TREBISACCE-04/12/2019: Presidio sanitario di Trebisacce: a rischio, per carenza di personale medico, l‘Ambulatorio di Radiologia del “Chidichimo”.

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TREBISACCE Presidio sanitario di Trebisacce: a rischio, per carenza di personale medico, l‘Ambulatorio di Radiologia del “Chidichimo”. Così, mentre il Sindaco della città Franco Mundo è a Roma a colloquio, insieme a una delegazione di sindaci guidata dal sindaco di Corigliano-Rossano Flavio Stasi, con il Ministro della Salute Speranza per sollecitare la riapertura del “Chidichimo” e il rispetto delle Sentenze dei Giudici e del Decreto Commissariale rimasto sulla carta, un altro pezzo di sanità rischia di abbandonare il territorio e di contribuire a incrementare ulteriormente, anche per una semplice Radiografia, la migrazione sanitaria verso la Basilicata. Se infatti nei prossimi giorni non ci saranno novità circa le reiterate richieste di integrare il personale medico avanzate dal dr. Leonardo Perretti nelle sue funzioni di Direttore del Servizio di Radiologia di Castrovillari e Trebisacce, sarà chiuso l’Ambulatorio di Radiologia, sarà interdetto l’accesso alle prestazioni da parte degli utenti esterni e il servizio sarà riservato ai soli pazienti interni della Lungodegenza e del Pronto Soccorso. Ma, se l’organico medico, dopo l’imminente pensionamento del dr. Mario Ciacco (I° gennaio 2020) resterà ridotto a due sole unità (i dottori Giuseppe Motta e Francesco Odoguardi), anche le prestazioni a favore dei pazienti interni sarà a rischio perché non sarà possibile assicurare la turnazione h/24 con due soli medici. Da quanto si è saputo, è da oltre un anno, infatti, che il Direttore del Servizio dr. Leonardo Perretti – purtroppo anche lui alle soglie del pensionamento – che ha preso molto a cuore la Radiologia di Trebisacce tanto che è spesso presente presso il “Chidichimo” per supportare i colleghi-medici, sta sollecitando il Commissario Cotticelli e i Dirigenti Regionali e Provinciali della Sanità a coprire i buchi dei medici mancanti ricorrendo alle necessarie assunzioni e pare che il Commissario stesso, in ragione della straordinarietà del caso, avesse già autorizzato l’Asp di Cosenza a provvedere, ma la Dirigenza della nostra Asp, come è noto, vive in regime di provvisorietà e nessuno, pur con l’avallo del Commissario ad Acta, si vuole prendere la responsabilità di procedere a poche assunzioni ritenute indispensabili. E così la sanità calabrese, e in particolare quella delle aree periferiche, continua a rimanere imbalsamata, a sperperare ingenti risorse per la migrazione sanitaria passiva (si tratta di oltre 300milioni di euro all’anno) con i quali sarebbe facile procedere alle assunzioni più urgenti per consentire ai cittadini, a tutti i cittadini, l’accesso a prestazioni basilari come quella di fare una lastra senza dover ricorrere al privato e andare incontro al disagio di doversi recare fuori paese e anche fuori regione.

Pino La Rocca