
Calabria-17/02/2025: Storia amara del famoso giornalista e presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo: la sua caduta e la sua rinascita attraverso un libro-confessione per il quale ha detto no (per ora) alla candidatura
Storia amara del famoso giornalista e presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo: la sua caduta e la sua rinascita attraverso un libro-confessione per il quale ha detto no (per ora) alla candidatura
Come la gogna mediatica distrugge la vita di un uomo che non è stato mai indagato né ha mai ricevuto un avviso di garanzia
Servizi Segreti? Sarebbe ora che i magistrati aprissero un’inchiesta sulla vicenda
Condannati i carabinieri infedeli che volevano ricattarlo perché si intratteneva con una trans
Numerosissima presenza di pubblico qualificato alla presentazione del libro “Storia senza eroi” , di Piero Marrazzo, che si è tenuta nell’elegante sala conferenze della Camera di Commercio di Catanzaro. E proprio il presidente della Camera di Commercio, Pietro Falbo, ha aperto i lavori evidenziando con entusiasmo la valenza dell’ iniziativa: un confronto aperto su temi che riguardano il rapporto tra giustizia, informazione e vita pubblica. Ha messo in rilievo la commozione di Marrazzo, cogliendo nei suoi gesti la bontà dei suoi sentimenti. La presidente dell’associazione Ande di Catanzaro, avvocato Roberta Porcelli, che ha voluto l’iniziativa, ha detto fra l’altro: “Non abbiamo mai promosso un libro prima d’ora, ma questo testo incarna perfettamente il nostro obiettivo: stimolare il confronto, analizzare la realtà al di là della superficie. La verità non è mai bianca o nera, ma fatta di sfumature”. La presidente Roberta Porcelli si è soffermata su un tema di scottante attualità, il rapporto tra stampa, giustizia e politica, chiedendosi fino a che punto sia giustificabile il diritto di cronaca e come i media possano influenzare la percezione pubblica di una persona. La giornalista e scrittrice, Annarosa Macrì, ha esordito: “Questo libro è più di un racconto personale: è simbolo di una condizione universale, una metafora della caduta e della possibilità di rialzarsi. Questo libro è letteratura oltre che storia e cronaca. Racconta di un padre, di un giornalista, di un fratello, di un marito. Mostra cosa succede quando nella vita di un uomo avviene un cortocircuito: tutto può prendere una piega inaspettata. Tutti noi abbiamo vissuto una caduta. Anche io. Ma mi sono rialzata, e per questo mi ci ritrovo. Leggere questo libro significa leggere una storia di rinascita. Marrazzo ha tirato fuori un’altra anima, un uomo nuovo che non può dimenticare il passato, ma che ne ha tratto una nuova consapevolezza. Il libro sancisce la sua rinascita: è quasi un giallo, ma senza morti. Ci sono, però, i morti civili, quelli cancellati dalla società”. E ripetutamente il giornalista e scrittore, Piero Marrazzo, si è soffermato sul peso che la pressione mediatica ha avuto nella sua caduta, e della difficoltà di separare il privato dal pubblico, di come la sua vita sia stata travolta da un meccanismo più grande di lui. Una storia amara: “Sono stato vittima di un ricatto, ma per quindici anni nessuno si è mai chiesto se è vero. Il libro è un viaggio nella memoria familiare, nella Calabria delle emigrazioni e dei cambiamenti sociali”. Storie di vita privata: il fratello di Piero Marrazzo, figlio della stessa madre ma di un padre diverso, e disconosciuto dalla propria famiglia, in particolar modo dal padre, dopo l’emigrazione in America, diventa metafora di una società che spesso condanna senza appello. Questo libro non è solo la mia storia, ma quella di chiunque abbia vissuto una caduta e abbia trovato il coraggio di rialzarsi”. Il giornalista e avvocato Ennio Curcio ha intervistato pubblicamente Marrazzo, sulle dimissioni da presidente della Regione Lazio e ponendogli diverse domande. Marrazzo ha confessato di aver commesso errori: non dire la verità alla moglie, non denunciare subito il ricatto ai vertici dell’Arma. Ha detto come i reali soggetti attivi del reato fossero i carabinieri infedeli che poi furono condannati. E aggiunto: “Mi sono dimesso per opportunità, non perché fossi indagato o colpevole. Non sono mai stato indagato e non mi è mai stato recapitato un avviso di garanzia, e questo rende la vicenda ancora più assurda. Fa capire come debba essere divisa l’etica dalla morale. Ma nessuno ha mai riflettuto su come la sessualità possa essere usata come strumento di potere. Lo è stato contro di me, come lo è ogni giorno contro le donne e le persone della comunità LGBTQI+. Chi scrive sui giornali o sui social dovrebbe pensare a chi non ha la forza di resistere a una tale ondata mediatica. Io ho potuto farlo, ma molti altri no”. Piero Marrazzo, ha riaperto, attraverso le pagine del suo libro, quel capitolo irrisolto della nostra storia recente (a via Gradoli c’entravano i Servizi Segreti?) e della sua personale vicenda, “su cui la magistratura dovrebbe ancora indagare”. Ha poi aggiunto di aver rifiutato una candidatura europea per fare in modo che il libro non potesse essere strumentalizzato politicamente. Il libro rappresenta la caduta e il riscatto di un’intera famiglia, il racconto di un uomo che ha scelto di fare i conti con il passato per costruire un nuovo futuro. Quel maledetto pomeriggio di luglio del 2009. Piero Marrazzo è il Presidente della Regione Lazio, il suo gradimento è altissimo, è pronto a ricandidarsi. Quel maledetto pomeriggio, quattro carabinieri entrano in un appartamento di via Gradoli, lo filmano mentre si intrattiene con una trans, tentano di ricattarlo. È uno tsunami, che travolge la sua vita di padre, di marito, di giornalista, di politico. Una tremenda storia di cui “fui solo parte offesa: non ho ricevuto neanche un avviso di garanzia”, dice, ma che mi ha costretto a rivedere tutta la mia vita, le mie responsabilità, la mia storia pubblica e privata, in un percorso di verità che ha generato questo straordinario libro-confessione, “Storia senza eroi” (Marsilio) che l’Associazione Ande ha presentato, come tappa fondamentale, ha detto la Presidente Roberta Porcelli, nel suo percorso di riflessione civile sulle contraddizioni della contemporaneità. Non a caso al momento del primo annuncio dell’iniziativa, che doveva essere la prima presentazione del libro in Calabria, successivamente rinviata per indisponibilità dell’autore, il fondatore e presidente del Premio Mar Jonio, Luigi Stanizzi, ha messo in rilievo il prezioso e costante lavoro culturale portato avanti dall’Associazione Nazionale Donne Elettrici (Ande), presieduta da Roberta Porcelli, pioniera nell’intercettare tematiche di grande attualità e complessità. L’Ande fondata nel 1946 a Roma continua nell’impegno a favore della partecipazione al voto, favorendo il dialogo con le forze politiche e dedicandosi alla riflessione ed alla formazione sui temi grandi e piccoli, legati alla qualità della vita ed alla giustizia sociale, per una valorizzazione della persona in un contesto di civile convivenza. Particolare attenzione è dedicata alla discussione sulla parità di genere in una realtà in rapidissima, sostanziale trasformazione. Pietro Marrazzo, detto Piero (Roma, 29 luglio 1958), è un giornalista, conduttore televisivo ed ex politico italiano, presidente della Regione Lazio dal 2005 al 2009. In Rai è stato conduttore e inviato del TG2, poi responsabile della testata regionale della Toscana e poi, chiamato da Giovanni Minoli, alla Cronaca in diretta (avvalendosi anche in Calabria della preziosa attività del giornalista Rai Pino Nano), agli speciali Format e al programma Drug Stories. Dall’ottobre 1997 al 2004 conduce Mi manda Raitre.
Box preso da Wikipedia:
Marrazzo: Scandalo, dimissioni e assoluzione
Il 23 ottobre 2009 venne diffusa la notizia di Marrazzo ricattato da quattro militari dei Carabinieri in possesso di un video, che mostrava un incontro tra il presidente e una ragazza trans (che si faceva chiamare “Nataly”) con apparente presenza di sostanze stupefacenti, incontro avvenuto nel luglio precedente in un appartamento di via Gradoli, nella zona di Tomba di Nerone a nord di Roma. Tale relazione fu descritta da Marrazzo come un rapporto mercenario occasionale. Due prostitute trans, China e Brenda, furono anche loro interrogate dagli inquirenti in relazione al caso Marrazzo. In seguito al clamore mediatico sollevato dalla vicenda, dopo aver inizialmente negato il proprio coinvolgimento, Marrazzo ammise il presunto rapporto occasionale, definendolo “frutto di una mia debolezza della vita privata”, autosospendendosi dalla carica di Presidente della Regione Lazio e trasferendo i poteri al vicepresidente e assessore all’Urbanistica Esterino Montino.
Il provvedimento di autosospensione fu contestato da alcuni esponenti del Popolo della Libertà, in quanto «non previsto dallo statuto» regionale. Il 26 ottobre Marrazzo si dimise ufficialmente dall’incarico di commissario regionale per la sanità e il giorno successivo anche da Presidente della Regione, aprendo la strada alle elezioni regionali anticipate. Giannino Cafasso, coinvolto nello scandalo con il ruolo di mediatore nella vendita del video, era stato trovato morto il precedente 12 settembre, ucciso da una dose di cocaina.Il 20 novembre Brenda, una delle due ragazze trans coinvolte nello scandalo, venne trovata morta soffocata dal fumo nel suo appartamento di via dei Due Ponti in seguito a un incendio, che secondo la pista più accreditata dagli inquirenti sarebbe stato di origine dolosa. Il 19 aprile 2010, la Corte di Cassazione dichiarò Marrazzo vittima di un complotto organizzato da Carabinieri infedeli. La Suprema Corte ha escluso altresì ogni addebito nei suoi confronti, considerando la droga per solo uso personale e non ravvisando alcun illecito. La sentenza in particolare ha precisato che i carabinieri avevano attuato un’accurata preparazione di quella scena, che prevedeva non solo la presenza della droga ma anche (nello stesso tavolino, accanto al piatto che la conteneva) della tessera personale della vittima, affinché non vi fossero dubbi sulla identificazione del politico. Un comportamento teso a mettere in una situazione di forte imbarazzo l’allora presidente della Regione, rendendolo ricattabile e disponibile a soddisfare ogni loro possibile richiesta di denaro, effettivamente preteso sul momento, o di altre elargizioni o favori, nonché a confezionare un documento appetibile dalla stampa scandalistica, e dunque proficuamente commerciabile.