Trebisacce-12/03/2019: SERIETA’ E PASSIONE

                                      SERIETA’ E PASSIONE

 

Quasi tutti quelli che parlano di calcio hanno giocato a calcio almeno una volta nella vita. Quasi tutti quelli che parlano di arbitri non hanno mai arbitrato una partita nella loro vita” (Nicola Rizzoli)

 

Molto spesso l’arbitro di Calcio viene visto dal tifoso quasi come un nemico della propria squadra del cuore, soprattutto nel momento in cui, a seconda del metro di giudizio, si pensa di essere stati penalizzati.

E c’è subito la cattiva abitudine alle invettive, agli insulti e quant’altro, ma tutto ciò avviene senza mai chiedersi cosa c’è dietro quella figura che, unitamente ai calciatori, corre sul rettangolo di gioco, cercando di essere imparziale quanto più possibile.

Ci si dimentica facilmente che dietro quella facciata inflessibile e distaccata c’è un uomo con le sue passioni, le sue pulsioni emotive, il suo amore verso una professione difficile e delicata.

Moltissimi giovani, invece di desiderare di diventare calciatori famosi, si impegnano strenuamente e con passione per diventare arbitri, senza alcun dubbio mestiere più scomodo e complicato.

Uno di questi è il nostro corregionale Nicola Mercuri, giovanissimo di Soveria Mannelli, che a soli 15 anni ha superato l’esame nella sezione Aia di Lamezia Terme, avendo così la possibilità di arbitrare nella categoria “Giovanissimi”.

E qualche giorno addietro ha esordito arbitrando, in quel di Migliuso, la partita tra New Academy e Catanzaro Lido, dimostrando che, nonostante l’età, è già in possesso di notevole carisma e determinazione, che gli hanno fruttato rispetto da parte dei calciatori in campo.

Nicola Mercuri è un esempio positivo da seguire ed imitare, in quanto dimostra come lo spirito di abnegazione e la serietà siano elementi fondamentali per far diventare realtà un sogno e, nel contempo, diventa simbolo per tantissimi giovani che si perdono nei meandri della superficialità e della esteriorità.

Il grande giornalista Riccardo Cucchi disse: “C’è qualcosa che accomuna arbitri e radiocronisti. Entrambi usano i loro occhi e la loro esperienza per fare il loro lavoro: decidere e raccontare una partita. Dentro lo stadio; in campo gli uni, in tribuna gli altri. Non sul divano di casa o in uno studio TV con 24 telecamere e decine di replay. Decidono e raccontano in tempo reale, cercando di capire e rischiando di sbagliare”.

Ecco, quando un giovane di quindici anni decide di cimentarsi in un compito così arduo e complesso significa che ha in sé quella maturità necessaria a farlo emergere anche in qualunque altro campo della vita, proprio perché possiede quelle qualità e quelle capacità che lo renderanno determinato ed in grado di assumersi le proprie responsabilità.

Auguriamo a Nicola di raggiungere traguardi sempre più prestigiosi e di portare in alto il vessillo della nostra Calabria, che ha bisogno di avere esempi meravigliosi come questo per dimostrare come la nostra Terra sia fucina di intelligenze e di valori elevati.

Semper ad maiora.

RAFFAELE BURGO