Italia-16/01/2019: MUMMIE EGIZIE E SYBARIS ARCAICA: RAFFRONTO EGITTO ED ITALIA (CALABRIA IN TESTA), E RICORDO DI ANDREOTTI

MUMMIE EGIZIE E SYBARIS ARCAICA: RAFFRONTO EGITTO ED ITALIA (CALABRIA IN TESTA), E RICORDO DI ANDREOTTI

Giulio Andreotti

Si legge in numerosi ed eccitati articoli di stampa nazionali e calabresi:

“Nella Valle dei Re e ad Alessandria si lavora con le tecnologie più avanzate per svelare i tanti misteri ancora irrisolti delle piramidi egiziane e per trovare la tomba di Cleopatra”.

“…Il punto sulle ricerche, che hanno già dato risultati importanti e liquidato molte leggende, è stato fatto a Palermo da Zahi Hawass, considerato il massimo egittologo al mondo, che per iniziativa di BcSicilia ha tenuto in un’aula gremitissima dell’Università di Palermo una conferenza sulla sua lunga esperienza…”.

Tutto questo alla ricerca dell’ennesima puzzolente mummia che in vita sottometteva il popolo schiavizzandolo nell’esaltazione della sua irrilevante figura faraonica o nella costruzione della sua sepoltura, piramidale o meno.

Evidenzio: aula “gremitissima” a Palermo, e utilizzo, in Egitto, delle tecnologie più avanzate.

Qui in Calabria l’architetto Maurizio Silenzi Viselli ha esposto (oltre ad infinite altre cose) il sito della mai scoperta Sybaris, la più grande città dell’occidente arcaico, con conferenze e pubblicazioni, nella totale indifferenza (“Sibari, questa sconosciuta?”; edito da Club Rotary Rossano Corigliano, Proloco di Trebisacce e Sybaris Tour).

Politici arraffoni, accademici ed “esperti” ignoranti come cocuzze, avvoltoi perdigiorno a libro paga Anas e pecoroni al seguito, sono però tutti protesi alla realizzazione del 3°Megalotto progettato, guarda caso, proprio a passarci trionfalmente sopra.

Gli attuali Egiziani, quegli stessi che non riescono a dare un nome agli assassini del ricercatore italiano Giulio Regeni, vengono accolti con pompa di fanfare e folle plaudenti ad esporre quello che i nostri (elencati più sopra) non riescono, non dico a cercare e valorizzare, ma nemmeno a proteggere dallo scempio infrastrutturale.

Essi (sempre quelli elencati più sopra) godono di tutto il mio più profondo disprezzo.

Alle acclamazioni palermitane, fanno riscontro quelle calabresi a Franceschini, quando è venuto, bontà sua, a presentare il suo romanzucolo da quattro soldi, ma che, quando è stato avvertito del possibile scempio archeologico, ha decretato, non già, “bisogna indagare”, ma: “L’opera si deve fare”.

Viviamo tempi e politici diversi da quelli in cui l’amico Giulio Andreotti (in questi giorni cade il centenario della nascita), non solo leggeva con interesse i miei saggi, ma si metteva subito a mia disposizione per scongiurare altre sopraffazioni del nostro patrimonio culturale, e mi telefonava o scriveva: “Parlerò con chi di dovere e ti farò fissare un appuntamento…”; spesso si trattava o del Segretario Generale del Ministero dei Beni Culturali (all’epoca Carmelo Rocca) o di altri responsabili istituzionali.

E, sottolineo, lo faceva anche negli ultimi tempi, quando degli infami lo tormentavano con accuse prive di ogni fondamento.

Aggiungo, e chiudo, un uomo, 7 volte Presidente del Consiglio e 27 volte Ministro della Repubblica, alla cui morte non ha fatto seguito la scoperta di capitali economici accumulati ed inguattati. Intelligenza, cultura, senso dello Stato ed onestà non sbandierata, ma semplicemente e silenziosamente dovuta e praticata.

Maurizio Silenzi Viselli