Trebisacce:28/11/2012
Il liceo scientifico ha organizzato un convegno su Jean-Jacques Rousseau, in occasione del terzo centenario della nascita. L’incontro si è tenuto lo scorso mercoledì presso il Cinema Teatro Gatto, con la partecipazione di un numeroso pubblico in prevalenza studentesco, in una cornice suggestiva, sia come disposizione della scena sul palco, la presenza di alunni come garbati accompagnatori dei relatori, sia per la locandina, opera dell’artista Mario Brigante. Ha introdotto i lavori Bruno Mandatari, docente di storia e filosofia, per spiegare il senso di una manifestazione non celebrativa e coreografica, ma perchè il pensiero di Rousseau è talmente fecondo da oltrepassare il tempo e presentarsi alla nostra sensibilità e mentalità ancora vivo e persuasivo in diversi ambiti. E’ stata sottolineata l’importanza che questi eventi rivestono in merito al territorio, perché una filosofia “autoreferenziale” non porta da nessuna parte. La filosofia è viva nella misura in cui la si condivide all’interno del territorio di appartenenza; rispettando le caratteristiche storiche, sociali e culturali del proprio ambiente. I lavori sono stati coordinati dall’alunna del liceo classico Francesca Pace. In apertura c’è stato il saluto del sindaco Franco Mundo e del Dirigente Scolastico del Liceo, Tullio Masneri. I lavori sono stati aperti da Gianni Mazzei, docente di Storia e Filosofia, che ha fatto un paragone tra le Confessioni di Agostino e quelle di Rousseau, ritenendo di trovare paralleli tra i due filosofi che, oltrepassando tale specifica opera, nella concezione politica, anche se in chiave di lettura prima laica, orizzontale e l’altra verticale e religiosa. La cupiditas di Agostino diventa il singolo in Rousseau e la Caritas si tramuta nel filosofo generino nella volontà generale di aderire ai dettami della natura, come dimensione dello spirito. Raffaele Cirino, dell’Unical di Cosenza, ha tracciato un paragone interessante tra il calabrese Campanella e Rousseau per quanto concerne il valore della natura, come schema interpretativo di cultura non libresca . Enrico Persichella, docente di Storia e Filosofia, ha colto chiara l’ influenza del filosofo sulla vicenda della rivoluzione francese specie su Robespierre oltre a come Kant e Fiche lo hanno saputo modulare nella dimensione politica e morale. Giuditta Bosco, docente di filosofia al liceo classico di Luzzi, ha dato indicazioni nuove sulla visione della donna in Rousseau, che non sa superare un’interpretazione maschilista della stessa, la donna può sì avere un’educazione, ma molto più semplice rispetto all’uomo, adeguata al suo ruolo subalterno. Andrea Petta, vice-sindaco del Comune di Trebisacce, ha tracciato l’ iter della visione politica di Rousseau, spesso poco aderente alla realtà del tempo e del nuovo che avanzava economicamente ( la società liberista), pur se in sé portava germi dirompenti nel suo afflato utopistico. Bruno Mandatari, in chiusura dei lavori, ha sfatato alcune letture di rito di un filosofo come espressione del sentimento contro la ragione, ribadendo la grande figura, sempre attuale, di un intellettuale che ha ancora molto da dire al nostro tempo. Durante il convegno sono stati letti stralci dell’opera di Rousseau da parte di Pasquale Corbo, docente di lingua e letteratura francese dell’Ipsia. Tra i presenti ci piace citare, tra gli altri, il dirigente scolastico dell’Istituto tecnico commerciale Domenica Franca Staffa, il presidente del Rotary Club Leonardo Micelli, ecc. Un omaggio floreale alla fine nei riguardi della relatrice Giuditta Bosco e coordinatrice Francesca Pace, mentre agli altri relatori un omaggio del pittore Mario Brigante.
Franco Lofrano