Torre di Albidona -11/05/2015: Anna, Teresa e le Resistenti

 

ALocandinanna, Teresa e le Resistenti

 

La pellicola prende spunto dalla drammatica vicenda di Teresa Talotta Gullace nata a Cittanova l’8 settembre 1907 e uccisa a Roma il 3 marzo 1944, colpita a morte da un soldato tedesco, mentre tenta di vedere il marito rastrellato e portato nella caserma di via Giulio Cesare.

Il 7 marzo del 1908 nasce Anna Magnani, una delle più grandi interpreti del cinema italiano, che avrebbe portato il personaggio di Teresa sullo schermo in quello che è definito il capolavoro del cinema neorealista, “Roma città aperta” di Roberto Rossellini.

L’assurda morte di Teresa diventa Simbolo della Resistenza e non passa inosservata, come uno dei tanti crimini compiuti in guerra, ma provoca grandissima rabbia nella gente comune, stanca dei soprusi e di dover assistere allo scempio della loro città.

In tutte le città del Nord Italia liberato dal nazifascismo, grazie all’intervento delle truppe alleate anglo-americane e, nondimeno, grazie alla strenua, lunga lotta clandestina, combattuta dai partigiani, il 1° maggio 1945, si festeggiano, contemporaneamente, la Festa del Lavoro e quella della Liberazione. La festa del 1° Maggio 1945 assume, pertanto, un significato emblematico per un popolo che riconquista la propria dignità e la propria libertà. In questo contesto festoso in ogni città del Nord si assiste al tripudio dei partigiani, che sfilano in mezzo alla folla esultante.

Ma le donne non sfilano insieme ai partigiani. “C’è, nei confronti delle donne che hanno partecipato alla Resistenza, un misto di curiosità e di sospetto, solo recenti studi storici hanno saputo conferire il dovuto risalto a quello che impropriamente viene definito “ruolo”, “contributo”, “partecipazione femminile” nella Resistenza Italiana.

Negli stessi anni in cui si combatte per la Liberazione Nazionale, in Calabria, si combatte per la fame: una fame nera, con centinaia di famiglie che per intere settimane non possono mangiare neanche un pezzo di pane, ma solo “erbe” raccolte nei campi, per lo più in mano ai latifondisti.

La lotta contro la fame e il latifondo ha provocato altre morti e le più simboliche rimangono quelle femminili: Giuditta Levato di Calabricata, anche lei incinta come Teresa Gullace, e la giovanissima Angelina Mauro di Melissa.

 

Il Presidente

arch. Angelo Malatacca