Trebisacce-11/07/2020:  Galatea: la dea del mare calmo

 

 

 

 

Gianni Mazzei

 

 

 

 

 

 

Trebisacce:11/07/2020

 Galatea: la dea del mare calmo

 Il libro “Galatea”, scritto a quattro mani da Paola Capocelli e Gianni Mazzei, è stato pubblicato lo scorso mese di Aprile, edito da Terra d’ulivi di Lecce di Emanuele Scarciglia, inserito nella collana “I Granati” che è legata ad Eros ed è passione, ma anche compassione e forza che genera. E’ un modo insolito e originale quello di scrivere un libro in perfetta armonia tra due autori, di elevato spessore culturale, che vivono in realtà diverse: Mazzei a Trebisacce in Calabria e Capocelli napoletana. Ambedue studiosi di Filosofia. Questo libro sancisce il detto popolare che la cultura non ha limiti e confini, ma che unisce i popoli con passione. “Galatea” è la dea del mare calmo, una figura della mitologia greca, una delle 50 ninfe del mare, le Nereidi, figlie di Nereo e di Doride, la cui abituale residenza è in fondo all’oceano, con il padre e che hanno il compito di assistere i marinai. Nelle 65 pagine del libro si vive quella piacevole sensazione-emozione di Amore, di passione intensa, di sguardi di infinita tenerezza, di carezza dello spirito, del coinvolgimento totale del corpo e dell’anima. Si assiste ad un ping pong epistolare che mira al trionfo della cultura, del sapere,dell’amore in un equilibrio perfetto tra le parti che si completano e non competono. Ambedue volgono lo sguardo all’infinito, all’eternità. E cosi si legge che:”A Pigmalione-Sono quella donna,non più di marmo,felice di sorridere se solo guardo muoversi i tuoi occhi felicemente inquieti.Non sei veleno né dubbio. Solo certezza incrollabile ed evoluzione fantasiosa e creatrice”. E in “Galatea”- “ti sfiorerei mia musa”..Lo pensavo continuamente. Si, lei era un’immagine così carnale da darmi inquietudine e brividi conreti. Lavoravo,mangiavo e lei era il gusto delle mie azioni e la notte il motore dei miei sogni. Musa, nuda e velata da un lieve drappo bianco,come modella per uno scultore ed io a guardare,quel dolce supplizio.Così mi accadde in sogno l’altra notte,in cui immaginai di narcotizzare l’artista e possedere lei,solenne e sontuosa, percorrendone curve e angoli nascosti con le dita,fino ad averla mia,arresa e umida,per un amplesso in cui io divenni Dio e le infinito”. Un libro da leggere per assaporare il peso di ogni parola che celebra passione e sentimento.

Franco Lofrano