Trebisacce-13/05/2012: Un comizio di Andrea Petta (Fonte: Facebook)

Donne e uomini di Trebisacce, concittadine,...

Margot Mundo 13 maggio 22.33.44
Donne e uomini di Trebisacce, concittadine, concittadini, compagne, compagni…
Se ho scelto di essere da questa parte, ci devono essere ragioni profonde…
E’ il momento di dirlo con nettezza.
Da questa parte, c’è il progetto del centro-sinistra, una coalizione che assume come propri principi ispiratori i valori democratici fondativi della Repubblica italiana, il pensiero socialista, nella pluralità delle esperienze storiche riconducibili alla tradizione riformista del PCI, del PSI, del movimento operaio italiano – il pensiero laico e repubblicano, il pensiero cristiano-sociale, il pensiero ecologista; un centro – sinistra aperto, tra l’altro, all’incontro con la società civile, con i movimenti che pongono al centro della loro azione i valori della comunità perché, se per la Destra, per utilizzare la famosa frase di Margaret Thatcher “La società non esiste, esistono soltanto gli individui”, noi, viceversa, diciamo che l’individuo è un animale sociale, ha un insopprimibile istinto comunitario, gli individui senza comunità non hanno senso, sono soltanto, per dirla con Nicki Vendola, ideologia nichilista e cannibalesca…
Dall’altra parte, nella lista avversaria che pretende di connotarsi come civica, AL DI LÀ DEI PATETICI TENTATIVI DI DISSIMULAZIONE, C’È LA DESTRA, con i suoi modelli culturali di riferimento. DENTRO QUELLA COMPAGINE E DIETRO DI ESSA, CI SONO ESPONENTI E REFERENTI DI TUTTI I PARTITI DEL CENTRO-DESTRA, che hanno dato così pessima prova di sé negli ultimi anni. Ma loro stessi sono consapevoli del malgoverno a livello nazionale e regionale di quelle forze politiche…la stessa circostanza che la lista avversaria tenti di dissimulare la sua autentica caratterizzazione politica, prova per ciò solo l’imbarazzo dei componenti della stessa di essere accostati a quelle forze politiche, nell’evidente tentativo di sottrarsi al giudizio negativo del corpo elettorale.
Ma si tratta evidentemente di un maldestro tentativo di mistificazione di una realtà assolutamente incontrovertibile che non riuscirà ad ingannare nessuno. NON SIAMO STUPIDI, NON SIAMO INGENUI. SAPPIAMO TUTTI CHE SI TRATTA DI UNA LISTA DI DESTRA FORTEMENTE CARATTERIZZATA CHE RISPONDE A PRECISI REFERENTI POLITICI E ISTITUZIONALI A LIVELLO PROVINCIALE E REGIONALE.
E abbiamo purtroppo sperimentato, sulla nostra pelle, cosa abbia significato in questi anni bui il governo della destra, abbiamo visto cosa ha prodotto la politica della destra…
La stagione di potere berlusconiana, con la sua concezione aziendal-proprietaria della politica, ha ridotto il Paese in macerie: morali, istituzionali, sociali, culturali. La Destra berlusconiana ha cercato di distruggere la Costituzione Repubblicana per sostituirla con una costituzione putiniana, ha calpestato il libero giornalismo e l’autonomia dei magistrati, ha inteso umiliare i sindacati, ha violato i più elementari diritti umani, fino al razzismo, ha varato manovre inique che tolgono ai poveri e al ceto medio per non toccare i ricchi, ha cercato, in maniera ossessivamente iterata, di affermare la diversità davanti alla legge, a favore dei politici in generale e dei membri del governo in particolare, ha difeso ad oltranza i più svariati corporativismi.
Una stagione in cui la leadership è stata costruita sulla potenza a livello economico.
Ecco. Il potere dei soldi, l’ignoranza greve di chi mette sul tavolo sempre e solo il fondo illimitato della sua carta di credito, la sua ricchezza cresciuta a spese altrui, l’arroganza di un potere che sa solo comprare e corrompere, il danno culturale che l’incultura del ricatto economico impone a spese della ragione, della passione, della giustizia.
“Non c’è libertà possibile, non c’è giustizia, finchè il denaro la fa da padrone” diceva Albert Camus.
QUESTA È LA DESTRA, QUESTA È LA CULTURA DELLA DESTRA, A ROMA, A CATANZARO, A COSENZA, A TREBISACCE…

Da questa parte, con noi, c’è un candidato a sindaco, Franco Mundo, espressione di un percorso democratico, di una dialettica interna ai partiti della coalizione, la sintesi di un progetto comune e condiviso, un candidato che può permettersi di far venire a Trebisacce i referenti istituzionali della sua compagine politica, oggi impersonati dal Presidente Oliverio.
Temo che i nostri avversari non possano fare altrettanto…non vogliono far venire qui a Trebisacce i loro referenti politico-istituzionali, sia perché sono loro stessi, per evidenti ragioni di convenienza, a volerne prendere le distanze, sia perché i Gentile e gli Scopelliti rischierebbero di non trovare una benevola accoglienza a Trebisacce e in tutto l’Alto Jonio.
Dall’altra parte, in effetti, c’è un candidato a sindaco calato dall’alto, imposto dai notabili provinciali e regionali della Destra, notabili che considerano il nostro territorio solo come bacino di consensi elettorali e che lo hanno sempre considerato l’estrema periferia dell’Impero; un territorio che la Destra calabrese ha contribuito in maniera decisiva a ridurre in uno stato di profonda emarginazione, deprivandolo dei fondamentali servizi sociali e sanitari; UN TERRITORIO, IL NOSTRO, CHE IL PRESIDENTE SCOPELLITI EVIDENTEMENTE – E NE HA DATO PROVA IN MANIERA CLAMOROSA – NEMMENO CONOSCE, NEMMENO SA DOVE SI TROVA.
A questo proposito, è illuminante più di qualsiasi argomentazione un episodio che testimonia dell’interesse, della conoscenza che il Presidente Scopelliti ha del nostro comprensorio, un episodio che ha dell’incredibile, che appare inverosimile e che, purtroppo, corrisponde malinconicamente alla realtà:
era il 9 marzo 2010, Giuseppe Scopelliti, candidato alla carica di Presidente della Regione Calabria, viene intervistato da Radio 2. Si tratta di un’intervista tra il serio ed il faceto, in un clima evidentemente goliardico e provocatorio…
Gli intervistatori chiedono a Scopelliti: con quali regioni confina la Calabria? Beh, questa è una domanda facile facile, risponde sicuro Scopelliti: da una parte, ed evidentemente si riferiva al versante tirrenico, confina con la Basilicata, dall’altra parte, ed evidentemente si riferiva al versante jonico, confina con la Puglia. SI, AVETE CAPITO BENE…
COLUI CHE SAREBBE POI, PURTROPPO, DIVENTATO PRESIDENTE DELLA REGIONE IGNORAVA CHE LA CALABRIA, LA SUA REGIONE, DA QUESTA PARTE, DALLA NOSTRA PARTE, CONFINA CON LA BASILICATA…
E MENO MALE CHE SI TRATTAVA DI UNA DOMANDA FACILE…
SAREBBE DOVUTO BASTARE SOLTANTO QUESTO PERCHÉ LA DESTRA A TREBISACCE E NELL’ALTO JONIO NON PRENDESSE NEMMENO UN VOTO…
DOVREBBE BASTARE SOLTANTO QUESTO PERCHÈ LA DESTRA, OGGI, A TREBISACCE E NELL’ALTO JONIO, NON PRENDA, NEMMENO UN VOTO….

Da questa parte c’è un candidato a sindaco conosciuto e fortemente radicato sul territorio, esercitandovi con successo la sua pluridecennale attività professionale di avvocato.
Dall’altra parte, quale candidato a sindaco, c’è un imprenditore semisconosciuto, che potrà essere anche la persona migliore di questo mondo, ma per il semplice fatto di essere un imprenditore porta inevitabilmente con sé un insuperabile conflitto di interessi…
questo territorio sarà investito di qui a poco da importanti opere pubbliche…
da questo punto di vista, la candidatura di un imprenditore che opera nel settore di Pino Sposato è quantomeno inopportuna perché, al di là della correttezza della persona, che nessuno mette in dubbio, sarebbe preferibile non affidare responsabilità amministrative a soggetti che possano avere interessi personali o professionali in conflitto con l’imparzialità richiesta da tale responsabilità, imparzialità che può venir meno visti i propri interessi in causa.
Nella malaugurata e remotissima ipotesi che il Sig. Sposato vinca le elezioni, ipotesi – ripeto – infausta, ma soprattutto remotissima, perche noi non vinceremo queste elezioni….LE STRAVINCEREMO!!! –
dicevo, nell’infausta e remota ipotesi che il sig. Sposato diventi sindaco di questa città, c’è il rischio, concreto, effettivo che la propria funzione pubblico-istituzionale possa intersecarsi con i propri interessi imprenditoriali a discapito di altre parti in causa.
E poi, donne e uomini di Trebisacce, non lasciamoci sedurre dal mito dell’imprenditore, portatore di dinamiche decisioniste, di atteggiamenti manageriali che garantirebbero efficienza, produttività, sviluppo.
Gestire un’azienda e gestire la cosa pubblica sono due realtà ontologicamente incomparabili, strutturalmente inassimilabili. Anche da questo punto di vista, l’esperienza governativa dell’imprenditore Berlusconi deve insegnarci qualcosa… nella gestione dello Stato ci sono vincoli comunitari, legami sovranazionali, regole istituzionali, il rapporto con una una società – quale quella italiana – storicamente segnata da una fortissima frantumazione e dispersione pluralistico-corporativa che non consentono l’esperibilità di processi decisionali, di moduli operativi di tipo tout court aziendalistico. E questo vale – mutatis mutandis – anche per la gestione di un ente locale.
GLI IMPRENDITORI È BENE CHE CONTINUINO A FARE GLI IMPRENDITORI, perchè un imprenditore che sia contemporaneamente amministratore significa l’interferenza, la commistione, la confusione tra la sfera pubblica e la sfera privata, significa che la dimensione del privato possa ingombrare pesantemente la dimensione del pubblico.
Ed ancora, da questa parte c’è il rinnovamento, la sensibilità di intercettare la pressione di una forte reazione critica e di una netta domanda di cambiamento provenienti dalla società, in risposta alla quale sono state messe in campo, per il governo della città, qualificate energie e competenze di cui la nostra comunità disponeva. A nulla valgono, da questo punto di vista, le logore, abusate argomentazioni della parte avversaria di una pretesa continuità con la stagione amministrativa di Tonino Mundo. A parte il fatto che appartengono a quella stagione la realizzazione del sistema fognario e la pavimentazione del centro storico, il consolidamento del Bastione, l’apertura di nuovi quartieri come San Martino, la realizzazione dei sottopassi ferroviari, il viadotto veicolare e la passerella pedonale sul Torrente Pagliara che ha tolto dall’isolamento un importante e popoloso quartiere periferico di questa città, gli svincoli per la Superstrada, l’impianto di depurazione delle acque reflue all’epoca tra i più moderni d’Italia, il potenziamento della rete idrica che ha dato acqua ad un paese assetato con la realizzazione della galleria filtrante di Giordomenico, la realizzazione di numerose infrastrutture viarie, l’apertura dell’Ospedale, a parte tutto questo, al di là di tutto questo, io ritengo che quella stagione sia conclusa e, quindi, vada storicizzata. E il fatto che i nostri avversari non sappiano far altro che utilizzare l’argomentazione di un presunto continuismo ancora oggi come motivo di polemica politica e di propaganda elettorale, significa davvero che non hanno nulla da dire, è testimonianza della pochezza, dell’inconsistenza del loro progetto. Noi non siamo ripiegati sul passato, noi guardiamo davvero – a dispetto del nome della lista avversaria – al futuro di Trebisacce.
Dall’altra parte c’è la continuità palese con la passata amministrazione, continuità testimoniata dalla composizione della lista avversaria, della quale fanno parte tre assessori della Giunta uscente e altri tre candidati ricollegabili per legami parentali ad attori della passata esperienza, un’esperienza che, per stessa ammissione degli stessi protagonisti che ora si ripresentano al giudizio dell’elettorato, è stata un’esperienza fallimentare, che ha lasciato un paese sporco, degradato, dove gli esercizi commerciali sono in uno stato di crescente agonia, dove si è progressivamente realizzato l’azzeramento di storiche strutture pubbliche come l’ospedale, dove la manutenzione delle strade è assolutamente inesistente, dove è evidentemente carente la presenza di strutture aggregative che offrano la possibilità di incontri e sviluppo sociale e culturale.
In conclusione, da questa parte, c’è il candidato a sindaco Franco Mundo, per tutelare gli interessi dell’intera comunità, per ritrovare e potenziare quel senso di interesse generale da far prevalere sull’interesse particolare, per dare una prospettiva coerente di sviluppo alla nostra comunità.
DA QUESTA PARTE, IL PRIMATO DELLA POLITICA, DALL’ALTRA IL RISCHIO DELLA TUTELA DI INTERESSI PERSONALI, DELLA SALVAGUARDIA DI INTERESSI DI POTENTATI E DI LOBBY MOSSI SOLTANTO DA LOGICHE AFFARISTICO-PLUTOCRATICHE.
ED ALLORA, DONNE E UOMINI DI TREBISACCE, COMPAGNE E COMPAGNI, VENITE CON NOI PER APRIRE UNA NUOVA STAGIONE DELLA STORIA E DELLA POLITICA PER TREBISACCE. QUESTA OGGI È LA NOSTRA AMBIZIONE. VOGLIO DIRLO CON CHIAREZZA: PER NOI, PER IL FRONTE UNITARIO DELLE FORZE DEMOCRATICHE, PROGRESSISTE, SOCIALISTE, RIFORMISTE, QUESTO NON È PIÙ IL TEMPO DELL’ATTESA. QUESTO È IL NOSTRO TEMPO, PERCHE’ UN ALTRO MONDO E’ POSSIBILE.

Andrea Petta