Villapiana-11/03/2012:“Il Risorgimento nel Sud: tra ribellismo ed utopia”

 

 

 

 

 

 

 

 

Villapiana:11/03/2012

“Il Risorgimento nel Sud: tra ribellismo ed utopia”, è il tema del convegno organizzato dal comitato-Cultura Società e Storia Villapianese, presieduto da Maria Francesca Pizzulli che ha introdotto i lavori del convegno svoltosi domenica 11 marzo nella sala dell’ex municipio nel centro storico. Moderatore il giornalista Franco Maurella. Diversi i temi trattati: il brigantaggio in Calabria, il ribellismo meridionale, il contributo poco noto alla storia che il Sud Italia ha dato al processo risorgimentale attraverso personaggi della minoranza albanese, del trasformismo e del ruolo dei moderati oggi. L’iniziativa si è tenuta nell’ambito dei percorsi gramsciani. Diversi e autorevoli i relatori:  Il sindaco Roberto Rizzuto, l’On.le Mario Brunetti, il docente di storia e Filosofia del Liceo di Trebisacce, Bruno Mandalari, lo storico e scrittore Giuseppe Rizzo, il docente di Filosofia e Storia del Liceo di Trebisacce Gianni Mazzei e  le conclusioni sono state affidate al docente dell’Unical Franco Piperno. Sono intervenuti dal pubblico il docente di lingue Franco Mangone e l’avvocato Paolo Montalto. Mario Brunetti ha affermato che il nostro presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel suo libro riconosce a Cavour il merito del processo dell’Unità d’Italia e volutamente, perché da grande intellettuale lo sa, non menziona al ruolo svolto e al contributo dato da Antonio Gramsci ed evita di parlare della questione meridionale. Oggi passa la concezione che il ruolo dei moderati nell’attuale società è vincente. La cosa grave è che l’Unità non è avvenuta consensualmente, afferma Brunetti, ma come annessione al mezzogiorno. Da ciò viene fuori lo squilibrio tra il Nord e il Sud e perciò la questione meridionale.  Franco Piperno da Calabrese ha una visione critica sui processi dell’800 e afferma che con l’Unità d’Italia sono prevalse le esigenze del Nord. E partendo dall’introduzione delle dogane e, con altri esempi, lo dimostra. Gianni Mazzei evidenzia il disagio del meridione e denuncia che la politica nazionale non è riuscita a trovare la soluzione per ridurre il divario tra il nord e il sud. E ancora afferma che la verità non giova a nessuno e che il buonismo è senza fondamento. Bruno Mandalari scomoda, invece, Cesare Lombroso, (medico,criminologo,antropologo), appartenente alla classe agiata, così consegnato alla storia, come primo livello. Successivamente il Lombroso prende consapevolezza delle condizioni di vita dei calabresi e soprattutto si rende contro delle due razze sostanzialmente presenti sul territorio: settentrionali e meridionali. Parliamo degli italiani del nord come qualcosa di diverso da noi e allora, conclude Mandalari, prima di parlare di identità bisogna parlare di cosa vogliamo noi calabresi. Giuseppe Rizzo traccia una panoramica sul trasformismo di ieri e su quello di oggi. Ravvisa un ritorno al regime Borbonico. I briganti, sottolinea, prima di essere tali erano semplici contadini e lo strapotere dei forti li ha strasformati in briganti. Manet è un esempio di trasformismo che è passato da a favore dei Borboni a contro i Borboni. Il brigantaggio, conclude Rizzo, rappresenta la parte storica più dolorosa del meridione.

Franco Lofrano