Albidona-09/03/2020: Chiusura della banca:5 consiglieri accusano …gli avvoltoi ..e il comune

Comunicato stampa contro la chiusura della BCC Mediocrati di Albidona

 

ALBIDONA Chiusura dello Sportello della Banca BCC di Albidona: gli albidonesi che hanno contribuito a farla aprire non si rassegnano, mentre cinque consiglieri comunali, di Minoranza e dissidenti, se la prendono con “gli avvoltoi” e anche con l’amministrazione comunale in carica. Esattamente fra una settimana, il 16 marzo p.v., come abbiamo già riferito, ci sarà la chiusura della storica Banca di Albidona, nata nel 1984 come CRA (cassa rurale e artigiana) per volontà del Rag. Michele Maggio e grazie alla sottoscrizione del capitale sociale da parte di circa 900 Soci. La Banca, nel corso degli anni, è diventata Banda di Credito Cooperativo con ben 4 Filiali disseminate lungo la costa jonica fino alla fusione “per incorporazione” con la Banca BCC Mediocrati. Di recente lo Sportello, proprio a causa della crisi e del ridotto traffico di operazioni, era operativo solo per due giorni alla settimana, ma neanche questo provvedimento è riuscito a farla sopravvivere, fino al punto – questa la motivazione ufficiale – di essere sacrificata sull’altare del principio di “economicità” che sovrintende da sempre la politica bancaria. Ma la cosa non è piaciuta agli albidonesi che la ritenevano una loro creatura. E di questo diffuso malcontento si sono fatti interpreti 5 consiglieri comunali che, non avendo potuto manifestare pubblicamente il proprio dissenso a causa del Coronavirus, si sono affidati alla seguente nota scritta: «Grazie all’intuito di alcuni soci fondatori, quali il Rag. Maggio e ai tanti amici che lo hanno sostenuto, ma anche al rappresentante politico On. Mundo, Albidona – hanno scritto Giuseppe Lizzano, Giuseppe Pota, Francesco Antonio Aurelio, Caterina Munno e Vincenzo Aurelio – ha potuto realizzare il sogno di una propria Banca: un autentico gioiello realizzato dagli albidonesi ben 36 anni addietro. La Banca – secondo i 5 sottoscrittori delle nota – era l’orgoglio di tutti, il riscatto di un popolo, di una comunità onesta e lavoratrice che con sacrifici ha raccolto quote raggiungendo un cospicuo capitale sociale tanto da permetterne l’apertura. Come Cassa Rurale – si legge ancora nella nota – era nata proprio per far crescere i piccoli imprenditori e dare respiro a chi ha avuto il coraggio di investire in questi territori, ma soprattutto per far sì che gente onesta e laboriosa non cadesse in mano a persone che senza farsi scrupoli avrebbero lucrato sulla loro pelle. Una Banca, insomma, vicina alla gente che negli anni si è estesa nei paesi limitrofi con l’apertura di vari Sportelli, fino alla crisi degli ultimi anni e all’imminente chiusura. Gli esperti nel settore bancario – si legge ancora nella nota sottoscritta dai 5 consiglieri comunali – sostengono che da quando sono subentrati gli “avvoltoi” la Banca ha iniziato il suo declino, cambiando lo spirito iniziale proprio della Cassa Rurale, quello cioè di essere quanto più vantaggiosa per i piccoli imprenditori, contravvenendo, quindi, ai nobili ideali del fondatore delle BCC Mons. Carlo De Cardona. Il colpo di grazia – secondo quanto sostengono ancora i 5 consiglieri – è stato, poi, inferto dall’attuale Amministrazione Comunale che ha deciso di spostare la Tesoreria Comunale dalla Banca alle Poste. A questo punto – incalzano i consiglieri di Minoranza G. Lizzano, G. Pota, F. A. Aurelio e due dissidenti C. Munno e V. Aurelio – tutti dovrebbero darsi da fare, senza pensare al mero tornaconto commerciale, affinchè quei pochi servizi rimasti in un piccolo paese non chiudano perché, se chiudono i servizi, il paese muore. Da parte nostra, – hanno concluso i suddetti 5 consiglieri comunali – appena avuta la comunicazione dell’imminente chiusura abbiamo preso contatti con il Presidente della Banca BCC Mediocrati per invitarlo a rivedere la decisione lasciando aperto lo sportello almeno una volta a settimana, ma la risposta è stata negativa e, allora, – ci si chiede – possibile che 900 Soci di Albidona (pari ad un quinto del totale dei soci della Mediocrati) non abbiano alcuna facoltà di parola?».

Pino La Rocca