Trebisacce-10/09/2020: La valutazione e l’empatia nelle aule scolastiche

Pino-Cozzo

La valutazione e l’empatia nelle aule scolastiche

di Pino Cozzo

 

Il punto di vista degli studenti sulle attività dell’aula è importante perché evidenzia problemi e stimola la ricerca per il miglioramento. Il questionario, usando il linguaggio concreto delle azioni, riassume in cinque aree le otto competenze chiave di cittadinanza e lascia fuori dall’indagine la sfera della comunicazione perché troppo ampia e, comunque, trasversale a tutte le altre. In estrema sintesi, la competenza affrontare e risolvere problemi è percepita dagli studenti come la meno maturata. È più facile accantonare i problemi? Il metodo del “problem solving” è poco diffuso nella scuola? Invece, gli studenti si sentono più forti nelle competenze imparare ad imparare e collaborare e partecipare. Consapevoli dell’utilità di imparare ad imparare già a scuola, gli studenti entrano nel lavoro della classe, quasi per trovare, negli stili degli insegnanti, quello più vicino al proprio modo di imparare; ritengono utile la varietà dei metodi, l’uso di schemi e di parole-chiave. Il docente quindi deve: essere conscio delle proprie modalità di insegnamento e dell’esistenza dei vari stili cognitivi e della molteplicità delle intelligenze, superare l’unicità della lezione frontale e fornire situazioni didattiche varie ed attive che permettano allo studente di trovare lo stile preferito e di cimentarsi su strategie diverse, mantenere vive le conoscenze utilizzandole in modo tale che ne generino altre, sviluppare forme di pensiero divergente e capace di idee nuove. Nel complesso, in vista delle competenze, occorre una didattica varia, chiara ed organizzata ed in grado di coinvolgere mente e cuore (cognitivo ed emotivo non sono mai separati). Con il monitoraggio delle varie attività, gli studenti imparano ad osservare e controllare il proprio comportamento, il lavoro della scuola, il servizio erogato. In particolare, sottolineano che la valutazione favorisce questa competenza perché li aiuta a conoscersi meglio e a far leva sulle proprie potenzialità; nel contempo, però, ne hanno paura, perché la valutazione tocca l’affettività della persona, distribuisce premi, ma a volte  anche penalizzazioni. I voti, poi, sono sovente indicatori inadeguati di giudizi e, per varie ragioni, poco precisi su parti indefinite dei programmi. I docenti hanno bisogno di una specifica formazione, poiché valutare è un compito difficile, delicato ed ha conseguenze sulla dispersione e sui debiti. Occorre che la scuola non si limiti alla valutazione intesa come accertamento, ma la usi anche per sostenere l’alunno nell’apprendimento e nell’applicazione delle conoscenze. Troppo spesso notiamo le differenze tra quanto appreso sui banchi e la spendibilità nella vita di quelle conoscenze. Non ci deve essere quindi separazione fra insegnamento, apprendimento e valutazione. Inoltre, dalla valutazione dell’alunno si può giungere facilmente alla valutazione dell’insegnamento. La competenza agire in modo autonomo e responsabile matura soprattutto nella vita sociale della scuola. Infatti, nelle attività di gruppo, l’alunno riconosce le posizioni proprie ed altrui, le opportunità, i limiti, specialmente se è libero di partecipare e decidere. Si evidenzia da più parti l’importanza delle regole e delle sanzioni, se condivise. È apprezzato il Regolamento di Istituto e il Patto di Corresponsabilità, stipulato in modo formale, quasi solenne, con tutte le famiglie: esso soddisfa il bisogno di chiarezza fra docenti e alunni, fra scuola e famiglie. L’organizzazione di una scuola chiara nella comunicazione, autorevole e puntuale di fronte alle regole ed agli impegni, disposta a rendere conto del suo operato, è vista come un’opportunità per la maturazione di questa competenza. I docenti favoriscono questa competenza, vale a dire la formazione etica dei ragazzi, se sono coesi, coerenti, giusti. La prima istituzione pubblica con cui la persona viene obbligatoriamente a contatto è la scuola. Si diventa quindi buoni cittadini anche attraverso il buon funzionamento di questa istituzione.  Gli alunni attribuiscono grandi responsabilità alle persone, alla scuola, ai contenuti ed ai metodi, quasi identificati con i docenti, sovente indicati per nome: i bravi maestri non sono dimenticati, perché passano attraverso gli occhi e il cuore La simpatia verso una materia deriva anche dalla persona che la insegna: e il passo fra simpatia e motivazione è breve. La qualità degli insegnanti è, dunque, la chiave di volta della qualità della scuola. Anche all’I.T.S. “Filangieri” di  Trebisacce, con la supervisione del Dirigente scolastico, Prof.ssa Baratta, in questi giorni e in questo periodo così difficile, il personale docente si sta impegnando nell’aggiornamento di questi importanti documenti che caratterizzano l’identità di una scuola ed offrono a tutte le componenti di manifestare con essi un senso di appartenenza, di responsabilità e di collaborazione, nella certezza consolidata che solo così facendo si possano condividere interessanti traguardi e sinergiche azioni.