SANITA’ AL CAPOLINEA NELL’ ALTO IONIO COSENTINO. Riunione con Personale Medico ed Sanitario Ospedale di Trebisacce, confronto sul Chidichimo: La riunione avente per oggetto una attenta valutazione ed analisi sullo stato di salute dell’Ospedale Chidichimo di Trebisacce, sulle scelte determinate in direzione della trasformazione del distretto in ( centro di assistenza primaria territoriale) o casa della salute, e nel contesto…
TREBISACCE Per la FP (funzione pubblica) della Uil Territoriale la sanità nell’Alto Jonio Cosentino è al capolinea perché priva di servizi essenziali, a partire dall’emergenza sanitaria che deve essere garantita attraverso il 118, il Pronto Soccorso e la medicina d’urgenza. L’analisi dettagliata dello stato di salute del “Chidichimo” e delle gravi carenze di servizi è stata fatta nel corso di…
IL PI.CA.LAB MUSEUM DI CASTROVILLARI IN MOSTRA AL “PENSA TU”, IL FESTIVAL DELLA SCIENZA E DELLE CURIOSITA’ Il Pi.Ca.Lab. Museum dell’ITCG Pitagora-Calvosa di Castrovillari ha partecipato come espositore al “Pensa Tu”, il primo Festival della Scienza e della Curiosità della provincia di Cosenza che si è tenuto al Parco Acquatico Santa Chiara di…
COMUNICATO STAMPA TREBISACCE Campionato Nazionale di Taekwon-do I.T.F., trionfo per gli allievi della Asd 3b Cross Fit Gym del professor Vincenzo Gatto con sede a Trebisacce. Si è tenuto, nel palazzetto dello sport della città di Fondi in provincia di…
SANITA’ AL CAPOLINEA NELL’ ALTO IONIO COSENTINO Si è svolta una importante Riunione con il Personale Medico e Sanitario dell’Ospedale di Trebisacce, per un confronto sul Chidichimo. La Riunione, avente per oggetto una attenta valutazione ed analisi sullo stato di salute dell’Ospedale Chidichimo di Trebisacce, sulle scelte determinate in direzione della trasformazione del Distretto ( Centro di…
ALTO JONIO-14/11/2020: Calabria “zona rossa”: c’è chi la maledice perché mette in crisi il commercio e l’economia e chi invece la benedice perché è lasciato libero di ingrassare e di moltiplicarsi
ALTO JONIO Calabria “zona rossa”: c’è chi la maledice perché mette in crisi il commercio e l’economia e chi invece la benedice perché è lasciato libero di ingrassare e di moltiplicarsi. I primi sono gli operatori economici che, comprensibilmente, protestano perché costretti ad abbassare le saracinesche e chi invece, come gli ungulati, fanno festa e banchettano perché, a causa del Coronavirus, l’Autorità Governativa ha bloccato la caccia programmata e gli interventi di sele-controllo sui cinghiali, che ora hanno ripreso con maggiore vigore a devastare i campi e le colture facendo disperare contadini e agricoltori che vedono andare in fumo tutte le proprie fatiche. A segnalare questa vera e propria emergenza ed a chiedere agli amministratori regionali interventi urgenti sul ripristino della caccia agli ungulati, è la CIA (confederazione italiana agricoltori) che ha raccolto e rilanciato l’allarme-cinghiali. «Sono moltissime – si legge in una nota della Cia-Calabria diramata ieri 13 novembre – le segnalazioni che arrivano a Cia-Agricoltori Italiani Calabria da tutto il territorio regionale (dal Pollino allo Stretto di Messina) da parte di agricoltori, semplici cittadini e dai propri rappresentanti negli ambiti territoriali di caccia che, con legittima rabbia, stanno assistendo alla distruzione quotidiana degli impianti arborei e delle colture, soprattutto delle semine autunno-invernali». In realtà l’agricoltura calabrese è da anni vittima delle incursioni notturne dei cinghiali che provocano la distruzione delle colture da parte di questi ungulati, animali non autoctoni che sono stati immessi a suo tempo per il solo scopo venatorio. Ed è per questo che Cia-Calabria, preoccupata anche per il delicato e complesso momento storico collegato alla pandemia, ha chiesto alla Regione e al Governo interventi urgenti di contrasto ai danni provocati dagli ungulati, ivi compresa la riapertura della caccia al cinghiale e la ripresa dell’attività di selezione e contenimento della specie che è stata sospesa a causa della “zona rossa” istituita per contrastare il diffondersi del contagio da Covid-19. Il problema, come è noto, interessa molto va vicino tutta l’area del Pollino e tutto l’Alto Jonio calabro-lucano tanto è vero che in Basilicata, per lo stesso problema, la Cia ha lanciato una petizione popolare attraverso la quale ha raccolto in poco tempo oltre 10mila firme che sono state consegnate al Governo Regionale per chiedere l’adozione urgente degli stessi provvedimenti.
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