Italia-19/03/2019: STOP AL SUPREMATISMO BIANCO

Europa surriscaldata

STOP AL SUPREMATISMO BIANCO

Si sta affermando, finalmente, il rifiuto del suprematismo bianco.

Sono sempre di meno i supermercati che espongono il Dash, declamante il “Più bianco non si può”.

Altrettanto clamorosa la rivalutazione delle “camicie nere”, o semplicemente sozze, perfettamente in linea, visto il procurato risparmio idrico ed energetico, anche con le esortazioni della cicciottella Greta per la salvezza del pianeta.

Boicottata anche la Mira Lanza con il suo pulcino nero Calimero, che poi, poco correttamente in linea con la nouvelle vague, viene sbiancato (orrore!) col suo sciagurato prodotto “Ava, come lava!”.

Censurata anche, dalla nota associazione “E mò basta cor bianco”, la scena del film in cui l’avara Titina De Filippo dichiara a Peppino De Filippo (costretto a fare la spesa per il suo stesso invito a cena) di preferire gli spaghetti in bianco.

In grande spolvero tra gli chef stellati un famoso piatto della cucina napoletana: i vermicelli al nero (cancellata la produttrice seppia in quanto bianca).

Gli stilisti, sempre in prima linea a cogliere le tendenze più chic della moda, stanno studiando nuovi completi per i matrimoni: burqa nero per lei e per lui. Al bando, manco a dirlo, i bouquet di candidi fiori d’arancio, sostituiti, s’ipotizza, da tenebrose viole del pensiero (potenzialmente suicida).

L’orrido Omo Nero, spauracchio dei fanciulli disobbedienti, sarà sostituito dal fantoccione bianco lenzuolo del Fantasma dell’Opera.

Già abbondantemente in atto l’aggiornamento cinematografico hollywoodiano: l’attore bianco è stupido e cattivo, mentre il nero, che non parla più come la tata di Rossella in “Via col vento” (du badrongina ezzere bronda ber golazione?), Hattie McDaniel (che ci vinse pure l’Oscar), ma in un impeccabile accento Oxfordiano, è intelligente e buono.

Unanimi gli storiografi sulle aggiornate valutazioni presidenziali transatlantiche: infami fetentoni, se bianchi (ante et post apparitione niger), mentre, se neri, degni del Nobel della Pace (insieme forse alla philosophe mocchose prodige svedese), anche quando sganciano a tutta caldara micidiali bombe a frammentazione.

In questo nuovo quadro interpretativo, l’unico elemento d’incongruenza, sottaciuto con terrore dai nuovi analisti, è quello di un’evoluzione genetica per la quale, così come i bianchi, a loro stesso dire, sono diventati tali pur generati dallo stesso ceppo africano, essa trasformerà i neri, trasferiti a forza al nord, in bianchi, biondi e con gli occhi azzurri. Una sciagura che si pensa possa essere evitata dal riscaldamento globale, che trasformerà la Svezia in un’assolata savana infuocata (Hic sunt leones).

Tempi d’oro però per i Cavalieri Neri come lo scrivente, ai quali, come ben spiegato dalla nota storiellina con morale, è bene, mai romp’er cazzo.

Da questo gioioso giardino d’infanzia psicopatico, solo i buchi, neri va da sé, ci salveranno, aspirandoci nel loro vortice giustizialista.

Maurizio Silenzi Viselli