LA CULTURA CALABRESE NEL MONDO
Due giorni di grande cultura e storia calabrese( e italiana) in Albania: il Convegno degli “Itinerari Gramsciani 2012” sul ruolo degli italo albanesi nei “due Risorgimenti (Italia 1861 – Albania 1912)”, hanno fatto vivere al popolo albanese, al mondo della cultura, ai giovani, momenti di vera emozione.
Già la prima parte del convegno internazionale, tenutosi a Plataci il 21 luglio scorso, aveva segnalato un successo pieno e dimostrato la grande sensibilità e l’interesse, soprattutto nelle fasce giovanili che hanno vissuto una vera novità nella cultura italiana, sottolineando, con la loro voglia di sapere, di conoscere, in un momento così difficile, la storia degli italo albanesi nel Risorgimento. Per di più il Convegno ha evidenziato la voglia dei giovani a ritornare protagonisti, partendo da un tema che si allontana dal politicismo quotidiano per affermarsi come parte integrante di una storia italiana che i libri di testo scolastici non ricordano. Al di là dell’approfondimento della “nuova questione meridionale” vista in rapporto al Mediterraneo, la novità derivata da una ricerca del MeME, è che il ceppo Gramsci si trova a Plataci, paese albanese della provincia di Cosenza, proveniente nel XV secolo dal Principato di Gramsh nel sud est dell’Albania; questo il punto di partenza per ipotizzare dalla Calabria un itinerario culturale e turistico che colleghi i paesi arbereshe d’Italia e le aree dei Balcani e del vicino Oriente che hanno una matrice linguistica comune. Proprio questa base culturale comune ed il loro collegamento può consentire ai paesi di quest’area di rilanciare una nuova cooperazione nel Mediterraneo.
La seconda parte di approfondimento in cui era suddiviso il convegno si è concretizzata il 26 luglio a Gramsh, nel sud-est dell’Albania e il 28 luglio a Tirana.
Una vera e propria partecipazione di popolo è stata protagonista nelle celebrazioni di gemellaggio tra Plataci e la città di Gramsh, che ha raggiunto toni veramente toccanti nell’esposizione dei dati storici, frutto della ricerca presentata dall’on. Brunetti che traccia il percorso della documentata partenza nel XV secolo della famiglia Gramsci,dopo la morte di Skanderbeg e la rioccupazione ottomana dell’Albania verso le coste della Calabria, approdando a Plataci. Questa è la ragione per cui ha accolto con un tributo di vera simpatia la presenza di Antonio Gramsci jr., grande musicista di Mosca, che quest’anno ha partecipato pienamente agli “itinerari gramsciani”, sia a Plataci che in Albania.
Ma l’elemento di grande valore culturale è stato il Convegno scientifico tenuto presso l’Università Mediterranea di Tirana: una sorte di assemblea della intelighentia culturali albanesi che ha esaltato l’iniziativa del Meme ed apprezzato la relazione di apertura dell’on. Brunetti che, con quella del professore UҪi – Presidente di Lisi i Arbrit – ha disegnato il quadro generale da cui si sono mossi i numerosi interventi degli intellettuali presenti.
Insomma, due belle giornate di cultura e di approfondimento teorico dei temi che, attraverso gli italo-albanesi collegano le due realtà, quella italiana e quella albanese.
I mass media albanesi, dalle TV alla carta stampata, hanno dato grande risalto a questo evento ed hanno condiviso la ipotesi presentata dall’on.Brunetti che bisogna ridisegare un nuovo ruolo degli arbëresh e, come De Rada, Lorecchio e tante altre personalità, grandi e piccole, del mondo italo albanese hanno rivendicato, a suo tempo, l’indipendenza dell’Albania, oggi, essi non possono che giocare i loro valori unitari, conquistati nella aspirazione dell’unità d’Italia e dell’indipendenza dell’Albania, in una forte rivendicazione dell’Albania come parte integrante dell’Europa, la quale può assolvere un ruolo positivo nel nuovo scacchiere geopolitico del Mediterraneo e dei Balcani.
A Gramsh è stato sottoscritto un gemellaggio tra il paese di Plataci e la città di Gramsh come primo esempio di nuova cooperazione tra il Sud d’Italia e le aree deboli del Mediterraneo. Un Comitato congiunto tra le due istituzioni con la presenza del MeMe come coordinatore, è stato costituito ed è già all’opera, per portare a breve alla discussione una ipotesi di lavoro sui “ beni comuni”. Speriamo, che di fronte a queste eclatanti iniziative che danno prestigio alla Calabria e all’Italia, il ceto politico si accorga di questa nuova realtà che si muove fuori dal loro linguaggio tecnico di routine, indifferente a quel che capita attorno, e si impegni attivamente sull’unico terreno che può aiutarci ad uscire dalla crisi, qual è quello della cultura.
Ufficio stampa MeME