ROCCA IMPERIALE -24/10/2020: INTERVISTA SUI BORGHI AL SINDACO GIUSEPPE RANU’

Giuseppe Ranù

ROCCA IMPERIALE : INTERVISTA SUI BORGHI AL SINDACO GIUSEPPE RANU’

Di FRANCO MAURELLA

Rocca Imperiale prende il nome dall’imperatore Federico II, Stupor Mundi. Nel suo castello, tra i più maestosi tra i tanti fatti erigere, tra storia e leggenda, si narra che l’Imperatore vi abbia scritto il famoso trattato sulla falconeria. Rocca Imperiale è la porta della Calabria jonica, inizio regionale di quello che in Europa viene identificato come “Corridoio 8” che in Italia percorre l’Adriatica e, passando da Puglia e Basilicata, conclude (quando sarà completato il terzo Megalotto Sibari-Roseto Capo Spulico), il suo tracciato in Calabria. L’eccellenza del territorio è il comparto agricolo dove emerge la coltura del limone che già da qualche anno ha avuto la certificazione DOP quale prodotto di origine protetta. Oggi il limone di Rocca Imperiale è esportato in Italia e nel mondo, facendosi apprezzare per le sue qualità organolettiche. A ciò si aggiunga che la cittadina, per la prima volta nella sua storia, ha ottenuto la Bandiera Blu della Fee ed il suo centro storico è entrato a far parte del Borghi Autentici d’Italia, per qualificarne la spiccata valenza turistica. Sindaco della cittadina è l’avvocato Giuseppe Ranù, eletto nell’ultima tornata elettorale, quattro anni orsono. A lui rivolgiamo l’intervista dedicata ai Borghi. Eccola.

D: Il consigliere regionale Molinari ha rassicurato sulla definizione dei Bandi sui Borghi.  Dopo la delusione per lo stallo, la notizia la rende ottimista?

R: Sarebbe l’esito naturale di una vicenda che si sta trascinando da troppo tempo. In un momento di grande difficoltà come questo la Regione deve liberare risorse affinché si verifichi una ricaduta sui territori occupazionale e non solo. Non possiamo più attendere.

D: Il rettore dell’Università Mediterranea, Santo Marcello Zimbone, ha affermato che il carattere distintivo del processo di valorizzazione dei Borghi è la complessità. E’ d’accordo?

Penso che i borghi abbiano un loro tratto distintivo di cui bisogna prendersi cura per evitare che tutto vada disperso. La valorizzazione dei borghi deve trattenere come elemento caratterizzante l’opportunità di entrare nel passato favorendo il futuro e la prospettiva. Il borgo è un sogno!

D: Per il docente universitario Francesco Calabrò dell’Università Mediterranea, accessibilità e mobilità, sistemi produttivi, valorizzazione risorse culturali e naturali, disponibilità di profili professionali e competenze, sono sfaccettature del problema riferibile alla valorizzazione dei Borghi. Cosa ne pensa?

Sono convinto che la valorizzazione dei borghi ha tanti volti. Non esiste una regola certa di fronte a cotanta bellezza. La valorizzazione passa per più “vie”: accessibilità, mobilità, valorizzazione delle risorse culturali ma soprattutto la capacità di rendere l’uomo protagonista. La sfida è riportare nei borghi uomini, donne, ragazze e ragazzi. Il borgo deve vivere garantendo livelli di qualità della vita nella Sua ordinata “lentezza” e “prossimità”.

D: Lei sostiene che lo smart working può promuovere investimenti nei Borghi e sia un nuovo orizzonte di sviluppo. E’ così?

Noi contiamo decine di ragazzi nel periodo del lockdwon hanno scelto il borgo di Rocca Imperiale. La citta di Federico. Lo smart working è una grande opportunità per far vivere i borghi. Immagino studenti, cittadini impegnati in grandi aziende che grazie alla modalità di studio o lavoro agile possano ritornare nelle case dei loro padri. Studi interessanti chiariscono che un figlio del Sud che si allontana per cercare lavoro al Nord non sempre la “vive bene”. Ecco noi dobbiamo garantire che la luce che sprigionano i ragazzi del Sud non vada smarrita e dalle loro terre possono trovare una ragione per parlare al mondo. Occorre un grande investimento con le risorse europee prossime che ci consente di ridurre le distanze. Le infrastrutture tecnologiche, la banda larga ecc. sono ormai le nuove autostrade del futuro.

D: Bandiera Blu per la prima volta e Borghi autentici rappresentano occasione di sviluppo ma anche di maggiore responsabilità amministrativa.

Siamo gli unici in Calabria a trattenere questi due riconoscimenti. Il nostro è un modello organizzativo che ha vinto più sfide. La responsabilità amministrativa è accompagnata dall’orgoglio e dal desiderio di mettersi in discussione. La Calabria ha tesori nascosti, leve straordinarie bisogna metterli in esercizio. Possiamo farcela.

D:Borghi, turismo religioso (Cammino Basiliano), mare pulito e bandiera blu,  enogastronomia: ricetta giusta per sviluppo turistico?

Direi di si! Ma aggiungerei: spazi, piste ciclabili, differenziata spinta e spiagge pulite. Dobbiamo lavorare ancora sull’accoglienza ma abbiamo fatto passi straordinari.

D: Il limone IGP è il prodotto principe del comparto agricolo d’eccellenza di Rocca Imperiale capace di garantire 30 milioni di Pil alla Calabria. Il comparto può migliorare e garantire occupazione giovanile?

Il limone o meglio ancora “l’Oro di Federico” è l’opportunità che abbiamo per associare territorio e prodotto. Assieme sono incontrastabili. Negli anni che verranno dobbiamo lavorare per maggiori quantitativi di acqua. Se riusciremo a vincere questa sfida libereremo dalla “sete” il comparto agricolo di questo comprensorio e potremo aumentare le aree irrigabili. Occorre un grande sforzo. I giovani ci chiedono questo perché vogliono restare nella loro terra: Calabria.

D: Quanto è importante per i comuni del comprensorio fare rete ed essere uniti?

E’ fondamentale. Dobbiamo avere più coraggio spesso ci rifuggiamo nei campanili. Le sfide del futuro non ammettono errori e noi dobbiamo essere pronti a stare insieme per cogliere grandi sfide.