Sibaritide-15/04/2021: Documento     illustrativo     della    condizione     politico-sociale dell’area Jonica del nord est crotonese e cosentina.  

All’attenzione del Primo Ministro, Presidente Mario Draghi

 

 Al Capo di Gabinetto della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

 

al Ministero per lo Sviluppo Economico

 

al Ministero per le Infrastrutture e i Trasporti

 

al Ministero della Transizione Ecologica

 

al Ministero della Sanità

 

al Ministero del Turismo

 

al Ministero per il Sud

 

epc

 

Presidente Regione Calabria

 

Presidente del Consiglio Regionale – Calabria

 

Presidenti Province di Cosenza, Crotone, Catanzaro

 

Sindaci – Area Jonica della Magna Graecia

 

Presidenti E Segretari Partiti E Movimenti Nazionali-Regionali

 

Organizzazioni Sindacali Nazionali-Regionali

 

Associazioni di categoria

regionali

 OGGETTO:    Documento     illustrativo     della    condizione     politico-sociale dell’area Jonica del nord est crotonese e cosentina.

 L’associazionismo ed il movimentismo civico, nonché la società civile, della dorsale Jonica delle province di Crotone e Cosenza hanno inteso partecipare il malessere e le difficoltà che le Popolazioni dell’ambito vivono in termini di accesso a molteplici tipologie di servizi. Tale Documento nasce in un periodo già provato dalla condizione politico- sociale che sta caratterizzando, nell’ultimo anno, il territorio italiano. La pandemia derivante dal massivo proliferare dei contagi da Covid-19 ha peggiorato la già precaria condizione dello Stato e contribuito a generare una spirale involutiva del più provato Mezzogiorno del Paese. In questo contesto la situazione calabrese si conferma essere ancor più soccombente, da qui la necessità di pianificare un processo di sviluppo per l’Area Jonica, Cosentina e Crotonese, di gran lunga, la più penalizzata rispetto al contesto regionale. I Sottoscrittori pur consapevoli della drammatica situazione che sta investendo il Paese, hanno inteso stilare la redazione di un Documento informativo al fine di avviare le opportune iniziative per la formazione di una nuova visione rivoluzionaria a beneficio di tutta la Calabria, cercando di porre in essere le basi di un riequilibrio amministrativo fra i diversi ambiti della stessa, finalizzato alla riduzione dei processi sperequativi presenti nelle diverse Aree. Quindi la concreta possibilità di rilancio dell’area Sibarita e Crotoniate, d’ora in poi identificata come Area dell’Arco Jonico Magnograeco. L’intero Territorio che si estende dai comuni in linea di costa, da Rocca Imperiale a Cutro, passando per l’entroterra pedemontano Silano e Federiciano, per semplicità descrittiva accomunati sotto la denominazione di comuni Crotoniati e Sibariti, con problematiche e potenzialità affini, è da oltre mezzo secolo relegato a ruolo periferico attuato da politiche centraliste i cui effetti producono solo ed esclusivamente diseconomie e disservizi per l’intero sistema Calabria. Il documento definisce un disegno di evoluzione/sviluppo del tessuto territoriale al fine di rafforzare un sistema unitario, fortemente connesso, attrattivo e competitivo all’interno della stessa Calabria e, insieme, nelle relazioni con la Nazione e l’Europa. In considerazione di quanto esposto, i Sottoscrittori, rilanciano la necessità di un piano strategico denominato “Provincia della Magna Greacia” avente come scopo l’obiettivo di riequilibrare l’assetto demografico delle Province calabresi così da garantire parametri equi tra le varie Aree della Regione Calabria. Istituire una Nuova provincia, a saldo zero per lo Stato, denominata “Magna Graecia” con due Capoluoghi così da rafforzare l’identità politico/istituzionale tra Aree con interessi comuni favorendo processi di policentrismo affinché gli Enti statali risultino più vicini alle popolazioni. Tale Ente nascerebbe dalle ceneri della Provincia di Crotone che in fase statutaria, cambierebbe la propria denominazione e modificherebbe i suoi attuali confini territoriali includendo ben 68 comunità scorporate dalla (ex) provincia di Crotone e dalla provincia di Cosenza. Si stabiliscono come Capoluoghi della nuova Area, nel totale ossequio della sussidiarietà policentrica, i comuni di Crotone e Corigliano Rossano, con riferimento di zona per quanto concerne l’area Crotoniate e quella Sibarita. Il nuovo Ente ingloberebbe pertanto circa 410mila abitanti, pareggiando ed equilibrando le attuali disparità che vedono la provincia di Cosenza come un Ente gigantesco, ingestibile e non accomunato per interessi ed affinità, di oltre 700mila abitanti e la provincia di Crotone, che con poco più di 170mila abitanti ed un succinto territorio, arranca a trovare una sua dimensione venendo di fatto inglobata nel vecchio disegno di spartizione calabrese che la annette, per quanto riguarda la fruizione dei servizi, alla vecchia perimetrazione della provincia di Catanzaro, oggi Area Vasta della Calabria Centrale, con cui l’area di Crotone non condivide alcun tipo di affinità politico-logistico-gestionale. Tale rivoluzionaria e coerente visione non nasce da principi separatisti rispetto al resto della Regione o alle esistenti amministrazioni sub-regionali, quanto dalla necessità di riarmonizzare un contesto già scriteriatamente e forzatamente annesso in “contenitori” non rispettosi delle radici storiche e delle tradizioni che accomunano i lembi rivieraschi e pedecollinari afferenti le attuali province di Crotone e Cosenza. Si pone l’accento, quindi, sulla necessità di armonizzare in un unico ambito amministrativo Territori e Popolazioni che condividono le medesime problematiche e che sono accomunati dalle medesime inespresse capacità in molteplici campi. L’area del nord est calabro, infatti, per affinità territoriali, è, naturalmente predisposta, all’agricoltura ed all’artigianato di qualità. Non a caso i sistemi agricoli dei terreni agrumetati della Piana di Sibari, i vignetati colli del Cirotano, le produzioni biologiche ortofrutticole di Capo Rizzuto, ed i tuberi Silani rappresentano le eccellenze di un Territorio, da sempre vocato alla preminenza nel settore primario; parimenti dicasi per l’artigianato che purtroppo, causa il massivo spopolamento dei Borghi, le difficoltà nei collegamenti e l’arranco nei commerci, sta perdendo il suo naturale appeal che aveva reso negli anni lustro al Territorio. Si consideri, inoltre, che l’Area detiene le due marinerie principali della Regione e fra le più fiorenti dell’intero Mezzogiorno per potenzialità, che tuttavia annaspano nella naturale programmazione. Ed ancora, l’offerta turistica relativa ai contesti urbani di Villapiana, Cassano all’Ionio, Corigliano-Rossano a Nord e Crotone, Isola di Capo Rizzuto e Cutro a Sud, detengono un cospicuo numero di strutture turistico ricettive che avrebbero tutti i presupposti per consentire la nascita del sistema turistico integrato dell’Arco Jonico, atteso che rappresenterebbero la più grande e variegata offerta ricettiva dell’intera Regione, anche in funzione della vicinanza alle strutture montane di Palumbo Sila, Lorica, Camigliatello e l’altopiano del Pollino. Tuttavia, risulta impensabile, continuare a collocare dette Aree con ambiti vallivi del resto della Regione, che per peculiarità fondano le rispettive economie su contesti totalmente differenti da quelli Jonici e, per lo più, sul settore terziario. Non è un caso che i sistemi urbani di Catanzaro-Istmo-Serre e Cosenza-Tirreno-Pollino, detengano il rapporto di un 1 abitante su 4 relativamente agli addetti al terziario e pubblica amministrazione, mentre tale rapporto si dilata vertiginosamente a 1 abitante su 19 nel caso dei contesti urbani di Crotone e Corigliano-Rossano Restituire dignità alle popolazioni dello nord est calabro, ricadenti negli ambienti Sibariti e Crotoniati, vittime di un processo d’isolamento storico e di innaturale aggregazione a Territori con peculiarità ed economie differenti, ancora oggi, non trova giustificazione alcuna. Si chiede, quindi, una nuova rivoluzionaria pianificazione che risponda a logiche di equità sociale e pari trattamento. In area dell’Arco Jonico Magnograeco, qualità e costo della vita sono palesemente sottodimensionati nonostante le enormi potenzialità espresse dal Territorio che, se tenuto in debita considerazione, può rappresentare fattore di crescita e sviluppo per l’intero sistema Calabria, e figurare al contempo la piattaforma di rilancio dell’intero Mezzogiorno considerata la posizione cerniera dello stesso fra la dorsale Adriatica e i flussi del Mediterraneo. All’indomani del processo di Fusione delle due ex città di Corigliano Calabro e di Rossano, l’Arco Jonico Magnograeco ospita la terza città della Regione per dimensioni demografiche, dopo Reggio Calabria e Catanzaro, e la città di Crotone, da troppo tempo lasciata ai margini delle classifiche sulla qualità della vita. Tale conformazione ha aperto la strada al progetto di Provincia Magna Graecia, mediante il concepimento di un nuovo organismo che dia autorevolezza, prestigio e rappresentatività all’intera Area. Tale visione è da ritenere una proposta di valorizzazione diversa del Territorio; si rivendica, quindi, il sacrosanto diritto di porsi in una posizione legittima e paritetica con le rappresentanze politiche espressione dei Capoluoghi storici. I Sottoscrittori auspicano relazioni e forme di sinergia, ma avversano le politiche deteriori del centralismo in tutte le sue oramai ataviche connotazioni: dall’accentramento dei servizi alla colonizzazione delle strutture partitiche e/o associative e dei gruppi di pressione che, ad oggi, hanno determinano subalternità ed assoggettamento dell’Area Jonica rispetto ai succitati Capoluoghi storici. Il tema del centralismo sconfina in tutti i settori della società civile: dalla giustizia alla sanità, dalla gestione dei beni archeologi agli istituti di credito, dalla suddivisione di circoscrizioni e giurisdizioni alle politiche agricole/turistiche/culturali, dalla mobilità ai trasporti, dall’assenza di percorsi successivi alle scuole secondarie di secondo grado, dalla sperequazione del gettito di Stato, ecc. Il monopolio delle decisioni in Calabria è suddiviso tra i Capoluoghi storici (Cosenza, Catanzaro, Reggio Calabria) e la cattiva gestione ha determinato diseconomie, oggi, sotto gli occhi di tutti. Occorre quindi cambiare, rivoluzionare il sistema, nell’interesse della Calabria e dei calabresi. Armonizzare la classe politica della Sibaritide e del Crotoniate significa assemblare rivendicazioni comuni, dal diritto alla mobilità pubblica (traffico su rotaia, su gomma, via mare, rilancio aeroporto Pitagora, metropolitana leggera), a una più giusta ed equa redistribuzione del gettito alle Province e l’intercettazione di fondi comunitari, la possibilità di rivedere la giurisdizione dell’Autorità portuale affidando un diverso ruolo ai porti di Corigliano-Rossano e Crotone, naturalmente votati alle attività crocieristiche, alla nautica da diporto, alla marineria ed al commercio dell’agro- alimentare. Tradurre, quindi, in brand il marchio “MAGNA GRAECIA” e attribuirgli una valenza mondiale. Non per ultima si rende impellente la necessità di rivedere il principio d’attribuzione dei fondi previsti dal piano “Next Generation UE”, atteso che la Comunità Europea ha stabilito l’ammontare di ben 209 miliardi di euro in funzione del fatto che il Sud Italia sconti un ritardo sotto ogni punto di vista. Si pone, dunque, la necessità di livellarlo al resto del “Sistema Paese”. E come non considerare che nel ritardo accumulato dal Sud rispetto alle aree del Centro-Nord Italia, esista una questione nella questione rappresentata dall’ulteriore atavico differimento che l’Arco Jonico della Magna Graecia defalca rispetto al resto della Regione e più in generale al Mezzogiorno tutto. La recente riforma che ha stabilito una revisione del numero dei Parlamentari ha sancito la nascita del nuovo collegio Jonico che, di fatto, ha già accomunato sotto un’unica perimetrazione politico-rappresentativa le Aree oggetto della presente missiva Il disegno dell’Area Magnograeca, infatti, corrisponderebbe circa al nuovo distretto che ha accomunato tutto lo Jonio del Nord Est calabrese inglobando in un’unica circoscrizione elettorale le città di Corigliano-Rossano e Crotone, l’area Silana ed il Pollino di Levante, senza soluzione di continuità. Atteso che tale Ente non nascerebbe contro “Qualcosa o Qualcuno”, ma per la rifunzionalizzazione del “Sistema Calabria” e che la mancata applicazione amministrativa di quanto suindicato è alla base dei gravi ritardi che le due Aree presentano, ritrovandosi innaturalmente in contenitori amministrativi e d’Area Vasta non affini alle rispettive peculiarità, si illustrano le medesime problematiche che le caratterizzano: –   Totale assenza di Infrastrutture ferro stradali o comunque legate a sistemi superati dal tempo e dai fatti. Strada statale 106: si attende da circa un secolo che sia elevata a strada di Categoria B a 4 corsie, come prescritto dalla Commissione Europea in corrispondenza dei Corridoi TEN-T Comprehensive. Linea Ferrata: non elettrificata e risalente al periodo dei Borbone, totale assenza dei collegamenti a lunga percorrenza su ferro. Portualità: i due principali Porti dello Jonio totalmente sconnessi dalla rete ferroviaria e sprovvisti di una base logistica. Scalo aeroportuale di Sant’Anna-Pitagora: non collegato ai potenziali Asset del Territorio (Stazione FS di Crotone, Porto di Crotone Ambito Porto di Corigliano Rossano, nodo ferroviario FS di Sibari). Infrastrutture di collegamento di categoria C1: comprese e previste dalla linea di costa verso l’entroterra, strategiche per lo sviluppo turistico dell’Area, non completate ed in alcuni casi parzialmente inesistenti. Intermodalità infrastrutturale: lacunosa su alcuni aspetti, totalmente assente su altri. –         Sanità: unica area in Calabria a non suffragare i LEA non solo rispetto al resto del territorio nazionale, ma anche rispetto alla stessa Regione. Meno di un posto letto ogni 1000 abitanti contro i circa 3 posti letto ogni 1000 abitanti nel resto della Regione. Assenza di presidi Ospedalieri di Secondo livello nonostante l’area suffraghi pienamente i parametri richiesti dalla norma nell’istituzione di Presidi di secondo livello –HUB- (ambiti demografici compresi tra 300 e 600mila abitanti). Assenza di un reparto di Emodinamica sui due Spoke presenti (Corigliano-Rossano, Crotone), 2 ospedali dismessi o parzialmente tali (Cariati, Treabisacce) e 2 Presidi di Montagna (Acri, San Giovanni in Fiore) svuotati da ogni competenza, 2 Case della Salute, previste e mai messe in funzione ( Cassano all’Ionio, Mesoraca), contro la gestione di ben 6 reparti di Emodinamica presenti fra le strutture di Catanzaro, Cosenza, Pollino e Tirreno. Giustizia e Forza Armate: presenza di un solo tribunale (Crotone) lungo la linea di costa con la palese difformità rispetto al rapporto tra i Presidi di Giustizia ed abitanti serviti: un presidio ogni 170mila abitanti circa, nel resto della Regione (Aree Pollino-Tirreno-Valle Crati, Area Istmo e delle Serre, Area dello Stretto-Gioiese-Locride) uno ogni 400mila nell’area dell’Arco Jonico, nonostante la presenza della terza città della Calabria per numero d’abitanti. Assenza di Presidi di Sicurezza, atteso che sull’area è presente la questura di Crotone ed il Commissariato Distretto S. di Corigliano Rossano, contro la presenza di almeno 2 Commissariati P.S. ed una Questura nelle altre Aree calabresi. Assenza di un GRUPPO C. C. e relativo rimpinguo di Compagnie CC nei Centri minori, nonostante in regione Calabria siano Operativi bene tre Comandi di GRUPPO nelle comunità di Locri, Gioia Tauro e Lamezia Terme, aree che rappresentano circa ¼ della demografia presente sull’area dell’Arco Jonico. Aree ZES: poste sotto l’egida della portualità di Gioia Tauro, differente per scopi dalle portualità joniche, che stentano a decollare e che, al contrario, inserite in un contesto affine alle vocazioni territoriali anche di portualità extraregionali, potrebbero fornire una valida risposta alla domanda di lavoro ed alla totale assenza d’offerta nell’Area. Presenza dello Stato inesistente e relativo gettito pubblico praticamente portato agli sgoccioli: meno di 4000 dipendenti pubblici nel caso di città come Corigliano-Rossano e Crotone rispettivamente su 78mila e 62mila abitanti, 28mila e 18mila nei centri di Catanzaro e Cosenza rispettivamente su 87mila e 65mila Tutto ciò determina un’economia, per lo più, improntata sul settore privato della piccola e media impresa, fortemente scossa negli ultimi anni ed ancor di più dal periodo pandemico che stiamo attraversando. Un’area a forte rischio dissesto idrogeologico e con fenomeni di erosione costiera importanti e di cattiva regimentazione delle acque: tali fenomeni sono accentuati dalla crisi climatica con i rischi alluvionali e franosi che con sempre maggiore frequenza continuano a verificarsi nei centri abitati, con perdite anche di vite Risulta importante, quindi, avere una visione complessiva a Scala di bacino, ed agire non per singoli interventi che spesso sono inefficaci. Dette criticità, se non adeguatamente coadiuvate da politiche interventistiche, potrebbero presagire a tragedie annunciate, come gli eventi degli ultimi anni ci hanno dimostrato: alluvioni su Corigliano Rossano, alluvioni su Crotone. Il rilancio dell’Area Jonica, pesantemente depauperato ed abbandonato, deve partire dalla tutela e la protezione ambientale dei luoghi, affinché sia garanzia per un futuro migliore, la cui chiave di lettura è la riconversione ecologica e la sua pronta attuazione. Fenomeni di emigrazione massiva dalle due città e dai tantissimi borghi presenti sull’area: l’ultimo rapporto SVIMEZ ha stimato la trasformazione in Paesi fantasma di ben 30 comunità su 68 presenti nell’area entro il 2050 per l’assoluta assenza di prospettive  –         Mancanza di percorsi di specializzazione universitaria: aggravio di spesa per gli abitanti alfine di consentire un percorso di studio specialistico per i propri figli, i quali, giocoforza, sono costretti a ricercare il proprio futuro lavorativo e la propria realizzazione professionale presso altre località Calabresi, d’Italia e d’Europa con l’aggravante di lasciare sempre più l’Area Jonica ad un inesorabile invecchiamento anagrafico e quindi senza prospettiva alcuna per le giovani generazioni. L’assenza di considerazione da parte della Regione Calabria: si continua ad intendere e gestire il territorio regionale con una visione centralista e di suddivisione/spartizione a tre teste: Cosenza, Catanzaro e Reggio La recente pianificazione dei fondi POR 2021-2027, ingloba la città di Crotone nei centri di secondo livello ed al pari di altre realtà demograficamente più piccole e destinatarie di minori risorse, mentre disconosce totalmente il recente processo di fusione amministrativa che ha visto le due ex città di Corigliano Calabro e Rossano fondersi nella nuova realtà urbana di Corigliano-Rossano, prima città della provincia di Cosenza e terza della Regione Calabria, trattandola ancora da Comune separato e aggregandolo, come destinatario di finanziamenti, a nuclei urbani di terzo livello. Mancanza di impianti per l’economia circolare: l’Arco Jonico Magnograeco dovrà dotarsi di impianti di compostaggio e di digestione anaerobica per la produzione di compost di qualità e biometano e di impianti per il riciclo della Sarà fondamentale rendere autosufficiente tutti gli ambiti calabresi aumentando il riciclo da raccolta differenziata, riducendo il volume dei rifiuti in discarica o a termovalorizzazione. Mancanza di depuratori a tutela del mare e del turismo: i Comuni dell’Arco Jonico senza impianti o con impianti non funzionanti quindi sotto procedura di infrazione europea, per cui l’Italia paga multe ingenti, sono diversi e tra questi anche le città di Crotone e Corigliano-Rossano. – Mancanza di pianificazione logistico-strutturale: nessuna considerazione nel prossimo Recovery Plan che miri ad avvicinare le due Aree, le quali pur rimanendo una in vicendevole prosecuzione dell’altra, scontano una dilatazione dei tempi di percorrenza dovuta alla vetustà dei percorsi comuni ed alla totale mancanza di progettazione operata negli anni. Il documento risponde alla esigenza/necessità di programmare organicamente lo sviluppo dell’Area Jonica con il concorso di tutti i Sindaci e nel rispetto di potenzialità ed esigenze dei diversi territori. Per quanto contenuto nella missiva e per la discussione ed approfondimento delle tematiche trattate, i Sottoscrittori, chiedono un incontro presso una località da concordare in area dell’Arco Jonico, alfine di programmare le pianificazioni, non più differibili, per un rilancio condiviso dell’Area Jonica, che riverberi benessere alle autoctone popolazioni e di riflesso generi un’evoluzione della qualità della vita della Regione Calabria tutta. Una delegazione dei Sottoscrittori sarà lieta di rappresentarLe, compatibilmente agli impegni istituzionali, i contenuti del progetto nell’ambito di un eventuale incontro.