Rocca Imperiale-01/05/2020: 1° MAGGIO 2020 / Il lavoro é il sostegno non la base della piramide.

Giuseppe Iannarelli

1° MAGGIO 2020

Il lavoro é il sostegno non la base della piramide.

Prendendo spunto dal titolo di una magistrale opera “Il quarto Stato” dell’Artista Giuseppe Pellizza da Volpedo, oggi più che mai il lavoro esige un maggior rispetto da ogni grado sociale ed una giusta collocazione nell’ordinamento sociale stesso, essendo quest’ultimo, soggetto alla continua evoluzione dei tempi.
Dunque “Il quarto Stato” che trovava cosi collocazione ingiuriosa e basale nell’ordinamento sociale della Francia prerivoluzionaria, del quale, i tre stati preminenti erano il clero, la nobiltà e la borghesia, oggi necessita di un Battesimo che renda merito alla grandezza ed alla nobiltà del sacrificio sul quale si erge e cioè il Lavoro.
Perciò nel significato strettamente profano del termine Battesimo, ovvero un rito che sia accompagnato dall’imposizione di un nome, sia, l’imposizione del nome stesso “Lavoro” l’esaltazione del rito e la grandezza di chi lo professa con sacrificio, onestà e dedizione.
Nonostante l’evoluzione dei tempi e gli insegnamenti della storia, resta attuale più che mai un ordinamento sociale a struttura piramidale, dove, al vertice ed ai vari stadi di ascesa continuano a primeggiare i potenti, ribattezzati nel loro ordinamento ma sempre fedeli alle origini storiche cui appartengono, così come il Quarto stato, il Proletariato resta indiscutibilmente la base della piramide, strettamente legato alla sua funzione storica e cioè il lavoro.
Proviamo ad osservare un attimo la struttura architettonica di una piramide, esaminando le funzioni delle sue diverse componenti.
Sarà tanto più grande ed imponente la piramide stessa, quanto più grande e solida sarà la base sulla quale si erge.
Partendo da questo principio, l’ordinamento sociale deve prendere atto dell’importanza delle sue fondamenta, della base sulla quale poggia.
Oggi il lavoratore con il suo lavoro, rappresenta la principale fonte di ricchezza sulla quale lo Stato erige la sua forza, il suo potere.
Ma attenzione, un lavoro che sia degno del suo nome, qualitativamente superiore e non tema antagonisti , esige tempo, formazione, capacità, esperienza, manualità, Onestà.
Esige rispetto e tutele per il lavoratore.
Ancora oggi prevale l’immorale eresia del lavoro come privilegio, del lavoratore occupato come individuo privilegiato.
Ancora oggi si deve assistere all’immorale finzione di potenti industriali che minacciano chiusure di stabilimenti facendo ricadere sullo Stato l’onere del costo del lavoro attraverso finanziamenti e contributi pubblici ai privati, in difesa dei lavoratori.
Ancora oggi si deve assistere al dolore di lavoratori che si legano con ostinazione ad un lavoro elargito come elemosina, annullando ogni forma di amor proprio e dignità.
Ancora oggi si deve assistere all’infamia del clientelismo adottato da politici, amministratori pubblici e privati fino a finire ai più insignificanti delegati alle più inutili e disparate funzioni di comando.
Ancora oggi si deve assistere ad uno stato di ordinamento del lavoro nel quale regna il nepotismo più bieco, infame ed immorale, mortificando la qualità e l’eccellenza del lavoro, decretando l’esilio di chi vuole vedere tradotta in merito la propria preparazione costruita sullo studio, l’esperienza ed i sacrifici.
Si torca il naso da politici ed amministratori pubblici che in virtù delle loro aspirazioni e la fame di potere che li caratterizza, praticano indiscriminatamente il voto di scambio a danno di cittadini onesti e meritevoli, ed a vantaggio di cittadini corruttibili, condizione quest’ultima, che non deve trovare giustificazione in uno stato di disagio o di necessità dell’individuo.
Si torca il naso da tutti quegli individui che in virtù della loro posizione e della supremazia alla quale aspirano, abusano del lavoro dei loro sottoposti con il ricatto mortificandone la dignità.
Si torca il naso anche da quei lavoratori che indegnamente occupano un posto di lavoro senza averne titolarità e specifici requisiti, peraltro sentendosi autorizzati a non svolgere le proprie funzioni in quanto protetti da raccomandazione.
In nome del Lavoro e della Dignità del Lavoratore, ogni cittadino di ogni grado sociale deve svolgere la propria funzione per merito, con onestà e spirito di sacrificio e nel rispetto dei meriti, dei sacrifici e della Dignità di ogni altro individuo.
Lo Stato oggi più che mai, in un momento cruciale per l’intera umanità, deve essere garante dei diritti dei lavoratori, garante del lavoro stesso, deve essere vigile affinché vengano attuate e rispettate tutte le regole a tutela della salute del lavoratore, oggi chiamato in prima linea a garantire i servizi essenziali per far fronte allo stato di emergenza.
Lo Stato sia Vigile ma soprattutto non complice di speculazioni da parte delle potenze industriali a danno dei lavoratori.
Le Comunità siano rispettose e fiere del lavoro svolto a rischio della propria salute, con amore e sacrificio da ogni singolo cittadino lavoratore ad esse appartenente.

Giuseppe Iannarelli