Trebisacce-25/03/2013:Caro Direttore, i morti meritano rispetto (di Giuseppe Rizzo)

Lettera a Repubblica

Il “giallo” di Fiumicino

Caro Direttore, i morti meritano rispetto

Caro Direttore, scrivo dalla Calabria; leggo Repubblica dal 1974, quando la fondò Eugenio Scalfari;  col primo numero che ho conservato, ho fatto un poster nella mia casa, perché pure io mi occupo di stampa.  Ma Le dico con amarezza, che sono rimasto sconcertato per l’articolo di pag. 20, “Due morti intossicati, giallo a Fiumicino”, dove si racconta la tragedia in cui sono rimasti vittime due miei carisismi amici e compaesani: Franco e Domenico Paladino, i quali si trovavano a Roma, non per mangiare  “carne cruda”  o per svagarsi ma perché un loro giovane congiunto doveva subire un intervento chirurgico. Certamente, dopo giornate di strapazzo e di preoccupazione, erano andati a pernottare nella cascina tra Cesano e Fiumicino, sulla via Cassia, perché Franco Paladino era figlio di un emigrante in Svizzera e Milano, si era laureato in architettura e non ha mai chiesto protezione o raccomandazione politica per avere lavoro degno della sua professione. Faceva l’operaio umile e vendeva anche bibite. Era uno dei tanti “non garantiti” del Meridione. Sì, era un dissidente poltico e antistema, aveva certamente degli amici nell’estrema sinistra ma non  ha mai partecipato ad azioni di violenza terroristica. Leggeva libri di storia e saggi sulla questione meridionale, ultimamente discuteva sull’altro Risorgimento e contro la retorica dell’Unità d’Italia; amava l’amicizia, il suo lontano paesino di Calabria ed era affettuoso e generoso con tutti. Franco Paladino era un uomo pacifico. Suo zio, lo sfortunato medico Mimmo Paladino, era pure figlio di contadini emigranti, maturato nel sacrificio della gente del Sud e nei più sani rapporti familiari.

Dispiace anche ciò che avete scritto sul giovane laureando Leonardo, trovato abbracciato col padre morto, e sopravvissuto –come si dice – per miracolo: quel povero ragazzo non poteva falsificare il suo cognome, aveva perso le forze e la voce, stava per morire.

Sono stati più corretti e più esatti i cronisti del Sud (Franco Maurella del Quotidiano della Calabria, Pino La Rocca di Calabria ora, ecc.), perché hanno cercato notizie più precise, parlando anche con alcuni testimoni oculari. Caro Direttore, purtroppo, dopo aver letto anche altre testate del Nord, ho riscontrato anche un po’ di  “razzisimo giornalistico”.  Cercate di rendere giustizia a due poveri morti. Grazie e buon lavoro. Giuseppe Rizzo, via S.Pietro 17 – 87070 Albidona (CS), tel. 0981-500192

Giuseppe Rizzo
Giuseppe Rizzo