Alto Jonio-21/05/2020: Non è ancora tempo…di ricreazione

foto strade Covid

ALTO JONIO Coronavirus, Fase 2: «Stiamo vincendo la battaglia contro il virus perché finora abbiamo rispettato le norme del distanziamento sociale e abbiamo fatto largo uso dei dispositivi di sicurezza che sono gli unici deterrenti che impediscono la trasmissione del contagio. Non sprechiamo però quanto di buono abbiamo fatto finora. Facciamo tutti in modo, giovani, adulti e anziani, che i sacrifici fatti finora ottengano il premio meritato. Ci sarà tempo e spazio, domani, per tornare ad abbracciarci e per riconquistare le vecchie e care abitudini. Adesso il “rompete le righe” e il “liberi tutti” equivalgono a un salto nel buio che non ci possiamo permettere». E’ l’accorato e quotidiano appello del dr. Martino Rizzo dirigente-medico dell’Asp di Cosenza che coordina la task-force dei medici e degli infermieri impegnati contro il Coronavirus nella Sibaritide e nell’Alto e Basso Jonio. Medici e infermieri che, per la cronaca, battono da oltre due mesi il territorio in lungo e in largo, da Cariati a Rocca Imperiale, per effettuare i “tamponamenti” e per contrastare la diffusione del virus e che, peraltro, non sono stati neanche pagati per il lavoro duro e rischioso svolto finora. La speranza è che il loro lavoro venga ripagato presto, che almeno serva alla causa e che continui a limitare al minimo i danni prodotti da un virus tanto pericoloso quanto invisibile che, come raccomanda quotidianamente il dr. Rizzo, non è stato per niente sconfitto e potrebbe riprendere forza se non torniamo ad essere tutti più prudenti. In realtà la cronaca ci dice che mentre c’è chi, potendoselo permettere, rimane a casa in quarantena per scelta, c’è chi, come medici e infermieri, restano in trincea per combattere contro il virus e c’è, invece, chi ha già dimenticato la lezione e, pensando che ormai Covid-19 sia stato sconfitto, si riversa per strada e nei bar, spesso senza i dispositivi di sicurezza, mettendo a rischio la propria e l’altrui salute. Vero è che veniamo da oltre due mesi di segregazione forzata a cui soprattutto i giovani non sono abituati, ma tutti abbiamo pensato che da questa perniciosa pandemia saremmo usciti più maturi e più razionali. Cosa che, a giudicare dai comportamenti di tanta gente, non si sta verificando e che mette e rischio anche la credibilità di noi italiani che, nell’affrontare questa grave pandemia, siamo stati presi a modello anche dalle altre nazioni d’Europa e del mondo. Il rischio, come sostiene il rossanese dr. Martino Rizzo aggiungendo i risultati incoraggianti registrati nella giornata del 20 maggio (un solo caso positivo) nella Sibaritide, è che tutti i sacrifici fatti finora possano essere sprecati se si pensasse che è già arrivato il tempo…della ricreazione.

Pino La Rocca