Trebisacce-13/05/2021: IL PUGILE GENTILUOMO

                  

Il pugile gentiluomo

             

  IL PUGILE GENTILUOMO

 

Dentro un ring o fuori non c’è niente di male a cadere. È sbagliato rimanere a terra”(Muhammad Ali)

 

Il nostro Paese ha espresso, negli anni, moltissimi talenti, in ogni settore della vita, ma pensiamo che il talento di cui scriveremo in questa occasione, abbia le potenzialità per crescere sempre di più e ritagliarsi un posto di primaria importanza sia nello Sport che nella Vita.

La Boxe è una disciplina dove il rispetto per l’avversario è sacro, dove lo spirito di abnegazione, il coraggio, la perseveranza, la pazienza e la passione sono i suoi cavalli di battaglia.

Tutte qualità innate in Dario Socci, giovane campione che, fin dai suoi inizi a Salerno, dimostrava di possedere qualità che lo avrebbero portato a diventare un atleta di tutto rispetto.

Sia da dilettante che, successivamente, da professionista, ha ottenuto splendidi successi sia a livello nazionale che internazionale e ciò che lo contraddistingue è la sua classe, oltre alla sua enorme forza di volontà.

Il coraggio e la perseveranza possiedono un talismano magico di fronte al quale le difficoltà scompaiono e gli ostacoli svaniscono nel nulla” (John Quincy Adams).

Solitamente quando si parla di un boxeur si pensa subito ad una persona dura; ebbene, nel caso di Dario Socci ciò è vero quando si trova sul ring, ma una volta sceso dal quadrato ci si trova di fronte ad un giovane timido , riservato e sensibile. E questo lo fa amare ancora di più da quanti gli sono accanto.

Cosa dire di questo campione? E’ un ragazzo sensibile che riesce a trasferire sul ring anche le sue emozioni, il suo modo d’essere, la sua capacità di esprimere quello che ha “dentro” anche tra le corde..

La pulizia dei suoi occhi riflette quella del suo animo, in quanto ha in sé quei valori veri della vita che trasferisce anche sul ring.

Essere pugile non significa soltanto colpire, ma, prima di tutto, imparare a ricevere i colpi. Ad incassare. A fare in modo che quei colpi facciano meno male possibile. La vita non è altro che un succedersi di round. Incassare, incassare. Tenere duro, non cedere. E colpire al posto giusto, nel momento giusto.

Ebbene, Dario Socci con il suo esempio positivo da imitare e da seguire, dimostra che la Boxe può essere uno strumento utile anche per trasferire nella vita di tutti i giorni quei valori della palestra e del ring, in quanto insegna che tutti i giorni si deve combattere e se si cade non bisogna arrendersi ma lottare , andare avanti con tenacia.

Sei volte morire, sette volte combattere, cioè avere sempre un colpo in più rispetto all’avversario nello sport così come nella vita di tutti i giorni.

Pensiamo che anche la scuola debba sensibilizzarsi e comprendere che una disciplina come la Boxe può serenamente integrarsi con quelle che sono le attività didattiche, anche perché i valori trasmessi sul ring possono servire ai giovani per accrescere la volontà e lo spirito di abnegazione.

E Dario Socci sarebbe l’esempio più luminoso per dimostrare tutto ciò.

Ad maiora semper

RAFFAELE BURGO