Trebisacce:05/09/2012
Si è concluso la tre giorni del il primo convegno ecclesiale diocesano, svoltosi nella Sala del Miramare Palace Hotel, nei giorni 3,4 e 5 settembre, che hanno registrato il tutto esaurito di posti a sedere e con la partecipazione non solo di religiosi e sacerdoti, ma anche di fedeli e di laici giunti da tutte le località del comprensorio. Tantissime anche le domande poste dai partecipanti che hanno dimostrato un alto livello di attenzione e di coinvolgimento alle relazioni proposte. Al centro del dibattito, il ruolo degli adulti nella Chiesa, nella famiglia, nella società. “La Chiesa è chiamata ad essere famiglia, privilegiando attraverso l’azione pastorale gli aspetti educativi. Solo così l’esperienza della fede e dell’amore cristiano può essere fatta propria e vissuta dalle famiglie e trasmettersi da una generazione all’altra”.Questa la riflessione con la quale monsignor Nunzio Galantino, vescovo della Diocesi di Cassano all’Jonio, ha concluso il convegno ecclesiale diocesano, incentrato sui temi del ruolo degli adulti, della loro formazione cristiana, del loro contributo alla definizione di una più incisiva pastorale della famiglia. I lavori, aperti dal Pastore della Chiesa cassanese alla presenza di diversi sindaci del territorio, in primis quello di Trebisacce Franco Mundo, sono entrati nel vivo con la relazione di don Armando Matteo, teologo e assistente nazionale della Fuci, che ha spiegato: «L’essere adulti non è solo una questione anagrafica, ma sotto il profilo educativo è la capacità di assumere in pieno la vocazione al bene, alla capacità di porsi quale modello autorevole per le generazioni più giovani». Sul tema è intervenuto poi don Antonio Mastantuono, docente di Teologia pastorale e catechetica presso la Pontificia facoltà teologica dell’Italia meridionale di Napoli: «Occorre guardare alla catechesi per adulti come alla strada per costruire comunità adulte nella fede: sono ancora troppi gli adulti che vivono il dualismo tra fede pensata e fede praticata. La sfida sarà di individuare un modo di essere Chiesa che stia più con la gente e che contribuisca ad irrobustire la fede pensata trasformandola in testimonianza». Don Pietro Romeo, delegato della Consulta regionale di pastorale familiare, ha accesso i riflettori sulla corresponsabilità missionaria, attraverso l’analisi dei testi paolini dedicati alle figure di Aquila e Priscilla: «I due sposi vengono portati ad esempio dall’apostolo perché incarnano i tratti che definiscono bene i laici. La sfida delle parrocchie sarà di creare una pastorale con le famiglie, sostituendo alla generica collaborazione una forma organica di corresponsabilità». Quindi a seguire, la testimonianza di una coppia di sposi, Guido e Lucia Gliozzi, responsabili della Commissione regionale per la famiglia. «I convegni servono per aiutarci a recuperare il senso vero dell’essere Chiesa oggi. Da questi giorni esco, ha sottolineato S.E. Galantino nelle conclusioni, con l’impegno di farmi custode attento e geloso dei sogni sulla nostra Chiesa. E mi sento obbligato a difenderli da quanti vogliono farli morire, orientando di più la mia azione perché nelle nostre parrocchie si possa osare più Vangelo, più carità, più relazioni, più formazione e meno ripetitività, meno gesti di culto fine a se stessi, meno parate. Facciamo entrare nelle nostre Chiese un po’ di quella sofferenza, un po’ di quella incertezza e un po’ di quella speranza che caratterizza tante famiglie del nostro territorio per essere loro sempre più vicini e per diventare noi stessi ancor più famiglia».
Franco Lofrano