Trebisacce-24/03/2020:LO SPETTACOLO NON DEVE SEMPRE ANDARE AVANTI (di Francesco Cozzo)

Francesco Cozzo

LO SPETTACOLO NON DEVE SEMPRE ANDARE AVANTI (di Francesco Cozzo)

 

La diffusione del coronavirus ha rivoluzionato la nostra quotidianità. Gli uomini di potere sono stati costretti ad assumere decisioni non semplici, sotto pressione e in tempi rapidi: qualche errore, in fondo, può essere perdonato. La leggerezza e la superficialità palesate da alcuni, però, appaiono ingiustificabili. Il calcio italiano, in particolare, ha dato una pessima immagine di sé.

Visto che le restrizioni adottate in tema di assembramenti avrebbero dovuto inizialmente cessare di avere effetto lo scorso primo marzo, la Lega Serie A aveva addirittura proposto a Juventus e Inter di affrontarsi a porte aperte già poche ore dopo, sottovalutando l’emergenza sanitaria e dimostrando di considerare quei provvedimenti del Governo non come un primissimo tentativo di tutelare la gente e di contenere un problema di enorme portata, ma alla stregua di una punizione a cui sfuggire al più presto.

Anche l’incoerenza emersa in numerose circostanze è francamente inspiegabile. Mentre tante partite venivano rinviate o giocate a porte chiuse, altre continuavano a essere disputate con gli spalti gremiti: un contrasto stridente, durato sin troppo. Non solo: prima che il prefetto di Torino ordinasse il rinvio della semifinale di ritorno di Coppa Italia tra Juventus e Milan, si era ipotizzato di impedire l’accesso all’Allianz Stadium di Torino soltanto alle persone residenti in Veneto, Emilia-Romagna e Lombardia. In precedenza, però, tifosi provenienti da Bergamo e Bologna avevano avuto l’opportunità di mettersi in viaggio per recarsi rispettivamente a Lecce e a Roma.

Un ulteriore capitolo grottesco è stato scritto domenica 8 marzo 2020, quando i calciatori di Parma e SPAL hanno dovuto posticipare di un’ora e un quarto il proprio ingresso in campo, in attesa di una decisione sull’eventuale sospensione della Serie A, diventata ufficiale soltanto nei giorni successivi.

Le scelte discutibili non sono mancate nemmeno a livello internazionale. Tanti altri importanti campionati sono stati interrotti troppo tardi, esattamente come le Coppe europee, competizioni disputate sotto l’egida della UEFA, organismo che fece storcere il naso a molti già l’11 settembre 2001, scegliendo di far cominciare regolarmente la fase a gironi della Champions League, nonostante il mondo fosse sconvolto dagli attentati alle Torri Gemelle.

Lo spettacolo non deve sempre andare avanti. Ci sono occasioni in cui bisogna fermarsi, per motivi etici o problemi legati alla salute. Gli interessi economici, invece, finiscono spesso per prevalere su tutto il resto.

Chissà che questa lunga pausa forzata non aiuti i più cinici a riflettere attentamente e a rivedere l’ordine delle priorità.

 

Francesco Cozzo