Trebisacce-08/03/2021: IL  FESTIVAL  DI SANREMO 2021: un’apoteosi della modernità.

IL  FESTIVAL  DI SANREMO 2021: un’apoteosi della modernità.

Se dovessi associare Sanremo 2021 , e in particolare le canzoni vincitrici, della sezione delle nuove proposte e dei big a un poeta, direi sicuramente un nome: Charles Baudelaire. Sicuramente in molti si diranno stupefatti per tale scelta, anche perchè il poeta da me menzionato fu un grande poeta non di nazionalità italiana, bensì francese, nato a Parigi nel 1821. Inoltre non sembra questa associazione troppo evidente e motivata. Eppure basta dire che è stato un Festival che secondo me ha celebrato un glamour del passato, di un certo retrò, con un Achille Lauro che sembrava imitare l’istrionismo di un David Bowie della fase berlinese, ma anche di Ziggie Stardust, e i vincitori, i Maneskin, il cui modo di vestire e di cantare hanno voluto esaltare una modernità che oggi ci manca, in quanto siamo tutti incalzati dal covid che si è voluto quasi dimenticare, poichè è argomento dominante dei telegiornali e di tutta la tv. Ripeto, si tratta di una modernità del passato,  del secolo scorso, che Charles Baudelaire ha voluto decantare nei suoi “Fiori del Male”. Le parole delle due canzoni arrivate sul podio sanremese, rimandano a una nostalgia tutta presente nella poesia  dell’autore francese, a un’atmosfera quasi tenebrosa, di una malinconia che si tradurrebbe con lo spleen,termine inglese utilizzato da Baudelaire e io qui lo sceglierei per indicare uno stato  di generale incertezza e tristezza che pervade  sul nostro Paese. “Polvere da sparo”di Gaudiano ,scritta dopo la scomparsa del padre,è un brano sulla resilienza dopo un lutto, ma anche su una storia, quella di una resistenza ai fatti della vita, che per molti giovani oggi è diventata invivibile. Si parla di analgesici , di pensieri neri, di una condizione anestetizzante della vita contemporanea che rimanda a TS Eliot e la sua  “Canzone d’amore di  Alfred Prufrock”,scritta nel primo ‘900. Qui è famosa la citazione di Amleto e della sua incertezza, della mancanza di punti di riferimento, situazione emblematica di una condizione generale che col covid è piu aggravata. Infine i Maneskin, i vincitori che hanno rivoluzionato Sanremo portando il rock sul palco dell’’Ariston: vi è nel testo una voglia di emergere, ma non mischiandosi nella massa; di differenziarsi, come dice il refrain, ma “in casa mia non c’è Dio/ma se trovi il senso del tempo /risalirai dal tuo oblio.” Quasi un desiderio di dire che noi esistiamo pur se viviamo nell’oblio,in quanto è proprio questa la modernità: la difficoltà nel non sentirsi riconosciuti,nè in famiglia,nè nella società. “La gente parla…” dice poi il testo,ma ti tratta come se tu non esisti…..insomma la chitarra incalzante, il ritmo che fa ballare, le parole giuste hanno reso questa  band, uscita  da x-factor, vincitrice ben meritevole,perchè nuova e sprintosa,ma anche motivata dalla voglia di far sentire la propria voce.

Emanuela Valastro