Trebisacce-30/07/2019: Sanità:che Dio ce la mandi buona

Servizio 118

TREBISACCE «Viviamo spesso situazioni di emergenza e perciò non dovremmo stare ogni giorno a pregare che Dio ce la mandi buona a causa delle gravi lacune della sanità pubblica». Sono le testuali parole della mamma, risollevata dopo lo scampato pericolo, del bambino di tre anni che l’altro giorno, in preda a grave sindrome convulsiva, è stato…preso per i capelli e salvato per la grande professionalità del personale sanitario del 118 di Trebisacce che, allertato dai genitori in vacanza insieme al bambino a Villapiana Lido, è stato trasferito in soli 40 minuti, con la stessa Ambulanza del 118 e non con l’Elisoccorso che avrebbe allungato i tempi, presso l’Annunziata di Cosenza dove i medici della Divisione di Pediatria, intervenendo con tempestività, hanno fatto il resto salvando il bimbo e riconsegnandolo il giorno dopo nelle mani dei genitori.  Si trattava, come si è saputo in seguito, di una patologia di cui soffre il bimbo sin dalla nascita che, forse, avrebbe dovuto sconsigliare i genitori dallo scegliere per le loro vacanze il deserto sanitario che c’è nell’Alto Jonio. Un episodio che, comunque, per come è stato condotto e per come si concluso, si può definire… di “buona sanità”, prodotta però più all’intuizione del medico del 118 che dalla sanità pubblica. Sanità che, a dirla tutta, soprattutto nelle situazioni di emergenza-urgenza, oltre ad esporre a rischio le popolazioni locali e quelle che scelgono di trascorrere qui le loro vacanze, continua a penalizzare questo territorio anche sul piano economico perché tanti altri turisti, proprio a causa delle gravi lacune del sistema sanitario, girano alla larga e vanno dove si sentono più protetti e più tutelati. Un caso di evidente mala-sanità, invece, è stato denunciato da un paziente di Trebisacce che, alle 9.00 del 28 luglio, si è recato al Pronto Soccorso di Trebisacce per un’emergenza ortopedica. «Dalle 9 alle 10  – ha scritto questo signore sul web – presso quello che rimane del “Pronto Soccorso” di Trebisacce, si è dovuto aspettare – cosa abbastanza paradossale –  l’arrivo del tecnico-radiologo da Rossano per eseguire una semplice radiografia. Intanto – ha aggiunto – nella sala d’attesa c’erano almeno dieci persone che avevano bisogno di soccorso, tra cui una bambina con un probabile attacco di appendicite che, poverina, piangeva ininterrottamente dal dolore, mentre una sola dottoressa e i pochissimi infermieri, tra mille difficoltà, cercavano disperatamente di prestare soccorso a tutti. La verità – ha commentato questo paziente – è che siamo abbandonati a noi stessi e carenti di un bene primario, assoluto, indiscutibile ed imprescindibile come la sanità. Bene… – ha concluso sfiduciato questo signore rivolto a tutta la classe politica – continuate così: io ad ogni tornata elettorale, sulla scheda continuerò sempre a scrivere la stessa cosa: vergogna!». Due facce, queste, del pianeta sanità, che non può vivere più di promesse e di impegni solennemente assunti e mai mantenuti, come gli ultimi del Commissario Cotticelli ai Sindaci dell’Alto Jonio, destinati forse, come del resto tutti gli altri, a rimanere nell’aria.

Pino La Rocca