Trebisacce-11/10/2018: Il Regionalismo Differenziato e la fine dell’assistenzialismo al Sud (di Riccardo De Nardi)

Il Regionalismo Differenziato e la fine dell’assistenzialismo al Sud

 

C’è un problema che attanaglia tutti i politici: una volta raggiunto il potere iniziano un percorso, quasi sempre irreversibile, verso il declino. Succede quasi ovunque, in Italia è purtroppo una legge empirica. E’ successo a Renzi, succederà anche a Conte, che non è proprio un leader politico e pertanto non dovrebbe tecnicamente rientrare nell’assunto precedente. Per trasposizione succederà al Movimento 5S e alla Lega, non più Nord, ma solo sulla carta. Proprio così, perchè, alla chetichella e con l’appoggio voluto o incosciente del M5S, sta cercando di avocare alle regioni del Nord che gestisce, maggiori poteri e indipendenza dal Governo nazionale. Sembrerebbe infatti che il Veneto, e non solo, abbia chiesto il ritorno del 90% delle tasse che trasferisce allo Stato. La richiesta del Veneto non è cosa di poco conto e va data la giusta informazione al popolo, del Sud soprattutto, dei rischi che corre nel caso sottovalutasse la questione. La scorsa settimana, ZonaDem ha organizzato un illuminante convegno dal titolo “Il Regionalismo Differenziato”, a cui hanno partecipato il Presidente della Provincia di Cosenza, il suo Assessore Gervasi, i consiglieri regionali di Puglia, Campania, il Presidente del Consiglio di Basilicata e Calabria nonchè il consigliere regionale Bevacqua, organizzatore del Convegno nonché uno dei pochi politici davvero presenti sul territorio. E’ emersa la comune preoccupazione che continuare a sviluppare le regioni del Nord a discapito di quelle del Sud contribuirà solo ad un impoverimento generale della Nazione. Pensare, erroneamente , solo al proprio orticello è fisiologico di una logica rupestre che non guarda ad una prospettiva più complessa. Chi pensa che garantire lo sviluppo delle sole regioni del Nord con investimenti e infrastrutture e l’assistenzialismo alle Regioni del Sud non comprende che in un’ottica di medio-lungo termine è una strategia loss-loss. L’Europa e il mondo, diversamente dai benpensanti, non vedono l’Italia come divisa in Nord e Sud. Dunque la negatività del Sud è legata a doppio filo con il Nord operoso. Se il Sud ritrovasse una sua dignità potrebbe contribuire anche ad un maggiore progresso per il Nord. Sud e Nord sono come vasi comunicanti, se uno dei due perde acqua la perde anche l’altro e viceversa se si riempie il primo, automaticamente si riempie anche il secondo. La notizia che mi ha lasciato più interdetto al convegno è stata che anche l’Emilia Romagna, governata dal centro sinistra ha avanzato la stessa richiesta del Veneto. Se anche una regione governata dal PD ragiona alla stessa stregua della Lega allora la situazione è davvero grave! In tutto ciò, la carenza di una classe politica calabrese carismatica ha fatto la sua parte. Forse è arrivato il momento che anche il Sud abbia una opportunità e che la nostra classe dirigente si proponga e si faccia carico di rappresentarci nella nostra totalità. Forse, visti gli evidenti risultati fallimentari, proporre un calabrese alla guida della segreteria del PD Nazionale potrebbe non essere una cattiva idea. Forse un pò di assistenzialismo in meno e un bel pò di voglia di emergere in più non farebbe male alla Calabria e alla questione meridionale, di cui la nostra regione è la massima interprete.

Riccardo De Nardi