Trebisacce-25/07/2019: La mamma, creatura divina, unica ed insostituibile ( di Pino Cozzo)

Pino Cozzo

La mamma, creatura divina, unica ed insostituibile
di Pino Cozzo

L’amore si consuma per fornire un raggio a chi ne ha bisogno, illuminare il cammino di qualcuno, ed emettere una luce spirituale. E’ il simbolo del Signore Gesù, che si è speso ed è andato incontro alla morte per ognuno di noi, di Maria e Giuseppe, che hanno saputo pronunciare un “fiat” incondizionato, ed è l’esempio di ogni genitore, che Iddio chiama ad essere suo collaboratore nell’impegno e nel sacrificio. In particolare, la mamma accoglie il figlio all’interno del suo grembo finché non sia pronto alla vita, e, dopo la nascita, lo tiene con lo stesso amore sul suo grembo. Per volere del Signore, e quando si ha fede, i figli non sono e non debbono essere un peso, bensì una grazia, che non deve gravare né sulla psiche, né sulle finanze, né sulla propria persona. L’amore di una madre promana dai gesti, si vede negli atteggiamenti, sgorga dagli occhi. Il tema del benessere ad ogni costo, della vita vissuta alla luce degli “status symbol”, del successo facile, dell’esaltazione di ogni forma di godimento portano a respingere tutto ciò che possa costituire un ostacolo. Invece, è molto bello che una madre cerchi un figlio ad ogni costo, che lo aspetti con ansia e gioia, che si giri verso di lui con un sorriso, che allunghi una mano per accarezzarlo, che gli tocchi una guancia con un bacio. E’ una fortuna che un figlio ami la propria madre, ma è ancora più bello che una madre ami il figlio più di sé stessa. Si può partecipare emotivamente alla perdita della madre del più fraterno amico, ma per capirne la mancanza, per comprenderne il vuoto, per concepirne il distacco, si deve perdere la propria madre, non vi è dolore più grande. La missione pastorale della famiglia, ed in particolare delle mamme, ci dice che l’amore che si riversa sui bambini è corroborato dall’azione redentrice di Gesù, per permettere ai genitori di attuare la loro missione nella chiesa e nella società. Ed ecco che le mamme sono consacrate da uno speciale sacramento, per mezzo del quale tutta la loro vita è pervasa di fede, speranza e carità, tendono quotidianamente a raggiungere la perfezione, la santificazione, e rendono lode e gloria a Dio. Chi ha la fortuna di avere una madre santa è più votato e più vicino alla santità, alla salvezza e alla gloria del Signore. Mamma è una parola dolce e soave, musica armoniosa del cuore, sentimento che racchiude l’essenza di ogni piccola creatura umana. Nasce dal toccarsi le labbra due volte in quello che può sembrare un semplice suono, che invece ha il sapore di un anelito verso la persona che più di ogni altra ci può aiutare in ogni circostanza della nostra vita. Nessuno al suo dolce suono rimane insensibile, poiché è quella che più di ogni altra si identifica con la parola amore. Il suo dolce nome evoca i momenti più belli della nostra infanzia, quando lei ci cullava tra le sue braccia, e i suoi occhi, stracolmi d’affetto, ci regalavano intensi momenti di felicità. In ogni istante, la mamma è la nostra certezza, la nostra fortezza e la nostra sicurezza: vicina nei momenti felici per gioire e, soprattutto, nelle difficoltà, per aiutarci ed incoraggiarci, sostenerci e consigliarci. Le sue carezze scendono come balsamo nel cuore per infonderci coraggio e ardore, e sanare ogni nostra piaga, anche la più sanguinante. In nessun momento ci tradisce, lei che ci ha donato la sua vita, e per questo mai nessuno potrà sostituirla nel nostro cuore. E’ la quantità di immenso bene che ella ci dona nella nostra esistenza, che noi poi riusciamo a riflettere sugli altri, se non abbiamo quello, non potremo fare questo. La morte calda, sentita, avvertita, lascia ricordi e sentimenti di positiva memoria, che accompagnano lo svolgersi dei tempi e della storia. La morte fredda, distaccata, insapore, non lascia tracce, segni, si porta dietro apatia e rappresenta solo insoddisfazione e vuoto. Tutto quello che ciascuno di noi compie in azioni, opere, sentimenti ed esempi, costituisce un modello di sensibilità in un’unica dimensione e circostanza storica e sociale ben visibile e ben delineata. Allora, se al cuore non si comanda, oggi, raccogliamo un fiore, rechiamolo alla mamma che ci ha lasciati, sorridiamole, perché ci vede, e porgiamole un bacio, sarà per noi la più bella ricchezza che esista al mondo, la ameremo per tutta la vita, e sarà per sempre insostituibile.