dello Spisal Rossano dell’ASP di Cosenza hanno pensato di ricordarlo con un pensiero di Antonio stesso affidato al web che dice molto di se stesso: “Ecco, io la penso così: camminando in montagna riesco ad essere una persona migliore, un amico migliore, un figlio migliore…Provo forti emozioni anche solo alzando lo sguardo verso il panorama…Ritrovo in me la voglia di vivere in modo umile apprezzando ciò che la natura offre. Sto bene…sono vivo!”.Tante le autorità presenti a cominciare dal  Presidente della Regione Mario Oliverio, i sindaci di Cerchiara, Civita, San Lorenzo, Castrovillari, il presidente della Provincia di Cosenza, Franco Iacucci, il presidente del Parco Nazionale del Pollino Domenico Pappaterra, il Dirigente della Protezione Civile Calabria Carlo Tansi con al seguito il gruppo dei volontari, e ancora Giuseppe Ranù sindaco di Rocca Imperiale, Franco Mundo sindaco di Trebisacce, Antonello Ciminelli sindaco di Amendolara, ecc, ecc. E ancora Polizia Municipale, Carabinieri e carabinieri della forestale, Misericordia, Protezione Civile, Servizio 118, volontari del soccorso alpino, gli amici del Club dei motociclisti, ecc. La bara, portata a spalla dagli amici e colleghi di Antonio, ha raggiunto il cimitero, seguita da un corteo-fiume di persone, mentre in cielo si alzavano in volo tantissimi palloncini bianchi.

Franco Lofrano